Avvelenamento animali, a Piacenza 12 casi all’anno

Dal 2009 al 2012 sono 12, in media, i casi di avvelenamento (o i tentativi) riscontrati nel territorio piacentino. Nel complesso sono 25 i cani deceduti, 14 i gatti che hanno perso la vita e  due le esche letali rinvenute dal personale del Corpo Forestale dello Stato. 

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AVVELENAMENTO ANIMALI, LA FORESTALE: “12 CASI ALL’ANNO DAL 2009 AL 2012”. INCONTRO IN PROVINCIA QUESTA MATTINA. L’ASSESSORE POZZI: “FONDAMENTALE IL LAVORO SINERGICO”. LE ASSOCIAZIONI: “SERVE TAVOLO DI COORDINAMENTO”. IL NOSTRO TERRITORIO TRA I MENO COLPITI DAL FENOMENO
 
Dal 2009 al 2012 sono 12, in media, i casi di avvelenamento (o i tentativi) riscontrati nel territorio piacentino. Nel complesso sono 25 i cani deceduti, 14 i gatti che hanno perso la vita e  due le esche letali rinvenute dal personale del Corpo Forestale dello Stato. I dati sono stati illustrati questa mattina dal comandante Enzo Compagnin, nel corso di un incontro dedicato al tema, aperto alla cittadinanza. Promotrice e sede dell’iniziativa: la Provincia di Piacenza. Compagnin ha spiegato che “si tratta di dati ben lontani dall’esaurire la realtà del fenomeno”. Il motivo risiede soprattutto nel fatto che in tanti casi è colpita da avvelenamento la fauna selvatica, “di difficile rilevamento”. Le sostanze più utilizzate sono i pesticidi in commercio a fini agricoli, ma anche liquidi refrigeranti e la stricnina, inodore ed incolore, immessa in polpette ed esche letali, come spiegato da Chiara Garbarino dell’istituto zooprofilattico sperimentale della Lombardia e dell’Emilia Romagna. 
L’appuntamento di questa mattina è stato l’occasione per rilanciare l’iniziativa – auspicata anche da alcune associazioni animaliste in sala e sollecitata dall’associazione “Micio Bau” di Paola Silvotti – di un tavolo di coordinamento sul fenomeno dell’avvelenamento degli animali, così come previsto dall’ordinanza del ministero della Salute del 18 dicembre 2008 (e successive modifiche), testo di riferimento per chi fa prevenzione, monitoraggio, cura e repressione insieme alla delibera regionale 469 del 2009, che – tra le altre cose – prevede specifici controlli per la lotta all’avvelenamento. E proprio sulla necessità di un lavoro sinergico si sono soffermati i relatori di oggi, a partire dall’assessore Filippo Pozzi. “Servono informazione, educazione, controlli e repressione – ha spiegato – ciò è possibile farlo al meglio solo con un coordinamento, il cui luogo idoneo è proprio la prefettura. Preziosissimo il coinvolgimento della società civile, fondamentale per far emergere un fenomeno sommerso, ma a monte è necessaria una vasta azione informativa e di sollecito nei confronti dei cittadini”. A riguardo il Corpo forestale ha ricordato il proprio numero per le emergenze e le segnalazioni: 1515. 
Il territorio piacentino – stando ai dati a disposizione – è il meno esposto al fenomeno dell’intera regione. Nel complesso – ha detto Carlo Riccio del servizio veterinario Ausl di Piacenza – i casi di avvelenamento riscontrati annualmente a livello emiliano romagnolo sono 151, per 363 carcasse di animali ritrovate. 490 gli “elementi avvelenati” scoperti. Emilia Romagna e Lombardia sono le più attive sul versante dei controlli di laboratorio. Le due regioni, nel complesso, esaminano il 36,4 per cento del totale dei campioni esaminati a livello nazionale, come spiegato dalla stessa Garbarino. Negli anni – come spiegato dal tecnico – i riscontri sono andati in crescendo, per il miglioramento degli strumenti diagnostici e per il quadro normativo innovato, che favorisce l’azione preventiva e repressiva. Se nel 2009 sono state 5 (sulle 10 conferite) le viscericarcasse in cui è stata accertata la presenza di tossici, nel 2010 il dato degli accertamenti è salito a 4 (su 16 conferimenti) per arrivare a 11 l’anno seguente (su 21). Nel primo semestre del 2012 sono già 13 le carcasse conferite, di sei cani e di 7 gatti, in 10 è stata accertata la presenza di elementi tossici. L’impennata dei dati si deve soprattutto al caso della colonia felina sterminata a inizio anno a Cortebrugnatella, decimata da sostanze letali. 
Alberto Conti, presidente dell’ordine provinciale dei medici veterinari ha sottolineato l’importanza del lavoro comune per “la raccolta dati sullo stato sanitario degli animali” per “valutare i casi di sospetto avvelenamento”.   “L’ordine, con i suoi 186 iscritti (una quarantina i dipendenti Ausl) e 48 strutture ambulatoriali – ha detto – è parte diligente e promuove costantemente eventi formativi rivolti ai colleghi per facilitare le procedure relative alla gestione dei bocconi avvelenati”. 
 

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