Scontri all’Ikea, 10 contusi. “Protesta sospesa” dopo la mediazione FOTO E VIDEO foto

Sospesa la protesta del Si Cobas Ikea in vista dei nuovi incontri della prossima settimana. Il bilancio della giornata di scontri parla di 10 contusi in tutto, 7 manifestanti e 3 poliziotti

Sospesa la protesta di Ikea in vista dei nuovi incontri della prossima settimana

La notizia arriva alle 18 al termine del vertice con i rappresentanti dei sindacati che a Palazzo Farnese hanno incontrato le istituzioni locali e l’azienda. Al termine del confronto a Palazzo Farnese, con la mediazione del sindaco Paolo Dosi, si profila una tregua.

Il bilancio della giornata di scontri parla di 10 contusi in tutto, 7 manifestanti e 3 poliziotti, tutti dimessi con una prognosi da tre a dieci giorni. Durante la manifestazione, negli scontri, sono state lanciate pietre contro le Forze dell’ordine. 

RAGGIUNTA UNA TREGUA DOPO L’INCONTRO A PALAZZO FARNESE – A FONDO PAGINA IL VIDEO

“Interromperemo il presidio davanti agli stabilimenti fino a lunedì, – lo affema Aldo Milani del sindacato autonomo Si. Cobas – quando riceveremo una risposta dall’azienda rispetto alle nostre proposte. Chideremo che tutti i lavoratori possano essere reintegrati al lavoro, non accetteremo alcun trasferimento in altri siti produttivi. Non le condividiamo ma siamo disposti ad accettare altre misure disciplnari, di certo non lo spostamento di lavoratori. Peraltro ci è stato prospettato per 9 dei nostri 12 delegati sindacali, per noi significherebbe farci tagliare il collo”. All’incontro a Palazzo Farnese era presente anche il presidente della Coop S. Martino Francesco Milza, che non ha voluto rilasciare dichiarazioni. 

Il sindaco Paolo Dosi: “Salvaguardia del lavoro più importarte della tutela di un principio sindacale”

“L’incontro lo abbiamo convocato non tanto per motivi sindacali, quanto per ragioni di ordine pubblico, per superare un momento di empasse che sta ponendo problemi al lavoro di Ikea. Credo che ci sia stato un impegno delle parti ad approfondire alcuni passaggi per favorire una ripresa del dialogo. Questo dovrebbe portare un annullamento del blocco. So che sono in programma nuovi incontri con l’amministrazione provinciale e attenderemo questi passi, la situazione è difficile e abbiamo cercato di responsabilizzare tutti, rimarcando il fatto che quello che importa di più è la salvaguardia del posto di lavoro e non la tutela di un principio sindacale. Quello che posso dire è che c’è l’impegno del Consorzio a non licenziare nessuno. Viene garantita dalle cooperative la tutela del posto di lavoro, ma non la permanenza in questo sito, questo sarà uno dei temi sul tavolo”. Quanto al pericolo che Ikea se ne vada da Piacenza, Dosi afferma: “Ikea è una grande multinazionale che ha esigenze di operatività che non saremo noi a poter cambiare, le valutazioni di Ikea non vengono certo fatte in area piacentina, ci auguriamo che non ci siano scelte diverse da quelle fatte finora”. 

La cronaca della giornata

ore 17.30 – E’ iniziato attorno alle 15 a palazzo Farnese di Piacenza un tentativo di mediazione tra le parti. Presenti il sindaco Paolo Dosi e l’assessore al lavoro Luigi Rabuffi, oltre ai rappresentanti di sindacati, lavoratori e del consorzio di cooperative che gestisce il magazzino di Ikea a Le Mose. L’incontro è ancora in corso e dai presenti viene sottolineata la tensione del momento.

La mattinata di tensione e scontri – Tensione altissima questa mattina davanti ai cancelli dell’Ikea di Piacenza con ripetuti scontri tra le forze dell’ordine e i manifestanti. Quattro le persone soccorse dal 118, fortunatamente si tratta di feriti lievi. La situazione è tornata alla calma intorno alle 13. 

Questa mattina tre i pullman di lavoratori del consorzio Cgs si sono ritrovati nel piazzale dello stadio per essere “trasportati” al lavoro, all’interno degli stabilimenti Ikea di Piacenza. Davanti ai cancelli a Le Mose è infatti ripreso all’alba il blocco degli esponenti del Si Cobas, per impedire la ripresa della produzione e riaccendere ancora una volta la protesta. 

Nel corso della mattinata le forze dell’ordine in tenuta antisommossa, alla presenza del questore Calogero Germanà e del comandante provinciale dei carabinieri Paolo Rota Gelpi, sono intervenute più volte per rimuovere il blocco di manifestanti, tra i quali anche alcuni giovani e militanti politici, e per consentire ai lavoratori di accedere agli stabilimenti. 

Sul posto è arrivato anche il sindaco di Piacenza, Paolo Dosi, insieme all’assessore Luigi Rabuffi, per cercare di mediare per ricomporre la protesta. Ad un certo punto la tensione è tornata a salire, sembrava infatti che una parte dei lavoratori entrati con i pullman volessero uscire, in solidarietà con i manifestanti. In tarda mattinata i camion al servizio dell’attività degli stabilimenti utilizzavano un passaggio secondario presidiato da carabinieri e polizia, mentre la prostesta era in parte scemata. La tensione resta comunque elevata.

Il Siap: “Disinformazione ad hoc sulle vicende di Ikea” 

Da sindacalisti di Polizia sappiamo quanto possa essere dura, persino per le storie personali e per le carriere, la lotta per i diritti e libertà dei lavoratori. Ma sappiamo che a questa lotta c’è un limite invalicabile: quello del rispetto, che la Costituzione ci impone, delle libertà e dei diritti altrui; specie quando questi altri non sono tanto l’impresa e il datore di lavoro ma il vulnus riguarda altri lavoratori che intendono muoversi, spostarsi, recarsi, come fanno ogni giorno, nel luogo in cui lavorano, ad effettuare le loro mansioni, magari pure essendo felici di farlo.

Da settimane a IKEA questo non è successo; ma fatta questa doverosa premessa occorre ripristinare un minimo di verità perlomeno delle ultime 72 ore. Le forze di polizia chiamate a garantire un diritto ad astenersi dal lavoro che non annichilisca però le altre libertà, gli altrui diritti hanno agito cum granum salis: hanno dato spazio al dialogo politico ed istituzionale, dilazionando nel tempo interventi e consentendo, oggi, al Sindaco di Piacenza di ottenere un incontro tra rappresentanti delle cooperative e quelli dei sindacati dei lavoratori a cui non è seguita una disponibilità, quale segno di attenzione e fiducia, a rimuovere perlomeno temporaneamente il blocco presso i cancelli IKEA.

Le forze di polizia, preannunciando sempre prima le intenzioni, (lo sappiamo da molti nostri associati che erano presenti), declinando sempre prima gli ordini di rimozione del blocco, fallito il dialogo, hanno agito usando la forza con proporzionalità e progressività e contenendola allo stretto necessario per vincere le resistenze passive e talvolta pure attive.

Il fatto però incredibile è però che la mistificazione di quello che è successo in questi giorni, compreso stamattina, all’IKEA, di come viene falsamente rappresentato e raccontato. Non sappiamo a quale livello sia il cortocircuito informativo, se a livello di fonte o di giornalista, ma due episodi basteranno: è davvero scandaloso che non si provveda a verificare una notizia falsa come quella che l’altro ieri, concorrendo ad alimentare un clima di tensione, che accreditava esservi un facchino in gravi condizioni, addirittura in ricoverato in terapia intensiva, dopo gli interventi delle forze di polizia.

Oggi sembra che stia accadendo di nuovo questa, non si sa quanto interessata, mistificazione. Tutti i presenti, facchini, camionisti, forze di polizia, giornalisti, sanno che un facchino – nel corso di un tentativo di rimozione di un blocco, con un’azione prudente uno ad uno – non è caduto sul fuoco a seguito della carica ma, per ben due volte ci si è volontariamente sdraiato ed è stato tempestivamente soccorso dai suoi colleghi e dalle forze di polizia stesse. Le forze di polizia del 2012 sanno come operare, sanno distinguere i beni in gioco e non esitano a soccorrere chi, magari l’attimo prima, ci aveva insultato e dato qualche spintone. Una vita vale molto di più 6 o 7 giorni di prognosi. Lo sappiamo come poliziotti, sindacalisti ed essere umani.

Ci chiediamo però: a chi giova, con una scientifica disinformazione, alimentare questo stato di tensione, questo gettare inutili sospetti e discredito sull’operato delle forze di polizia ? Alla causa dei lavoratori non si crede davvero.

Sandro Chiaravallotti (Segreteria provinciale Siap)

Le prese di posizione politiche

Foti (Pdl): “La situazione peggiora”. “Mi pare evidente che la situazione stia progressivamente degenerando: più che all’affermarsi di rivendicazioni sindacali siamo di fronte al protrarsi di una vera e propria adunata sediziosa. Le scene viste oggi di fronte agli stabilimenti dell’Ikea non sono ulteriormente tollerabili e sono di ancora maggiore gravità se si considera che sono alimentate da infiltrati politici, i cui nominativi sono ben noti alle autorità di pubblica sicurezza del nostro territorio.” è il commento reso dall’on. Tommaso Foti (PdL) dopo gli scontri verificatisi oggi davanti agli stabilimenti della multinazionale svedese.

“E’ del tutto evidente – continua l’on. Foti – che non si è più in presenza di una protesta sindacale, ma di un vero e proprio sopruso da parte di chi, per il solo fatto di agitare una sigla pseudo sindacale, si sente in dovere di deliberatamente violare la legge e così conculcare il diritto al lavoro e alla libertà degli altri”.

“Mi auguro che i tavoli istituzionali di mediazione contribuiscano a risolvere una questione che, per altro, è e rimane interna all’azienda; tuttavia, qualora dagli stessi non dovessero sortire effetti positivi – conclude il deputato del Popolo della Libertà – è indispensabile che si torni a fare rispettare la legge e, dunque, , pur garantendo il legittimo diritto di protesta, si tuteli la libertà personale della stragrande maggioranza di lavoratori, che non possono continuare a subire soprusi, e degli appartenenti alle forze dell’ordine, che non possono essere impegnati all’infinito in azioni di contenimento e di controllo di una sparuta minoranza.”

Nando Mainardi – segretario Prc Emilia-Romagna: COMPLIMENTI ALL’IKEA: CHE BELLA PUBBLICITA’ FAR MANGANELLARE I LAVORATORI DISCRIMINATI

Stanno facendo il giro del Paese le immagini di violenza avvenute stamattina davanti all’Ikea di Piacenza. Ai lavoratori che l’Ikea e le cooperative del consorzio Cgs hanno cacciato fuori dallo stabilimento, perchè sindacalizzati, e a tutte le persone venute a dar loro sostegno e solidarietà, le forze dell’ordine hanno risposto con il manganello e con le botte. Quattro lavoratori sono finiti al pronto soccorso, colpevoli di chiedere semplicemente il mantenimento del proprio posto di lavoro. Ikea, che ha provato in questi anni a costruirsi una fama di multinazionale illuminata e democratica, non tollera il minimo dissenso all’interno dei propri stabilimenti: chi alza la testa paga. Bella pubblicità! Chiediamo a Cgs se rientri nello spirito cooperativo quanto avvenuto oggi davanti ai cancelli dell’Ikea. Chiediamo, insieme ai lavoratori e ai Si-Cobas, che nessuno perda il posto di lavoro. Ringraziamo il Sindaco di Piacenza Paolo Dosi e l’Assessore al Lavoro Luigi Rabuffi per aver riaperto, con fatica, la strada del confronto tra le parti. Ikea e Cgs rifiutino la logica del manganello e adottino quella dello Statuto dei lavoratori.

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