Cobas: “Finora 11 licenziamenti, boicottiamo Ikea”

Arriva la reazione del sindacato Si Cobas, dopo i provvedimenti disciplinari presi dalla Cooperariva San Martino nei confronti dei 33 lavoratori 

Più informazioni su

Arriva la reazione del sindacato Si Cobas, dopo i provvedimenti disciplinari decisi dalla Cooperariva San Martino nei confronti dei 33 lavoratori del deposito Ikea di Piacenza, già sospesi nei giorni scorsi. In questi giorni tali provvedimenti sono stati comunicati tramite lettera raccomandata ai diretti interessati.

In una nota il sindacato autonomo afferma che risultano undici i licenziamenti finora comunicati e promette l’avvio di una campagna di boicottaggio dei punti vendita Ikea per sabato e domenica.


Ecco il comunicato integrale

Dopo aver ignorato l’accordo sottoscritto in Prefettura, esautorandola di fatto, la Cooperativa San Martino ha preso tempo per rafforzare la campagna antisindacale e giungere alla formulazione di numerosi licenziamenti colpendo il SI.COBAS e la struttura dei delegati nel Deposito IKEA.

Entro oggi dovremmo conoscere il numero esatto dei lavoratori licenziati. Al momento ce ne risultano 11 e voci di corridoio parlano di circa 20. Licenziamenti politici in piena regola con IKEA a dirigere l’orchestra repressiva ed i reparti antisommossa, ospitati all’interno del Deposito della multinazionale, pronti ad uscire in caso di blocchi.
Nella fortezza IKEA, rimpinguata anche di decine di nuove “leve mutualistiche” a fare i facchini, l’aria è pesante ed il controllo sui lavoratori associati al nostro sindacato è pressoché marziale.

Intanto, nel gioco tra le parti, CGIL e FILT di Piacenza scoprono il tema dell’”applicazione integrale del contratto nazionale” badandosi bene dal denunciare che retribuzioni ed istituti erogati del “sistema delle cooperative” sono calcolati non in base alle ore contrattualmente previste, ma sulle ore effettive di lavoro ordinario, con una pesante erosione salariale che rappresenta la vera fortuna della lobby del mutualismo made in Italy e, al tempo stesso, la miseria della condizione del lavoratore, apparentemente socio ma sostanzialmente supersfruttato.

Una CGIL che vede la soluzione attraverso “un vero tavolo di trattava coordinato dalle istituzioni locali nel quale tutti i soggetti coinvolti (Ikea, San Martino, Sindacati Confederali) facciano due passi in avanti” attendendo fiduciosa, nel segno della legalità, “tutti quelli che ci vogliono provare insieme a noi”, ed una San Martino che gli fa eco dichiarandosi “disponibile a confronti che abbiano lo scopo di migliorare il clima aziendale”.

Questo balletto di buoni propositi e cortesie avviene proprio mentre sulle teste di decine di operai si è abbattuta la scure padronale dopo un’intensa campagna che li ha voluti bollare come “facinorosi e violenti”, quindi illegali, ed alla quale hanno partecipato attivamente proprio i cosiddetti soggetti coinvolti: ikea, San Martino, Istituzioni, Sindacati Confederali.

Operai da sacrificare alla “democratica dialettica” del profitto che pretende lavoratori ricattati e sottopagati, silenziosi e sottomessi. Il blocco sociale messo in piedi per questa “operazione chirurgica” è emblematico di un sistema corrotto e marcio che vuole soffocare ogni espressione di autonomia ed indipendenza dei lavoratori per salvaguardare lo status quo.

Nelle ultime settimane, mentre IKEA aveva spostato i volumi a Lione, la solidarietà ai lavoratori in lotta all’IKEA ha iniziato ad estendersi sul territorio nazionale con decine di iniziative davanti ai punti vendita. Con un Deposito senza merce ed in attesa dei pronunciamenti sulle 33 sospensioni (del tutto prevedibili), negli ultimi giorni l’assemblea dei lavoratori ha deciso di sospendere lo sciopero ad oltranza per far rientrare i volumi, lasciando aperto lo stato di agitazione. Ora che i volumi sono tornati ed il verdetto del boia è stato formalizzato, la risposta a questi licenziamenti politici non avverrà solo sul territorio piacentino.

Facendo appello alla solidarietà di classe, i lavoratori in lotta presso il Deposito Ikea ed il Sindacato SI.Cobas lanciano una CAMPAGNA DI BOICOTTAGGIO alla multinazionale IKEA invitando alla mobilitazione ed al sostegno attivo contro i licenziamenti politici. SABATO 24 e DOMENICA 25 maggio sviluppiamo iniziative di denuncia, controinformazione e boicottaggio presso i negozi portando a conoscenza della clientela cosa IKEA intenda per “stile di vita positivo verso le persone e l’ambiente”.


Ikea, Bergonzi (Pd): “Gravi responsabilità politiche e umane dei vertici di Rifondazione”

Intervento di Marco Bergonzi (Pd)

Rifondazione Comunista critica l’amministrazione comunale, pertanto se stessa, visto che ne fa parte. Ma non è un po’ troppo comodo rivendicare posti in giunta e poi, criticare il governo che sostieni e dove siedi, per distinguerti e cercare di racimolare gli ultimi 4 voti in fondo ad un barile ormai definitivamente vuoto? Comprendo che non si curi più di tanto di dire cose credibili, avendo già dissipato la credibilità di cui disponeva in diverse battaglie di retroguardia che ne hanno ormai decretato la scomparsa: emblematica l’ultima, quella sulla vicenda IKEA, che vede da una parte, centinaia di lavoratori che rispettano le regole e dall’altra una trentina di personaggi con i quali qualsiasi datore di lavoro si augura di non aver mai nulla a che fare e qualsiasi lavoratore mai vorrebbe come colleghi (visto che se non fai come vogliono loro, prepotentemente ti impediscono di andare a lavorare).

Tra chi lavora seriamente e chi no, chi doveva mai difendere Rifondazione?  Tra chi rispetta i contratti di lavoro e tutte le norme in materia e chi si rifiuta (chissà perché) di sottoporsi ad una semplice visita medica obbligatoria per legge per condurre un carrello elevatore, chi scegliere? (E la sicurezza degli altri lavoratori?) Ma chi salirebbe su un’aereo il cui pilota si rifiuta di sottoporsi ai controlli di idoneità?  E cosa si vorrebbe facesse in questo caso la compagnia aerea? Come mai ciò che è ovvio per qualsiasi persona di buon senso, non lo è per Rifondazione?

E’ tempo di fare chiarezza nell’interesse di tutti e nel rispetto dei cittadini: le posizioni espresse da Rifondazione sono non solo differenti, ma antitetiche da quelle dell’amministrazione comunale, sarebbe lecito attendersi una posizione di coerenza tra ciò che dice e ciò che fa. Ma accanto all’aspetto politico, c’è una responsabilità umana e personale dei vertici di Rifondazione: l’aver indotto i protagonisti di una protesta fondata sul nulla (la visita medica rifiutata), a credere di potersi permettere tutto, fermare il lavoro nei reparti, impedire ai colleghi di entrare nel proprio luogo di lavoro, bloccare addirittura i cancelli di IKEA, provocando un danno enorme e mettendo a rischio persino il posto di lavoro di tutti gli altri colleghi, che nulla hanno mai condiviso di tutto ciò.

Averli lanciati al massacro, in comportamenti illeciti, ha prodotto un unico risultato: la maggior parte di costoro un mese fa aveva un lavoro ed oggi non ce l’ha più. E vedendo che a fine mese non arriva più alcuno stipendio, forse qualcuno di loro si renderà conto di essere stato strumentalizzato e che in gioco c’era il suo posto di lavoro e non quello di chi lo ha spinto a rischiarselo.

Strumentalizzazione che, c’è da scommetterci, proseguirà, inducendoli a confidare nei ricorsi e che, una volta che questi saranno inevitabilmente persi (per la palese evidenza della situazione e delle responsabilità), il PRC passerà ad attaccare i giudici, la legge, il sistema e tutto il resto, con la differenza che i suoi vertici il lavoro ce l’avranno ancora, ma gli altri no. Così, travestendosi da difensore dei lavoratori, sulla pelle di questi, finisce per distruggere i pochi e preziosi posti di lavoro che ancora ci sono. Perdere il lavoro è un dramma, ma perderlo così è, se possibile ancor peggio: chi li assume oggi, Rifondazione Comunista?

Più informazioni su

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di PiacenzaSera, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.