Ikea, il corteo Si Cobas. Oggi nuovo vertice foto

E’ partito alle ore 16 di domenica, dai Giardini Margherita, il corteo promosso da Si Cobas Piacenza in solidarietà ai 33 lavoratori sospesi nei giorni scorsi.

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E’ partito alle ore 16 di domenica, dai Giardini Margherita, il corteo promosso da Si Cobas Piacenza in solidarietà ai 33 lavoratori sospesi nei giorni scorsi. Sospensione dalla quale sono scaturiti nuovi sit in e blocchi ai cancelli di Ikea ed un “muro contro muro” tra sindacato autonomo, cooperativa San Martino e proprietà. LEGGI L’ARTICOLO – GUARDA IL FOTOSERVIZIO

Lunedì mattina in Prefettura a Piacenza è previsto un nuovo incontro fra le parti per trovare una soluzione, anche se la coop S. Martino e le istituzioni locali hanno posto la condizione della rimozione del blocco all’Ikea da parte dei lavoratori del Si Cobas per riprendere il dialogo. 

Borotti (Uil): “Chi non ha protestato non subisca danni economici”

Stante l’incertezza dell’epilogo della protesta organizzata dal Si.cobas, impedendo l’accesso al DC2 dei Lavoratori Ikea e dei Soci Lavoratori San Martino che non vi aderiscono, provocando la chiusura temporanea del deposito, riteniamo importante sottolineare e ribadire alcune considerazioni, fino ad oggi rimaste in secondo piano, quasi non fossero degne di attenzione:

1) È innegabile che il “diritto alla protesta” è stato salvaguardato, ora occorre che venga salvaguardato il Diritto al Lavoro per tutti coloro che non aderiscono e non condividono tale iniziativa messa in campo la settimana scorsa, dalle motivazioni non del tutto comprensibili. Pertanto chiediamo che si intensifichino gli sforzi affinché venga ripristinata una situazione di normalità e il ritorno al lavoro;

2) In virtù di quanto è avvenuto, ovvero i tanti stanno subendo la volontà di pochi, ai quali non è stato chiesto il loro parere sul blocco dei cancelli, riteniamo che coloro non hanno aderito alla protesta non debbano subirne anche un danno economico, vedendosi decurtate dalla busta paga di Maggio le giornate di sospensione forzata del lavoro. Pertanto chiediamo che gli vengano comunque riconosciute, senza l’utilizzo, per la loro copertura economica, di ferie, ROL e permessi retribuiti, altrimenti al danno si aggiungerebbe la beffa.

3) Le giornate d’interruzione del lavoro rischiano anche di compromettere il raggiungimento, ad ogni Azienda con le modalità previste dai rispettivi accordi per il salario accessorio di produttività/risultato, degli obiettivi che fanno scattare l’erogazione dell’incentivo economico, senza alcuna responsabilità da parte di coloro che avrebbero voluto recarsi sul luogo di lavoro. Sarà quindi necessario prevedere modalità straordinarie di scorporo dagli indicatori di risultato questa sospensione in modo che la quota di premio prevista non venga decurtata.

4) Ai Soci Lavoratori di San Martino si chiede che in questo frangente venga applicato l’accordo sindacale per la distribuzione dell’orario di lavoro, siglato con le OO.SS. alcuni giorni fa, in particolare laddove si prevede che nei casi di calo dei flussi di prodotto al Socio venga mantenuto inalterato lo stipendio.

5) Ribadiamo ancora una volta, sapendo di trovare orecchie attente in Voi, che sulle norme e procedure riferite alla normativa sulla Sicurezza dei Luoghi di Lavoro non possano esservi mediazionI o colpi di spugna, ma la puntuale applicazione. Massimiliano Borotti (Uiltrasporti Piacenza)

Federlavoro Confcooperative esprime, con un comunicato stampa la solidarietà alla Cooperativa San Martino di Piacenza. “Da più di un anno alcune nostre cooperative devono confrontarsi con una organizzazione sindacale autonoma SI.COBAS che antepone al dialogo ed alla concertazione, il blocco delle attività negli appalti interessati, anche per i lavoratori non iscritti alla loro associazione – spiaga il presidente Gianluca Bonatti. “Le nostre cooperative – aggunge – sono costantemente esposte ad un ricatto.

Federlavoro e Servizi (Federazione delle cooperative di produzione lavoro associate a Confcooperative) svolge da molti anni supporto e riferimento per le cooperative in materia di relazioni con le istituzioni ed i sindacati. Relazioni basate sul dialogo, il confronto e la concertazione, che testimoniano la serietà delle nostre cooperative e di come esse siano considerate una vera risorsa per tutto il territorio piacentino.

Da più di un anno alcune nostre cooperative devono confrontarsi con una organizzazione sindacale autonoma SI.COBAS che antepone al dialogo ed alla concertazione, il blocco delle attività negli appalti interessati, anche per i lavoratori non iscritti alla loro associazione. La libertà dei soci di farsi rappresentare da qualsivoglia sigla sindacale deve tuttavia rispettare i legittimi percorsi di concertazione, fatti di dialogo e mediazione e, nel qual caso non si trovasse un comun denominatore, il ricorso al giudizio delle autorità preposte, la cui sentenza è da riconoscere formalmente da entrambe le parti.

Oggi tutto ciò non sta avvenendo. Le nostre cooperative sono costantemente esposte ad un ricatto.

Intendiamo pertanto esprimere formalmente e pubblicamente la nostra solidarietà alla cooperativa San Martino ed ai lavoratori IKEA e sensibilizzare tutta la pubblica opinione e le istituzioni affinché si possa ripristinare una realtà di legalità e di vera concertazione all’interno di alcuni nostri appalti.

Gianluca Bonatti
Presidente Federlavoro Confcooperative

RIVOLTA FACCHINI, CAVALLI (LN): “PROBLEMA DI ORDINE PUBBLICO, TUTELARE CHI VUOLE LAVORARE”
IL CONSIGLIERE LEGHISTA: “NESSUNA MEDIAZIONE CON I ‘FACINOROSI’. L’OCCUPAZIONE NON PUÒ ESSERE MESSA IN SCACCO DAI VIOLENTI”

“Nessuna mediazione con i violenti. Ikea ha dato segnali, giustificati, di insofferenza. Qui a rischio è il lavoro, che non può essere messo in scacco da pochi facinorosi”. Nei giorni della protesta – con picchetti – dei facchini, il consigliere regionale leghista Stefano Cavalli sostiene la “linea dura”, chiede un intervento massiccio delle forze dell’ordine e ’chiama’ l’assessore  Muzzarelli a intervenire “al fine di ottenere le massime garanzie da Ikea per chi vuole lavorare”.

“Non è un problema sindacale, perché le battaglie sindacali non si fanno bloccando uno stabilimento e la tutela del lavoro non si fa impedendo alla gente di lavorare – rimarca Cavalli -. Il problema è tutto di sicurezza pubblica. Altro che trattativa, con chi usa la forza non ci può essere dialogo. Stiamo con chi vuole lavorare e sta rischiando il posto per le spinte violente di un gruppetto di facinorosi ideologizzati. Non lasceremo che la battaglia ideologica di una ristretta minoranza – fomentata dall’estrema sinistra – metta a rischio l’occupazione. In un periodo di crisi nera non possiamo correre il rischio di perdere le risorse che abbiamo. Serve una risposta decisa.

L’auspicio è quindi che le istituzioni diano un segnale risoluto e fermo contro chi usa la forza e che si lavori, insieme, per tutelare chi vuole lavorare e chiede solo di poterlo fare, senza ricevere minacce o intimidazioni”.

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