“Rimpasto in Fondazione”, due terzi del consiglio firmano l’appello

Sarebbero 18 i firmatari della lettera, destinata a Francesco Scaravaggi, in cui si chiede di rivedere la composizione del cda della Fondazione di Piacenza e Vigevano. Una maggioranza più che netta del consiglio generale, composto da 24 membri

Sarebbero 18 i firmatari della lettera, destinata a Francesco Scaravaggi, in cui si chiede di rivedere la composizione del consiglio di amministrazione della Fondazione di Piacenza e Vigevano. Una maggioranza più che netta del consiglio generale, composto da 24 membri. La richiesta, di cui abbiamo già dato conto, sarà presentata in occasione della prossima seduta del consiglio, che dovrebbe essere convocata a breve. 

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Nella lettera (in cui non si fanno, come già detto, nomi) si chiede al presidente Scaravaggi di fare chiarezza, all’interno dell’organo esecutivo della Fondazione, circa i ruoli attribuiti, oltre all’improrogabile necessità di cambiare passo all’interno dell’ente. E’ noto, infatti, che nell’attuale consiglio di amministrazione siedono rappresentanti della passata gestione, al centro di critiche per operazioni finanziarie eseguite nei precedenti mandati.

“Libertà” pubblica una lunga intervista a Beniamino Anselmi e a Giovanni Rebecchi, già consiglieri di amministrazione con Giacomo Marazzi, ed entrambi difendono il proprio operato, sostenendo di non poter rispondere della partecipazione, da parte della Fondazione, in Banca Monte Parma, in quanto non membri del cda che varò l’operazione, ora “svalutata” per oltre 50 milioni di euro. Entrambi poi difendono la gestione Marazzi dalle critiche avanzate, pochi giorni fa, in consiglio comunale. 

Ma i promotori della lettera vanno avanti, con l’obiettivo di ottenere un “rimpasto” del cda, e non è escluso che possano ottenere nuove adesioni. Tra le ipotesi possibili figura l’ingresso, nel consiglio di amministrazione, di un rappresentante della Provincia. Una cosa è certa: o il presidente Scaravaggi accetta le richieste, o difficilmente potrà restare alla presidenza. Gli equilibri in via S. Eufemia sono cambiati, e rispetto alla sua elezione, avvenuta poco più di un anno fa, il presidente ora rischia di passare in minoranza. 

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