Delitto al ristorante cinese, condannato a 30 anni l’aiuto cuoco foto

È stato condannato in primo grado a 30 anni di pena il 25enne aiuto-cuoco cinese Zhou Jihaui, accusato dell'omicidio del connazionale, e suo capocuoco, Zu Waiting nel ristorante di via Passerini.

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È stato condannato in primo grado a 30 anni il 25enne aiuto-cuoco cinese Zhou Jihaui, accusato dell’omicidio del connazionale, e suo capocuoco, Zu Waiting, 53 anni all’interno del ristorante Sushi Wok di via Passerini a Piacenza. La sentenza è stata pronunciata oggi, giovedì 19 novembre, dal giudice Giuseppe Bersani al termine dell’udienza in corso al tribunale di Piacenza. Accolta in pieno quindi la richiesta del pubblico ministero Emilio Pisante, che aveva chiesto esattamente 30 anni  di reclusione. 

Il legale difensore di Zhou, l’avvocato del foro di Genova Paola Pepe, nell’arringa ha chiesto una perizia per stabilire la dinamica dei fatti, che potrebbe far emergere un quadro di eventuale preterintenzionalità, a suo dire impossibile da stabilire viste le indagini “scarne” compiuti dagli inquirenti. In secondo luogo ha chiesto la sua assoluzione. L’imputato, presente in aula, ha inoltre ribadito la sua innocenza, come spiegato dall’avvocato Pepe:”Ha detto di essersi allontanato da Piacenza (Zhou fu arrestato a Genova ndr) per cercare un nuovo lavoro.”

L’avvocato ha sottolineato anche l’assenza di prove nei confronti del suo cliente e aggiunge: “Non è stata trovata la sua impronta sul coltello, né tracce ematiche della vittima sui suoi vestiti”.
Zhou non ha mostrato reazioni alle lettura della sentenza: ora l’avvocato attende di leggere le motivazioni per ricorrere in Appello.

Il delitto si era consumato nel pomeriggio del primo ottobre 2014: il corpo di Zu Waiting era stato ritrovato da altri dipendenti del locale in cucina, con una coltellata nella schiena. Zhou Jihaui, addetto alla preparazione del sushi, noto piatto giapponese, da cui aveva mutuato il soprannome, era stato rintracciato nelle ore successive a Genova dagli investigatori delle squadre mobili di Piacenza e dello stesso capoluogo ligure che pare avesse raggiunto per cercare ospitalità da alcuni amici o parenti. 

 

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