Nuovo ospedale, Rancan e Pezzani (LN): “Preannuncia la chiusura di Villanova”

"Spie di ciò sono il mantenimento del reparto di Chirurgia e gli ampi terrazzi presenti nel progetto, che rivelano l’intenzione di adeguare il nosocomio alla lunga degenza. È ovvio che a farne le spese dovrà essere la struttura sanitaria più vicina e con analoghe caratteristiche"

«Con una mano danno e con l’altra tolgono. Anche il nuovo padiglione dell’ospedale di Fiorenzuola (Piacenza) rientra in questa abituale logica degli amministratori del Partito democratico, poiché il mantenimento del reparto di Chirurgia e l’avviamento della Facoltà di Fisioterapia annunciati dal presidente regionale Stefano Bonaccini sono il contentino per far accettare alla popolazione la chiusura dell’Unità spinale di Villanova».

Così il consigliere regionale della Lega Nord Matteo Rancan e il segretario della sezione leghista di Fiorenzuola, Andrea Pezzani, si sono espressi in merito alla posa della prima pietra del nuovo blocco dell’ospedale valdardese avvenuta questa mattina, sabato 13 febbraio,  in presenza delle autorità regionali e provinciali.

«Spie di ciò – proseguono – sono il mantenimento del reparto di Chirurgia e gli ampi terrazzi presenti nel progetto, che rivelano l’intenzione di adeguare il nosocomio alla lunga degenza. È ovvio che a farne le spese dovrà essere la struttura sanitaria più vicina e con analoghe caratteristiche».

Aggiunge Rancan: «Abbiamo assistito all’ennesima sfilata di esponenti regionali e locali del Partito Democratico interessati a farsi pubblicità per mezzo di un’opera sviluppata intorno ad un processo confuso e realizzata con denaro pubblico in un momento delicato per Fiorenzuola e tutta la Val d’Arda. Propagandare una nuova struttura sanitaria, quando in realtà la popolazione della zona ha visto solo diminuire i servizi sanitari a causa della demolizione del vecchio blocco ospedaliero, significa alterare un’altra volta la realtà e offrire uno spettacolo ipocrita».

Continua Pezzani: «La costruzione di un edificio è sempre diretta conseguenza di scelte funzionali precise, ma in questo caso sembra che si sia proceduto al contrario: l’amministrazione regionale non ha mai voluto chiarire, infatti, quale tipo di edificio intendesse realizzare, con quali funzioni, spazi e servizi. L’idea – insiste – è che si volesse costruire un fabbricato e successivamente stabilirne le funzioni. Ma forse certe decisioni erano già state prese, senza il coraggio di ammetterle pubblicamente. E allora quello a cui abbiamo assistito oggi potrebbe essere chiamato imbroglio».

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