“Contro la scuola azienda” Sit in dell’Unione degli studenti FOTO foto

Anche nella nostra città questa mattina, 7 ottobre, un gruppo di studenti delle scuole superiori ha dato vita alla manifestazione contro le misure della "Buona scuola" del governo Renzi. Una mobilitazione su scala nazionale che vede gli studenti scendere in piazza in diverse città d'Italia

Corteo di protesta e sit in con blocco simbolico della strada per l’Unione degli Studenti di Piacenza.

Anche nella nostra città questa mattina, 7 ottobre, un gruppo di studenti delle scuole superiori ha dato vita alla manifestazione contro le misure della “Buona scuola” del governo Renzi. Una mobilitazione su scala nazionale che vede gli studenti scendere in piazza in diverse città d’Italia. 

A Piacenza alcune decine di giovani hanno sfilato in centro con un sit in in viale Beverora di alcuni minuti per bloccare il traffico, sotto l’occhio vigile delle forze dell’ordine (nelle foto).

Le riforme volute dal governo Renzi – recita la nota dell’Unione degli Studenti – si inseriscono in un quadro di continuità rispetto ai governi precedenti: passando per il Jobs Act che ha precarizzato ulteriormente il mondo del lavoro, arrivando allo Sblocca Italia con l’espropriazione dei territori.

A segnare il culmine di questa degenerazione antidemocratica è stato, poi, l’iter di approvazione della Legge 107, meglio conosciuta come “Buona Scuola”, che ha palesato la totale sordità del Governo nei confronti della volontà di migliaia di persone, tra cui docenti, studenti e lavoratori del mondo della scuola.

Per questo scenderemo in piazza il 7 Ottobre, giornata nazionale di mobilitazione studentesca: l’Unione degli Studenti inonderà le piazze di tutta Italia per dire:
– NO alle disuguaglianze! Vogliamo una legge nazionale sul diritto allo studio perchè migliaia di studentesse e studenti, da Nord a Sud, sono esclusi dall’accesso ad un’istruzione gratuita e di qualità;
– NO alla scuola-azienda! Vogliamo contrastare un modello di impresa basato sulla competizione e la valutazione punitiva, perchè esigiamo una scuola democratica e inclusiva;
– NO ad un’alternanza scuola-lavoro come sfruttamento! Vogliamo imparare a saper fare in percorsi che siano realmente formativi, al di fuori da ogni logica di sfruttamento e in aziende altamente qualificate.
– NO al preside manager! Vogliamo decidere insieme in assemblee partecipate da tutti coloro che vivono la scuola ogni giorno. Nessuno deve più subire le decisioni autoritarie, ma contribuire a realizzare l’altra scuola possibile;
– NO alla privatizzazione dei luoghi del sapere, che non permette di valorizzare la conoscenza come strumento contro malessere sociale e negazione dei diritti;
– NO alla riduzione degli spazi di decisione di giovani e studenti, per rivendicare un posto fondamentale nella determinazione delle nostre vite in modo consapevole, critico e partecipato;
– NO ad un futuro precario e all’imposizione di logiche di mercato nei luoghi della formazione, perchè ostacolano la libera scelta dei percorsi di studi.

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