Rubate dall’oleodotto 50 tonnellate di carburante, sequestro a Fiorenzuola  foto

Scoperte dalla Guardia di Finanza sofisticate apparecchiature per sottrarre e rivendire il prodotto petrolifero di un oleodotto dell’Eni. Denunciato un autotrasportatore italiano di 38 anni.

Apparecchiature sofisticate con cui riuscivano a prelevare il carburante direttamente dall’oleodotto dell’Eni e a convogliarlo in un capannone industriale di Fiorenzuola d’Arda (Piacenza) per poi rivenderlo a decine di acquirenti compiacenti.
 
Un meccanismo illecito che ha prodotto il furto e la rivendita di oltre 50 tonnellate di prodotti petroliferi, a cui hanno messo fine gli uomini della guardia di finanza di Piacenza che hanno denunciato un autotrasportatore 38enne italiano e sequestrato 18 tonnellate tra gasolio e benzina nascoste all’interno di un magazzino di stoccaggio abusivo. Un equivalente di 23mila litri per un valore di circa 30mila euro.

Un apparato altamente professionale, che impediva al sistema di allerta dell’Eni di accorgersi del calo di carburante: nell’oleodotto erano infatti stati praticati fori, innesti e tubature di pompaggio – di probabile fabbricazione russa – appositamente installate per aspirare carburante. 

Al momento del sequestro le fiamme gialle hanno rinvenuto 5 “serbatoi – materasso” contenenti il prodotto trafugato, 2 pompe elettriche per il travaso, un contalitri per carburanti, tubazioni e valvole di mandata per lo smistamento dei liquidi negli invasi o su autocisterne. Inoltre, grazie a un congegno che regolava il flusso di aspirazione, il prodotto veniva sottratto in quantitativi tali da mascherare la diminuzione di pressione, così da eludere i sistemi di sicurezza dell’ente petrolifero nazionale.

Le indagini hanno consentito di risalire ad un autotrasportatore, originario della provincia di Teramo, accusato di furto e sottrazione all’accertamento e al pagamento dell’accisa sui prodotti energetici. L’uomo si riforniva del carburante rubato grazie ad una cisterna posizionata all’interno di un container e caricato sul proprio mezzo pesante.

Il rifornimento di gasolio o benzina rubata avveniva nella zona di Fiorenzuola, secondo quanto spiegato dalle forze dell’ordine: “Un sistema a staffetta” – ha spiegato il colonnello Daniele Sanapo, comandante della guardia di Finanza di Piacenza – “così che gli acquirenti non venissero in contatto con i “gestori” del traffico, che in questo modo si rendono difficilmente identificabili”.

Lo stesso magazzino di Fiorenzuola, era accuratamente sorvegliato da un sistema di videocamere, occultate all’interno e all’esterno, anche tra le piante (come mostrano le FOTO), sul punto in cui la conduttura abusiva era collegata con l’oleodotto.

Precauzioni che non hanno impedito agli uomini delle Fiamme Gialle, dopo un’intensa attività di accertamenti compiuti con il supporto dei colleghi di Teramo, di individuare l’edificio di stoccaggio ed eseguire il maxi sequestro. “Non si tratta solo di una frode ai danni dello Stato, ma di un sistema che danneggiava anche l’Eni e creava concorrenza sleale sul mercato a livello nazionale – aggiunge il comandante – ; oltre ad essere una “bomba” ecologica pronta ad esplodere, come è accaduto altre volte in passato, quando sisono verificati sversamenti nei campi e l’inquinamento delle falde acquifere”.  

Le indagini eseguite hanno permesso di accertare un consumo in frode di gasolio per oltre 50 tonnellate, equivalenti a 60.000 litri. Il materiale rinvenuto all’interno dei locali perquisiti, e l’autocisterna rinvenuta in provincia di Teramo, sono stati sequestrati, mentre il prodotto petrolifero è stato prelevato e trasportato presso un deposito fiscale dell’Eni per l’affidamento in giudiziale custodia.

Sono tuttora in corso indagini tese a risalire sia all’organizzazione criminosa artefice dell’illecita attività, molto ben strutturata per piazzare illegalmente quantitativi di carburante così elevati, sia ad altri eventuali responsabili conniventi della zona.
 
“Un’operazione di servizio che evidenzia il costante impegno delle Fiamme Gialle nell’opera di prevenzione, individuazione e repressione delle frodi nel comparto delle accise applicate sugli oli minerali – si legge nella nota stampa della guardia di finanza – al fine di tutelare il gettito all’erario e gli imprenditori onesti che operano nel settore, talvolta danneggiati dal comportamento di quei soggetti economici che, sfruttando i vantaggi derivanti dai sistemi fraudolenti sopra delineati, applicano prezzi nettamente più bassi a spregio della leale concorrenza e del corretto funzionamento delle regole di mercato”.
 
INTERVISTA AL COMANDANTE DELLA FINANZA COLONELLO DANIELE SANAPO

IL VIDEO DEL SEQUESTRO DELLA FINANZA

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