“Coinvolgere gli educatori dei nidi comunali nell’organizzazione dei servizi”

Lo chiedono chiedono i sindacati; le educatrici e gli educatori degli asili nido del Comune di Piacenza sono in stato di agitazione ormai da 9 mesi.

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Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa dei sindacati Cgil, Cisl e Uil di Piacenza, sullo stato di agitazione degli educatori degli asili nido comunali.

La nota stampa – Le educatrici e gli educatori degli asili nido del Comune di Piacenza sono in stato di agitazione ormai da 9 mesi.

Le organizzazioni sindacali che li rappresentano, Cgil, Cisl e Uil, dopo una serie di azioni con cui hanno tentato di portare l’amministrazione a comprendere le ragioni di questi lavoratori, senza tuttavia attuare alcuna azione che potesse danneggiare le famiglie, hanno deciso, in accordo con i lavoratori stessi, di portare a conoscenza della cittadinanza le motivazioni per cui nel giugno dello scorso anno si è arrivati a dichiarare ufficialmente il malcontento che ha portato a tale stato di agitazione.
 
L’oggetto del contendere non è, alla fin fine, lo svolgimento del servizio estivo, peraltro già contrattato coi sindacati due anni fa.
 
Il messaggio che si vuole far passare è quello del giusto riconoscimento del lavoro svolto e del rispetto, anche nelle piccole grandi questioni organizzative, di chi lo svolge.
 
Gli educatori sono sicuramente dipendenti dell’ente chiamati a svolgere i propri compiti così come tutti i colleghi, ciascuno nel proprio ruolo, ma è innegabile che l’attività svolta a contatto quotidiano nella cura e nella crescita educativa di bambini da zero a tre anni, per quanto sia appagante e positivo, abbia delle ricadute in termini di fatica e di stress che, come altre figure professionali, portano a conseguenze pesanti anche fisiche, che spesso non sono riconosciute.

Il Comune ha imputato alle organizzazioni sindacali di non essere al passo con i tempi di non capire le mutate esigenze della popolazione e delle famiglie, che richiedono l’apertura dei servizi educativi con un’ampiezza di orario maggiore e in quei periodi dell’anno, come il mese di luglio, in cui è difficoltoso trovare aiuto nella gestione in famiglia dei piccoli.
 
I sindacati invece pensano che non si possa prescindere da una valutazione e da una pesatura anche economica di tale servizio: pur comprendendo le esigenze sia del Comune di garantire alle famiglie servizi prolungati nel tempo e orari di fruizione dei nidi più ampi, sia delle famiglie stesse di avere un appoggio di qualità a cui affidare i propri figli, anche per avere una risposta là dove sempre più spesso manca la rete familiare di supporto, ritengono che per mettere in atto tutto questo servano risorse e una organizzazione dei servizi che sia coinvolgente dei lavoratori stessi e condivisa.
 
Se poi il Comune intende che si debba collaborare per garantire un servizio pubblico nuovo, bene, i lavoratori sono pronti, e lo dimostrano con la propria flessibilità che ogni giorno mettono a disposizione, ampliando le ore di lavoro, anticipando l’ingresso o ritardando l’uscita quando è necessario “autosostituire” i colleghi malati perché non sempre l’organizzazione degli uffici consente di ricorrere alle sostituzioni effettive.
 
Le lavoratrici e i lavoratori dimostrano ogni giorno e hanno sempre dimostrato il proprio attaccamento al servizio e la propria disponibilità e non possono certamente essere accusati di insensibilità.
 
Non sempre però riscontrano lo stesso rispetto nei propri confronti, quando chiedono di conoscere per tempo l’organizzazione del lavoro, quando propongono agli uffici qualche piccola modifica organizzativa che possa migliorare la qualità del loro lavoro, quando semplicemente chiedono di essere considerati delle persone che lavorano per dare un servizio e non delle pratiche da smaltire su una scrivania.
 
Lavorare con i bambini è incredibilmente bello, ma è anche fortemente impegnativo. Per questo i lavoratori e le organizzazioni che li rappresentano ritengono che l’impegno e la qualità vadano riconosciuti non solo con incentivi economici, ma anche con coinvolgimento serio delle scelte organizzative che possono avere ripercussioni positive sul servizio, sugli utenti e anche,perché no, sulle lavoratrici e sui lavoratori stessi.

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