“Vado a stuprare una donna, poi lo farò a te” Arrestato dopo un anno di minacce online

Arrestato e portato in carcere un 29enne della provincia di Vicenza che ha perseguitato una giovane manager di Piacenza con continui insulti e minacce di morte

Dati personali inseriti in siti pornografici, insulti volgari e poi minacce di morte, estese anche ai suoi famigliari. Un incubo durato oltre un anno per una giovane manager di Piacenza, finita nel mirino di uno sconosciuto, intercettato grazie alle indagini condotte dal sovrintendente della sezione locale della polizia postale Pietro Vincini e coordinate dal sostituto procuratore Roberto Fontana.

Si tratta di un ragazzo di 29 anni residente nella provincia di Vicenza e incensurato, finito in manette con l’accusa di stalking

Oltre 300 i messaggi che avrebbe inviato alla vittima in cui, come spiegano gli inquirenti, compaiono frasi di questo tenore: “Sto andando a stuprare una donna poi lo farò a te” o “Qualcuno ti getterà l’acido in faccio o lo farà alle tue figlie”.

Il giovane era già stato raggiunto da due diffide da parte delle forze dell’ordine. L’ultima risale a fine luglio e aveva prodotto un’ulteriore escalation di violenza; subito dopo l’intervento dei carabinieri, il 29enne aveva nuovamente inviato un messaggio alla piacentina: “Ritira la denuncia o ti uccido”.

L’ennesima minaccia che ha fatto scattare la richiesta di custodia cautelare in carcere, accolta del gip ed eseguita ieri mattina, quando è stato arrestato e condotto alla casa circondariale di Vicenza.

Forse uno dei primi casi in cui viene disposto un provvedimento per atti persecutori esclusivamente telematici e in cui le due parti non si conoscono- spiega il sostituto procuratore Antonio Colonna, che ha presieduto la conferenza stampa alla Procura di Piacenza in assenza del titolare delle indagini -;  a contare sono le conseguenze prodotte sulla vita della donna, resa insostenibile, ed oltre a ledere la sua sfera privata investivano anche la sua immagine lavorativa. In questa vicenda internet si è trasformato in uno strumento di vessazione”. 

I FATTI – Secondo quanto ricostruito dalla polizia postale, lo stalking è iniziato nel maggio 2016, quando la professionista è stata contattata da un utente sconosciuto, che lamentava di aver caricato un curriculum sul portale della società per cui la stessa lavora, e di aver ricevuto un trattamento non adeguato perché si era presentato come uomo. Poi sono arrivate le offese, condite da riferimenti sessuali volgari e una serie di attacchi on line alla credibilità della manager.

In particolare prelevando dati e immagini dai profili social della vittima per creare dei falsi profili su siti d’incontri o pornografici (accostandole a foto osè di altre donne che potevano somigliarle) ed in ultimo inviare il link della pagina fake ai suoi amici, ai contatti di lavoro o alla sede della azienda dove è dipendente.

Per alcuni mesi la donna ha sopportato in silenzio, ma quando il persecutore ha detto che l’avrebbe raggiunta a Piacenza, ha deciso di sporgere denuncia. Risalire all’identità dello stalker, “nascosto” da 11 profili social fasulli, non è stato semplice e ha richiesto un lavoro lungo e meticoloso da parte del sovrintendente Pietro Vincini.

Per capire chi fosse l’autore in carne ed ossa della persecuzione sul web, è stato necessario acquisire tutti i dati relativi alla connessione alla rete internet e agli ip utilizzati. Una società australiana che gestisce siti pornografici su cui erano comparsi i falsi profili della manager, una volta contattata dalla polizia si è offerta di mettere a disposizione degli inquirenti i dati in loro possesso. Una volta risaliti al nome e cognome del persecutore, un’importante conferma è arrivata anche dai suoi spostamenti; gli investigatori hanno infatti scoperto che alcuni di questi messaggi, in un certo periodo, erano stati inviati dalla Repubblica Ceca, proprio quando il vicentino si trovava in quella zona.

Tutti gli elementi raccolti hanno fatto scattare la prima diffida nei suoi confronti lo scorso maggio, che però non è servita a metter fine alla persecuzione, tanto da rendere necessario un secondo richiamo a cui è seguita una nuova e terribile minaccia di morte che ha reso chiaro come fosse necessario bloccare il giovane prima che le parole si trasformassero in tragici e irreversibili fatti. 

INTERVISTA AL SOVRINTENDENTE DELLA POLIZIA POSTALE PIETRO VINCINI 

RANCAN: “CHIUDERE IL PRESIDIO DELLA POSTALE SAREBBE FOLLIA” – “Grazie al nucleo di Polizia Postale di Piacenza per aver compiuto un’azione importante, ben coordinata e conclusa in maniera ottimale riguardo una vicenda piacentina davvero complicata”.

Questo il commento del consigliere regionale leghista Matteo Rancan all’arresto dello stalker che perseguitava una ragazza piacentina.

“Sono davvero soddisfatto dell’operato del nucleo e così dovrebbero esserlo tutte le forze politiche rappresentate nel piacentino. Peccato che qualcuno voglia chiudere questo presidio; io non ci sto. Oggi abbiamo avuto la prova della competenza e della serietà del nucleo piacentino, proprio per questo continuerò a combattere affinché la polizia postale rimanga a Piacenza”

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