Anziani, primo sì per la legge anti tuffa. La soddisfazione di Bergonzi (Pd)

Comunicato stampa di Marco Bergonzi, parlamentare Pd di Piacenza

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L’onorevole Marco Bergonzi esprime “grande soddisfazione” per l’approvazione in prima lettura alla Camera della proposta di legge Pd che introduce nel codice penale il nuovo reato di ‘frode patrimoniale in danno di soggetti vulnerabili’, a partire dalle persone ultrasessantacinquenni.

“Ho sottoscritto e sostenuto con grande convinzione questo provvedimento – spiega il parlamentare piacentino del Partito Democratico – perchè colpisce specificamente reati che sono tra i più odiosi, in quanto vengono commessi con la vigliaccheria di chi approfitta della debolezza delle proprie vittime. A fronte del sempre piu` dilagante e allarmante fenomeno criminale delle truffe a danno degli anziani, si tratta di un importante strumento in più per punirne i responsabili: questi malviventi senza scrupoli finiranno più facilmente in carcere, e ci troveranno porte molto meno girevoli”.

Il nuovo articolo 643-bis del codice penale, infatti, rende obbligatorio l’arresto in flagranza ed incrementa il minimo edittale per questo reato: punisce con la reclusione da 2 a 6 anni (e la multa da 400 a 3.000 euro) chiunque, con mezzi fraudolenti, induca una persona particolarmente vulnerabile per l’età avanzata a dare (o promettere indebitamente con altri) denaro o altri beni.

Trattandosi di un reato di pericolo non viene espressamente richiesto il danno, e quindi si ottiene una più ampia possibilità di tutela nei confronti di chi venga raggirato a casa ma anche all’interno o in prossimità di esercizi commerciali, di uffici postali, di istituti di credito, di luoghi di cura o di ritrovo e di case di riposo vittime; prevista anche un’aggravante se il fatto avviene tramite strumenti telefonici, informatici o telematici.

E’ importante inoltre sottolineare che questo provvedimento prevede che la sospensione condizionale della pena sia subordinata alla restituzione del maltolto ed al pagamento della somma liquidata a titolo di risarcimento e all’eliminazione delle conseguenze del reato.

Si potrà infine applicare la misura della custodia cautelare in carcere anche qualora il giudice ritenga che, all’esito del giudizio, la pena detentiva irrogata non sarà superiore a tre anni.

“L’auspicio – conclude Bergonzi – è che ora il Senato approvi in via definitiva il provvedimento: si tratta di un vero e proprio dovere morale nei confronti di chi può trovarsi in condizioni di fragilità e che, in caso di frode patrimoniale, non solo viene colpito nell’aspetto economico ma viene anche ferito profondamente nell’animo, a volte con gravi conseguenze di carattere psicologico e sociale”.

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