“Troppi palazzi senza ascensore, anziani costretti a casa”

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Anche la casa in cui si vive può fare la differenza tra un invecchiamento attivo o “una vita che somiglia a una prigionia”. Parla di “standard edilizi e urbanistici per l’invecchiamento attivo” indicati dall’Organizzazione Mondiale il presidente Auser Piacenza Sergio Veneziani, che interviene su un tema “poco conosciuto e molto sottovalutato” come quello che lega una infrastruttura come l’ascensore e il diritto alla mobilità degli anziani.

“I nostri volontari tutti i giorni vedono ascensori rotti o inesistenti, barriere edilizie insormontabili: la vita delle persone anziane – spiega – è messa a dura prova e resa difficile da un insieme infinito di barriere che ne compromettono la qualità della vita e impediscono la loro piena partecipazione alla vita sociale. E questo problema è crescente anche a Piacenza”.

Il presidente dell’associazione che sul nostro territorio organizza oltre 2mila volontari impegnati in azioni di solidarietà quotidiane – che vanno dall’attraversamento degli studenti davanti alle scuole ai trasporti sociali protetti – rende noto che “circa il 76% delle abitazioni sono prive di ascensore” e il “70 per cento dei palazzi a tre piani ne sono sprovvisti”. 
“Siamo abituati a ragionare sempre in termini di emergenza – è il suo ragionamento – ma oggi occorre avviare una riflessione generale sull’adeguatezza degli standard edilizi e urbanistici alle esigenze dell’invecchiamento attivo così come indicate dall’Organizzazione Mondiale della Sanità”.

L’Auser ha lanciato la campagna “L’ascensore è libertà”, e l’obiettivo è sollevare interesse e attenzione, da parte di diversi interlocutori – sia istituzionali, che sociali e economici – sul tema. “Dai dati del censimento 2011 – rende noto Veneziani – risulta che il 69% degli edifici con più di tre piani in regione è privo di ascensori, per un totale di 291.000 edifici. Dalla conoscenza di questi dati, e dall’esperienza quotidiana dei volontari Auser, è nata l’idea di lanciare questa campagna di sensibilizzazione”.

“L’obiettivo è, in primo luogo, trasformare un problema di difficoltà motoria (temporanea o cronica) da problema individuale a coscienza e soluzione collettiva che interroga le parti sociali, economiche e politiche. Ogni soggetto – istituzione, associazione o ente – dovrebbe affrontare la questione “dotazione di ascensori” per le proprie specifiche competenze, non trascurando la manutenzione e la messa a norma degli impianti esistenti. E’  doveroso verso le persone che hanno difficoltà a muoversi avviare questa campagna, ma evidenziamo anche l’aspetto di prevenzione: l’ascensore è utile per tutti, a prescindere da età e condizione, è l’anello di connessione tra la propria casa e il territorio”.

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