Bregantini: “Il valore della cooperazione? Dal piccolo nasce il grande” foto

«Tu solo puoi farcela, ma non puoi farcela da solo». Lo ripete più di una volta monsignor Giancarlo Maria Bregantini circondato dagli Arazzi del Collegio Alberoni.

Confcooperative lo ha invitato a Piacenza per parlare della sua esperienza come vescovo di Locri (attualmente è arcivescovo di Campobasso-Bojano) , lui va oltre e invogliato dalle domande del presidente Daniel Negri racconta la sua idea di cooperazione «nata quando da piccolo portavo il latte dai produttori di formaggio e vedevo che da solo il prodotto delle mie due mucche non valeva niente, ma sommato a quello di tutti gli altri poteva diventare qualcosa di importante. Sono cresciuto con l’idea che dal piccolo nasce il grande».

Insegnamento che l’alto prelato ha sempre tenuto ben presente come base da cui partire. Anche quando lui, nativo del Trentino, si è trovato nella Locride, in un territorio in cui bisogna quotidianamente fare i conti con la criminalità «e dove ho capito ben presto che il problema principale era il lavoro». Nasce così l’idea di avviare una cooperativa, la Goel, che in ebraico significa “mi prendo cura di te, ti faccio crescere”.

Così, sotto la guida di Bregantini, un gruppo di agricoltori calabresi inizia una collaborazione con dei colleghi trentini: realtà così distanti ma così vicine, che nel tempo hanno portato la cooperativa a diventare uno dei più grandi produttori di lamponi del nostro territorio. «Ma attenzione – ammonisce il monsignore – la solidarietà dura poco; perché il rapporto sia duraturo bisogna puntare sulla reciprocità. E’ questo il cavallo vincente della cooperazione».

In avvio l’esperienza è dura e carica di problemi, anche perché si cerca di inserire nella coop i figli di persone appartenenti alla criminalità. «Il lavoro garantisce alternative alla malavita, ma abbiamo avuto anche tantissime difficoltà. Come quando ci hanno avvelenato migliaia di piantine di lamponi e io ho scomunicato gli autori del gesto. Si è trattato di una decisione che non esito a definire pedagogica, perché non si può violare la vita nel grembo della terra».

E in una realtà come quella emiliana romagnola in cui la cooperazione ha solide basi, Bregantini invita tutti a proseguire il lavoro iniziato da anni. «Viviamo in un periodo di carenza di motivazioni e tocca a noi rilanciarle. La cooperazione è un grande dono, ma richiede un impegno enorme. Se ogni giorno non viene rinvigorita rischia di spegnersi, ma se innaffiamo le radici giuste ci offre frutti sempre migliori».

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