Il valore dell’acqua: “Necessaria una nuova diga a Piacenza” foto
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Più volte invocata, questa volta la sua realizzazione potrebbe essere più vicina. La necessità di dotare la provincia di Piacenza di una nuova diga è stata sollecitata a più voci, durante il convegno “Il valore dell’acqua: coltiviamo insieme il nostro futuro” tenutosi all’Università Cattolica di Piacenza.
I promotori dell’incontro il Consorzio di Bonifica di Piacenza e la Facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali dell’ateneo di San Lazzaro.
L’emergenza idrica affrontata dalla nostra provincia e da tutta la Regione, la scorsa estate, ha offerto nuovi spunti di discussione riguardo al risparmio idrico e all’efficientamento dell’utilizzo della risorsa acqua.
“Con i cambiamenti climatici dovuti all’effetto serra aumenteranno le temperature e diminuiranno le precipitazioni, con una riduzione della portata dei fiumi. Il riscaldamento globale si intensifica il ciclo dell’acqua: evapora più velocemente e si condensa più velocemente, dando vita a eventi estremi”, osserva Marco Trevisan, preside della Facoltà di Agraria in Cattolica. Per “eventi estremi” vanno intesi quelli che, con una semplificazione giornalistica, vengono erroneamente definiti ‘bombe d’acqua’.
Quali azioni adottare, dunque? “Azioni di adattamento sinergiche con quelle di mitigazione”.
“Risultano quindi cruciali questi interventi: dobbiamo raccogliere acqua piovana, sì alle dighe perché aiutano a ridurre gli effetti delle piene. Qui a Piacenza i problemi maggiori si sono verificati lungo Il Nure, durante l’alluvione 2015, valle in cui non è presente nessuna diga” osserva Trevisan. Il professore sottolinea inoltre la necessità di tutelare le falde acquifere, ad esempio a chi contesta la modalità di irrigazione “per allagamento” fa notare che questo consente di ricaricare le falde, “le nostre dighe naturali”. Procedimento di assorbimento che viene ostacolato anche dalla cementificazione dei canali.
La siccità dello scorso anno, osserva Marco Crotti, presidente Coldiretti Piacenza, ha rappresentato, nella sfortuna del momento l’opportunità di affrontare temi sempre rimandati. “Si è sanato il conflitto tra agricoltura e ambiente – osserva Crotti – perché è apparso evidente come le dighe non servano solo a noi agricoltori, ma anche ai cittadini. Un esempio lo abbiamo avuto con la diga di Mignano e il suo aiuto dato in Valdarda questa estate. E’ un tema culturale, e come tale va affrontato”.
“Penso sia necessario realizzare velocemente la traversa di Mirafiori – conclude Crotti – ne abbiamo bisogno sia per l’agricoltura che per l’ambiente. Poi va realizzata una nuova diga, e la Valnure è l’ideale”.
L’assessore regionale Simona Caselli dice di essere stanca di sentir attribuire delle responsabilità alla Regione. “Se siamo riusciti a salvare la stagione del pomodoro, la scorsa estate, è perché siamo riusciti ad ottenere il riconoscimento dello stato di emergenza in giugno. Altre Regioni si sono attivate in agosto” dice l’assessore, che elogia il lavoro svolto dai Consorzi di Bonifica. “Sono fondamentali, senza di loro non saremmo riusciti a superare la scorsa estate”.
Come affrontare il tema della risparmio della risorsa idrica? Per Caselli l’approccio migliore è quello olistico, ossia su più fronti. La virtuosità della Regione Emilia Romagna è già stata riconosciuta, “siamo i secondi per risparmio idrico, dopo Israele”. Ma occorre fare fronte comune all’Ue per far riconoscere le peculiarità del territorio, e sul fronte degli invasi da un lato fa presente che “la scorsa estate, con la scarsa pioggia caduta, una diga non avrebbe avuto effetti”, dall’altro osserva che “prima vengono individuate le dighe da realizzare, più sarà facile realizzarli”.
“Se l’acqua ha un valore pubblico, non fare il possibile per riuscire a trattenerla, ed impedirne lo spreco, è un danno pubblico” sottolinea Fausto Zermani, presidente del Consorzio di Bonifica di Piacenza. Ora la palla passa alla politica. “Il nostro è un territorio virtuoso, è stato riconosciuto dall’assessore Caselli. Sappiamo che la coperta è più piccola dei buchi che dovrà coprire e siamo consapevoli di essere partiti in ritardo”.
ACQUA, CROTTI: “NEL PIACENTINO VANNO REALIZZATE LA TRAVERSA DI MIRAFIORI E UN NUOVO INVASO” – La nota Coldiretti
In buona parte l’economia di Piacenza vive – ha affermato il presidente provinciale di Coldiretti Marco Crotti – intorno alla produzione di pomodoro e il pomodoro, così come le altre produzioni, ha fortemente bisogno di acqua. Lo scorso anno noi lo abbiamo capito davvero, trovandoci a fronteggiare la siccità, che era gravissima ed era reale, con le nostre dighe rimaste vuote.
In termini mediatici – ha sottolineato Crotti – la siccità così devastante nel 2017 ci ha consentito di creare l’emergenza e noi abbiamo sollevato un problema, che comunque rappresenta una criticità da anni: la mancanza di acqua, le nostre richieste di deroga al deflusso minimo vitale e il conflitto tra agricoltura e ambiente. L’anno scorso nella disgrazia, l’emergenza ha in parte sedato proprio questo storico conflitto e lo ha fatto quando in uno dei confronti più tesi avvenuti in Prefettura tra i comuni della Val d ‘Arda, il Consorzio di Bonifica e le associazioni degli agricoltori, è stato messo in luce come la diga di Mignano, nata per finalità irrigue, era fondamentale per dare da bere ai cittadini di otto comuni della vallata.
Dobbiamo quindi essere consapevoli che l’acqua non è solo un problema del mondo agricolo, ma di tutti. Significa che dighe e invasi sono a beneficio dell’intera collettività. Gli agricoltori fanno grossi sforzi anche in termini economici per risparmiare le risorse idriche, sono continuamente esposti a costi e rischi, che il mercato in buona parte non riconosce.
LE PROPOSTE DI COLDIRETTI
Credo – ha concluso Crotti – che nel Piacentino ci sia davvero la necessità di realizzare in tempi brevi la traversa di Mirafiori (Rivergaro), opera di cui si parla da troppi anni e che è necessaria per esigenze agricole e ambientali. Abbiamo bisogno anche di un nuovo invaso, in Val Nure, l’unica a non averne. Questi due interventi rappresenterebbero un’importante ricchezza per il territorio.
L’INTERVENTO DI GIAMPAOLO MALOBERTI – CONSORZIO CARNE CHE PIACE
“La traversa di Sant’Agata deve, ripeto deve, avere la stessa priorità di quella di Mirafiori. O siamo figli di un dio minore? Allibito”. E’ il lapidario commento di Giampaolo Maloberti, presidente Consorzio La Carne che Piace, a margine del convegno di stamattina.
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