“Spesi in coca e alberghi 70mila euro estorti alle zie”, arrestata 45enne

“In quattro mesi ha estorto e speso in droga e alberghi 70mila euro delle zie, costrette a rovistare nei cassonetti e contrarre debiti”.

La conferenza stampa dei carabinieri

Questo il quadro contestato dagli inquirenti a una 45enne di Rivergaro, in carcere per maltrattamenti, estorsione e truffa ai danni delle sue stesse zie, rispettivamente di 60 e 70 anni.  Un episodio da cui si è sviluppata una complessa attività d’indagine che ha colpito anche tre piazze di spaccio, portando complessivamente all’arresto di 9 persone.

Un’operazione denominata “Binario 10” (in riferimento al luogo della stazione ferroviaria dove avveniva in parte la compravendita di droga), ultimata venerdì 6 luglio, con 50 uomini dell’Arma e l’elicottero in campo per l’esecuzione delle misure cautelari.

Come spiegato dal sostituto procuratore Matteo Centini, titolare delle indagini (iniziate circa un anno fa), il risultato è frutto della fiducia della popolazione nelle forze dell’ordine, nel caso specifico la stazione dei carabinieri di Rivergaro guidata dal luogotenente Roberto Guasco.

“Un esito reso possibile dalla profonda conoscenza del territorio e dall’impegno costante degli operatori, in grado di portare avanti accertamenti complessi” ha voluto sottolineare il colonnello Corrado Scattaretico, comandante provinciale dell’Arma.

Grazie infatti alla segnalazione di un cittadino, il quale aveva notato una delle due vittime in lacrime dopo aver effettuato un prelievo in un ufficio postale – a detta dell’anziana necessario per pagare un presunto avvocato – è stato possibile appurare la condizione di indigenza in cui vivevano quotidianamente le due donne, secondo gli investigatori “assoggettate psicologicamente” alla nipote.

Le indagini – L’input dato dalla segnalazione ha spinto i militari ad approfondire la condizione economica delle due sorelle, da cui è emerso che nell’arco di breve tempo avevano eseguito numerosi prelievi (da circa 2mila euro l’uno), fino a prosciugare quasi completamente il patrimonio. Una somma complessiva di circa 7omila euro, che si era “volatilizzata” in solo quattro mesi.

Una situazione molto sospetta, da cui sono partiti gli accertamenti, che si sono avvalsi anche di intercettazioni ambientali.

Secondo il racconto degli inquirenti, la 45enne (nullafacente, pregiudicata e di fatto domiciliata con loro) maltrattava quotidianamente le famigliari, aggredendole sia verbalmente che fisicamente e inducendole a consegnarle costantemente i loro risparmi, (tanto da ridurle a contratte debiti nel negozio di alimentari per poter fare la spesa) affermando di dover saldare i conti di un avvocato di Pavia per sistemare i gravi problemi economici ereditati dal padre.

Le indagini hanno però rilevato tutt’altra necessità; secondo quanto emerso, la 45enne spendeva tutto il denaro in cocaina, alberghi (dove alloggiava durante la giornata) e taxi, quest’ultimi necessari ai suoi spostamenti in città con il compagno e l’amica 29enne, spesso incaricata di eseguire gli “acquisti”, in particolare di eroina (15 le cessioni contestate dagli investigatori).

Elementi che hanno consentito ai carabinieri di Rivergaro di risalire anche ai fornitori della donna, riconducibili a tre diverse piazze piacentine.

In carcere per spaccio di stupefacenti sono finiti una rumena classe ’69 e il figlio 24enne. Poi due tunisini di 34 e 54 anni e due soggetti italiani: due 50enni, il primo di origini sarde e di fatto senza fissa dimora, il secondo residente Piacenza.

Della stesso reato deve rispondere anche l’amica della nipote a sua volta residente a Rivergaro (ora ai domiciliari) accusata anche di aver partecipato alla truffa ai danni delle anziane.

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