Droni per il soccorso, da tutta Italia a Farini per il campo di addestramento fotogallery

Un centinaio di persone da diverse regioni italiane, dalla Sicilia al Friuli, hanno preso parte nel week end al primo campo di addestramento di Protezione Civile a Mareto di Farini (Piacenza) organizzato da Rescue Drones Network, l’associazione che rappresenta la prima rete strutturata al mondo di droni professionali per il soccorso nata a Piacenza il 13 ottobre scorso.

Nel piacentino sono arrivati piloti di droni, controllori del traffico aereo commerciale, tecnici di assistenza aeronautica aeroportuale, ingegneri, architetti, geologi, topografi, esperti di analisi termometrica, informatici, piloti di linea e militari, istruttori di volo, soccorritori sanitari, operatori e tecnici video e semplici volontari.

Obiettivo del campo di addestramento la sperimentazione di diverse tecnologie che si appoggiano sui droni per migliorare le attività di soccorso in zone impervie.

“È la prima volta al mondo – spiegano gli organizzatori – che si sperimentano queste tecniche e metodiche in modo organico. Su quasi tutte le sperimentazioni fatte non esiste infatti letteratura, per cui si parte a livello pionieristico. Ciascuna delle aree sperimentate può portare a risultati che cambiano in modo sostanziale l’esito del soccorso”.

All’Albergo Morandi è stato allestito il Centro Comando e Controllo; realizzata a tempo di record anche l’area di volo con due piazzuole per decollo e atterraggio dei droni con tutti gli allestimenti di sicurezza.

Nel corso del week end sono state definite e sperimentate procedure di derivazione aeronautica ed i linguaggi specifici per le comunicazioni radio (“qualcosa che non è mai stato definito per i droni”), sperimentati il volo di più droni nella stessa area (quanto succederà nelle operazioni di soccorso) per definire linee guida di sicurezza e i sistemi in volo per migliorare le comunicazioni telefoniche e dati.

Testati inoltre i sistemi, sempre su drone, per illuminare quasi a giorno di notte le aree con persone da cercare o soccorrere, e pianificata e realizzata un’attività di rilievo aerofotogrammetrico all’interno di un’area di 10 ettari in località Bolderoni.

E’ stata poi sperimentata, tra le prime volte in Italia, l’attività di Mantracking, tecnica di derivazione militare, con formatori certificati negli USA saliti a Mareto per dimostrare l’efficacia dell’analisi delle tracce lasciate dall’uomo nell’ambiente, dalle quali si possono ricavare un gran numero di informazioni, dall’età, alla condizione fisica. Dopo la formazione in aula i volontari sono scesi nei boschi per la parte pratica.

Grande spazio anche ai test con le termocamere a bordo dei droni “che garantiscono la certezza quasi assoluta di individuare una persona in vita che si trovi nell’area scansionata”; tecnica, però, difficile da applicare senza una preparazione adeguata. Anche in questo caso non esiste letteratura specifica.

Durante la cena di sabato il sindaco di Farini Antonio Mazzocchi è intervenuto per salutare i partecipanti, sottolineando il suo entusiasmo e stupore, come amministratore, davanti alla prospettiva di ricorrere proprio ai droni in caso di situazioni difficili, soprattutto in montagna. Ha quindi ringraziato per aver scelto Mareto con un’iniziativa “di portata non solo nazionale, che aiuta territori che non hanno grandi prospettive di crescita”.

La notte di sabato è servita al centro Comando e Controllo per affinare le procedure adattandole ai risultati delle sperimentazioni della giornata precedente.

RICERCA E SOCCORSO – Nella mattinata di domenica sono partite le operazioni di ricerca e soccorso nelle aree intorno a Mareto con la messa in campo di tecnologie e metodiche testate il giorno precedente.

Soccorso Alpino, responsabili delle unità cinofile della CRI e Carabinieri Forestali hanno suddiviso l’area da indagare in diverse zone. Droni, unità cinofile, volontari con i quad insieme ad altri Volontari di RDN con gli addetti al supporto aeronautico e con il coordinamento del Centro Comando e Controllo hanno così iniziato le attività di ricerca: in tutte e quattro le missioni le persone scomparse (nascoste con particolare attenzione) sono state ritrovate entro 20 minuti. In alcuni casi il drone ha individuato la persona ancora prima dell’unità cinofila.

Intanto al centro di comando su grande schermo arrivavano in diretta le immagini da drone e venivano visualizzate sulla mappa in tempo reale sia la posizione esatta dei droni che quella dei cani da ricerca e delle squadre di terra.

Hanno partecipato alle operazioni anche cinque piloti di droni piacentini abilitati ENAC e tutte le operazioni sono state dirette dal piacentino Gian Francesco Tiramani, Direttore delle Operazioni del Network, coadiuvato dal Direttore Vicario Alex Vetrò (da Pomigliano d’Arco).

Presente alla due giorni anche il Presidente del Network, Salvatore Caliendo da Nola (NA), Disaster Manager di lungo corso. Hanno partecipato inoltre il Soccorso Alpino della stazione Monte Alfeo di Piacenza, la Croce Rossa Italiana di Piacenza e Farini con unità cinofile ed ambulanza fuoristrada, Associazione di Protezione Civile “I Barbari ODV”, l’Associazione “ASD Peter Pan” di Farini, gli specialisti di Mantacking del gruppo PREDATORS GROUP, costituito da operatori ed istruttori esperti provenienti dall’Italia, Francia, Croazia e USA, IPE (Ingegneri per le Emergenze) e i Carabinieri Forestali della stazione di Bettola.

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