Gls – S.I. Cobas, al via le trattative “Primo incontro positivo”

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Si è tenuta nel pomeriggio di giovedì 21 febbraio la prima parte della trattativa fra la Gls Italy (ramo d’azienda della multinazionale che organizza il lavoro di facchinaggio nei magazzini) e il S.I.Cobas, dopo la giornata di sciopero e blocchi ai cancelli che ha visto fermare tutti i principali stabilimenti della multinazionale di trasporti e logistica nel nostro paese.

“L’incontro ha avuto esito positivo” – spiegano i S.I. Cobas – “la Gls ed in particolare il fornitore Seam (presente nel magazzino di Piacenza) hanno aperto un confronto per tenere aperto il sito con il mantenimento della forza lavoro oggi presente. Fermo restando che la trattativa sarà ancora da definire nei dettagli, pare quindi scongiurato il pericolo di un abbandono dell’hub piacentino.

“Su basi volontarie qualche lavoratore – aggiungono – con un’offerta economica che il sindacato riterrà congrua, verrà esodato dal magazzino di Piacenza, ma stiamo parlando in termini di unità e non di percentuali consistenti come paventato originariamente”.

“Sfruttando la capillarità della sua presenza – evidenziano i sindacalisti –  il S.I.Cobas ha rilanciato la trattativa sul piano nazionale per apportare miglioramenti alla condizione dei lavoratori anche negli stabilimenti non piacentini. Si sono quindi fissate le date per gli incontri che riguardano gli altri magazzini”.

“All’incontro non si è invece presentata Gls Enterprise – fanno poi presente – “amo d’azienda che riguarda la sola componete dei driver. Nei magazzini di questo comparto andranno di conseguenza avanti le agitazioni dei lavoratori”.

In conclusione i S.I. Cobas si dicono soddisfatti di questa prima fase di trattative: In attesa di avere nero su bianco l’accordo – commentano – possiamo senz’altro dire che si è dimostrata ancora una volta l’efficacia della forza d’urto che il S.I.Cobas può mettere in campo facendo appello alla generosità e alla solidarietà dei suoi aderenti: lavoratori italiani, indiani, pakistani, senegalesi, egiziani capaci di superare divisioni futili e di mettere in crisi le multinazionali con il meccanismo del blocco ai cancelli”.

“Non poco, in tempi di continua erosione dei diritti dei lavoratori e di becera retorica razzista fomentata dai partiti di governo – concludono –  e sicuramente un’indicazione a tutti i lavoratori del nostro paese sul come recuperare quanto la classe politica le ha sottratti negli ultimi trenta anni”.

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