“Ghetti”: il viaggio di Goffredo Buccini nell’Italia dei dimenticati

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“E’ bello, ben scritto, ma sopratutto drammaticamente vero” l’ultimo libro del giornalista e scrittore Goffredo Buccini, edito da Solferino ed emblematicamente intolato “Ghetti”.

Lo definisce così Mauro Molinaroli, dialogando con l’autore durante le presentazione del libro alla Galleria Biffi Arte di Piacenza. Un pubblico partecipe all’ultima, attualissima, fatica di Buccini, inviato ed editorialista del Corriere della Sera, già noto per l’inchiesta Mani Pulite.

Muovendosi tra marginalità sociale e populismo, Buccini “racconta l’Italia tragicamente reale dei dimenticati e delle periferie – continua Molinaroli – il tramonto del ceto medio, il degrado di quartieri come il Corviale e la Bolognina, che a volte noi non conosciamo, eppure sono capillarmente presenti sul territorio italiano”.

Situazioni frutto di trascuratezze colpevoli, durature, di una classe politica assente. Dalla volontà di capire e documentare queste realtà il libro prende forma. “Nel volume si scorge infatti chiaro il cronista di una volta – aggiunge Molinaroli- , che tocca con mano i diversi luoghi critici, li respira, e poi li spiega, li racconta”.

“Da anni indago contesti e questioni di marginalità sociale – spiega l’autore – ma ora più che mai la ritengo un’operazione necessaria su cui si giocano problemi fondamentali e sorti future della nostra democrazia”.

“Sono convinto – continua – che la crisi profonda della nostra società democratica poggi sul drammatico scontro tra ultimi (immigrati stranieri) e penultimi (italiani poveri delle periferie e ceto medio impoverito dalla crisi), il grande popolo degli invisibili del mio libro”.

“Gli italiani poveri non se li fila nessun governo da almeno trent’anni – sottolinea poi molto efficacemente -. Si è tornati a ricordarsi di loro solo al sorgere di un’altra grave emergenza: il fenomeno migratorio. Ecco allora che la collisione tra due grandi problemi rischia di rompere il sistema”.

“Salvini non ha certo inventato la paura nè la rabbia – afferma l’autore -, le ha solo cavalcate per ottenere consensi, dopo che per anni la sinistra le aveva sciaguratamente ignorate”.

Ma quali sono le risposte concrete che il governo tende a dare oggi agli italiani, aldilà della propaganda? “Un decreto sicurezza che sembra creare insicurezza, – conclude Buccini -, con un maggior numero di immigrati irregolari, e un bando urbanistico per le periferie rinviato di tre anni, causa “Quota Cento” e Reddito di Cittadinanza”.

Poi una piccola immersione nel grande viaggio tra i “Ghetti” raccontati dall’autore: i fatti incresciosi di Macerata, Pamela e Luca Traini, dove tutto inizia, squarciando un velo di paure endemiche e di cattiva gestione dell’accoglienza migratoria. Un simbolo di quanto le “periferie” siano umane e culturali, prima che geografiche.

Macerata, Scampia, lo Zen di Palermo, Tor Sapienza, Genova di via Prè. Tutte realtà geograficamente diverse, ma socialmente simili: in bilico tra rancore e desiderio di riscatto: qui l’immgrazione sregolata genera odio e conflitto.

“Ma come può la sinistra emendare le colpe pregresse?” – chiede Molinaroli in conclusione. “Preso atto di paure e povertà che non si possono ignorare, l’aveva fatto anche Renzi riponendo troppa fiducia nel corso del libero mercato per il benessere collettivo – la risposta di Buccini -, la sinistra di oggi deve assolutamente sforzarsi di rispondere alle due “p” di paura e povertà, con le due “s” di sicurezza e solidarietà.”

“Solo così – conclude – potremo salvare saldamente la democrazia, evitando il serio rischio di avere Casa Pound al governo”.

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