La fiaccolata “entra” nel carcere: “Luogo di vita e non di sopravvivenza” fotogallery

Il cancello scorre e si apre completamente quando il lento incedere del corteo si avvicina alle Novate.

La “testa” della fiaccolata entra così nel cortile del carcere di Piacenza e la direttrice Maria Gabriella Lusi cammina incontro al vescovo, all’Imam e agli altri rappresentanti religiosi per una calorosa stretta di mano.

Giunta alla sua quarta edizione, la fiaccolata verso il carcere voluta dalla Diocesi per la prima volta “sfonda il muro” delle Novate e non resta confinata nella zona all’esterno della recinzione come negli anni passati. Una novità significativa ed emozionante per le circa 300 persone che dalla Galleria Alberoni hanno raggiunto la casa circondariale a piedi con una fiaccola in mano. Per testimoniare la vicinanza della città ad una categoria speciale di “ultimi”, quelli reclusi ed anche esclusi dalla vita civile.

La fiaccolata al carcere delle Novate

Gioia, emozione ed entusiasmo, per noi significa tanto questo gesto”. Sono le parole con le quali Maria Gabriella Lusi, da pochi mesi nuova direttrice delle Novate, ha accolto il corteo composto da tanti scout, volontari, religiosi, ma anche gente comune.

“Vi ringrazio perchè la vostra presenza – ha aggiunto – ci aiuta a rendere il carcere luogo di vita e non di sopravvivenza. Lavoreremo per creare ponti con il territorio perché la vita continua anche in carcere e questo è un luogo di dignità”.

Sotto lo sguardo discreto degli agenti di polizia penitenziaria, il corteo si è raccolto sotto la palazzina della direzione per accendere il braciere con le fiaccole ed ascoltare le testimonianze di due detenuti, presentati dal cappellano don Adamo Affri.

Fabio, 26 anni: “Sono qui perchè ho commesso un errore nel 2007, sono entrato in carcere molto giovane e col tempo mi sono reso conto di dover ricostruire la mia vita, per me e per la mia famiglia. Ora lavoro ed esco grazie a un permesso, spero che i miei figli siano fieri di me”.

Poi la parola ad Henry, sudamericano, che deve scontare una lunga pena: “Da 10 anni sono alle Novate ed è quasi casa mia. Solo la speranza aiuta ad andare avanti perché il tempo qui è una cosa che non ha né inizio né fine. Vengo da un mondo diverso, ma qui è iniziato un cambiamento. E’ dura la vita dentro, ci vuole tanta pazienza in carcere ma mi ha aperto gli occhi il Signore”.

La fiaccolata al carcere delle Novate

Nel suo saluto finale il vescovo Gianni Ambrosio ha sottolineato: “Non si può non essere emozionati questa sera, ringraziamo tutti coloro che custodiscono questa comunità. San Paolo dice che siamo membra gli uni degli altri, ma lo siamo solo se mettiamo in mostra la nostra fraternità con tutti”.

“Ricordatevi dei carcerati come se foste loro compagni di carcere” è la citazione dal Libro degli ebrei della Bibbia ricordata all’inizio della manifestazione dal vicario generale Luigi Chiesa nella sala degli Arazzi della Galleria Alberoni. Dove si sono succeduti i saluti dei rappresentanti delle altre confessioni invitati.

La fiaccolata al carcere delle Novate

L’Imam centro islamico di Piacenza Sheykh Yassin Al Yafi ha detto: “Non pensiamo il carcere solo come una casa di punizione ma anche l’occasione per cambiare una vita”. Presenti anche padre Kliment della chiesa macedone ortodossa e un rappresentante della Chiesa evangelica Metodista e Valdese.

Per l’amministrazione comunale ha portato il saluto il consigliere comunale Sergio Pecorara.

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