La protesta dei facchini sale sul tetto di Gls a Montale foto

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Sale sul tetto dello stabilimento Gls di Piacenza, a Montale, la protesta dei facchini.

la protesta dei facchini Gls notte

Nel pomeriggio del 16 aprile un gruppo di 22 lavoratori iscritti al sindacato autonomo Usb ha messo in atto la contestazione nei confronti dell’azienda di logistica salendo sul tetto ed esponendo uno striscione.

La protesta prosegue ad oltranza anche nella notte.

Alla base del gesto c’è il licenziamento di 33 iscritti ad Usb e la dichiarazione di un esubero di altri 54 facchini da parte della ditta appaltatrice del servizio Seam.

Nei giorni scorsi Usb era intervenuta per chiedere di “garantire gli attuali livelli occupazionali facendo tornare i volumi originari di merci, creando nel magazzino quel clima di serenità e sicurezza che finora è mancato”.

la protesta dei facchini alla Gls

“Gli 87 licenziamenti complessivi proposti da Gls – hanno sostenuto – sono un problema sociale per l’intera comunità piacentina; i lavoratori torneranno al Ministero dello sviluppo economico, così come non lasceranno nulla di intentato per contrastare scelte improvvide e ciniche”.

Sul posto sono giunti i vigili del fuoco e la polizia. Presente anche il questore Pietro Ostuni.

questore a Gls

Con una nota stampa il sindacato Usb di Piacenza spiega che “i licenziati da Gls hanno scelto una forma di lotta molto radicale ed estrema per protestare contro una misura estrema che vivono come estremamente ingiusta”.

“La società Seam, la fornitrice di servizi nell’hub piacentino – secondo Usb – aveva licenziato 33 iscritti ad Usb perchè avevano dato corpo ad un ciclo di lotte e scioperi tendenti ad ottenere condizioni di sicurezza sul posto di lavoro dopo che erano stati aggrediti”.

“Quello che comincia a palesarsi -aggiungono – è il fatto che questo pretestuoso licenziamento plurimo per motivi disciplinari ha fatto da apripista ad una dichiarazione di esubero per altri 54 lavoratori. Vogliono intimidire i lavoratori e il loro sindacato per far passare misure di ristrutturazione che tagliano posti per aumentare profitti. Hanno fatto male i loro calcoli, e la risposta dei 33 licenziati è nel segno della più ferma determinazione”.

“Usb – conclude il sindacato – è al loro fianco e chiede l’apertura di un tavolo di confronto per riportare i licenziati al lavoro, per ridare serenità e sicurezza ad un magazzino nel quale il lavoro non manca”.

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