Prevenzione, presentato il nuovo piano regionale

Consolidare gli interventi di provata efficacia, come gli screening oncologici e le vaccinazioni. Sviluppare programmi di prevenzione e di promozione della salute già avviati su stili di vita, sicurezza del lavoro, sicurezza in casa e nella mobilità.

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Consolidare gli interventi di provata efficacia, come gli screening oncologici e le vaccinazioni. Sviluppare programmi di prevenzione e di promozione della salute già avviati su stili di vita, sicurezza del lavoro, sicurezza in casa e nella mobilità. Diffondere in tutto il territorio le “buone sperimentazioni” locali riguardo all’ambiente, alla prevenzione negli adolescenti e nei giovani (con interventi su alimentazione, rischio per fumo, alcol, sostanze, sedentarietà) e nelle persone anziane (con la promozione dell’attività fisica). Il Piano regionale della prevenzione 2010-2012 rilancia l’azione per prevenire le malattie e promuovere stili di vita sani, con programmi rivolti alla popolazione generale e a gruppi di popolazione con specifici rischi. E lo fa ispirandosi ai valori e ai principi che stanno alla base della programmazione sanitaria della Regione: equità, integrazione, partecipazione.

“Con questo Piano – ha spiegato l’assessore alle Politiche per la salute Carlo Lusenti – vogliamo dare continuità, programmazione e risorse a tutta una serie di interventi a tutela di quel bene così grande, per il singolo e per la collettività, che è la salute”. Per quanto riguarda le risorse viene seguita l’indicazione nazionale, “assegnando cioè il 5% del Fondo sanitario regionale alle attività di prevenzione: questo significa 400 milioni di euro l’anno, di cui oltre 20 milioni per i programmi di screening oncologici. L’Emilia-Romagna – ha sottolineato Lusenti – è l’unica Regione che utilizza tutte le risorse destinate a quest’ambito. I risultati - tangibili - si vedono nell’adesione agli screening oncologici, nelle diagnosi precoci e in un miglioramento complessivo della qualità della vita in fasce d’età anche avanzate e nei pazienti cronici”.

Il Piano segue tre linee: programmi di prevenzione per tutta la popolazione, per gruppi specifici, e per scongiurare complicanze da recidive di malattie. Gli ambiti di intervento più significativi sono riconducibili a cinque grandi aree: promozione della salute, prevenzione e controllo delle malattie trasmissibili, screening oncologici, lavoro e salute, ambiente e salute. La Regione Emilia-Romagna, inoltre, con un finanziamento di 500 mila euro dal ministero della Salute, attua una sperimentazione sulla “prescrizione dell’esercizio fisico”, principalmente per persone con malattie cardiovascolari e dismetaboliche: l’esercizio fisico “prescritto” e “somministrato” come un farmaco (scheda allegata).

La promozione della salute
L’obiettivo è di contrastare l’insorgere di malattie croniche agendo sui fattori di rischio comuni: inattività fisica, alimentazione non sana, uso di tabacco, alcol e sostanze stupefacenti. E’ noto che queste malattie sono la principale causa di morte nel mondo e che il loro impatto sta crescendo costantemente: in Emilia-Romagna le malattie del sistema circolatorio costituiscono la principale causa di morte (38%), seguita dai tumori (30%). L’eliminazione dei fattori di rischio comuni potrebbe prevenire l’80% delle malattie cardiache premature, l’80% dei casi di diabete tipo-2 e il 40% dei tumori. L’intervento riguarda dunque gli stili di vita ed è mirato a modificare le conoscenze individuali (pochi sanno che la sedentarietà è pericolosa quasi quanto il fumo di sigaretta) e il contesto sociale (per esempio riportare la vita quotidiana nelle strade dei quartieri, fondamentale fattore di sicurezza anche per i bimbi).

Le azioni sono portate avanti, fin dalla progettazione, con il forte coinvolgimento della popolazione in modo da realizzare interventi che rispondano effettivamente ai bisogni. In particolare, per la promozione dell’attività fisica, programmi specifici sono rivolti a persone per le quali l’attività fisica sia di dimostrata efficacia (come gli anziani) e sono realizzati in stretta collaborazione con i medici di famiglia e le strutture delle cure primarie dei territori: Nuclei di cure primarie e Case della salute.

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