Wayne Marshall al Municipale dirige la Toscanini foto

Un grande ed atteso ritorno al Municipale di Piacenza quello di Wayne Marshall che alla guida della Filarmonica Arturo Toscanini è stato protagonista del concerto di domenica, nell’ambito della stagione concertistica 2010/2011.

Un grande ed atteso ritorno al Municipale di Piacenza quello di Wayne Marshall che alla guida della Filarmonica Arturo Toscanini è stato protagonista del concerto di domenica, nell’ambito della stagione concertistica 2010/2011. E’ oramai il terzo anno che Piacenza ospita il maestro Marshall e in questa occasione, per la prima volta, il direttore d’orchestra si è cimentato non solo negli autori americani (in passato ha eseguito Gershwin, Bernstein), ma anche in un classico: la Suite dalla Schiaccianoci di Cajkovskij. Nel ricco programma anche un parallelo con la versione realizzata dal grande autore jazz Duke Ellington, che la incise  a Los Angeles in quattro sedute dal 26 maggio al 22 giugno 1960.

La serata è completata dall’esecuzione di Rodeo, quattro episodi dal balletto, composto da Aaron Copland, del quale l’apprezzato solista Alessandro Carbonare, primo clarinetto dell’Orchestra dell’Accademia di S.Cecilia, eseguirà il Concerto per clarinetto con arpa e pianoforte di Aaron Copland. Un programma questo che dimostra quanto la musica non sempre è categoricamente suddivisibile per generi esatti (classica, jazz, rock): lo dimostra anche il fervido fenomeno di contaminazione a cui assistiamo oggi, che per altro ha avuto origine agli inizi del secolo scorso.

Commissionato da Benny Goodman, il Concerto per clarinetto di Copland nacque intorno al 1947 mentre l’artista si trovava a Rio de Janeiro per un ciclo di concerti. Copland  che si era prefissato di  mettere in risalto l’agilità e il virtuosismo tecnico del dedicatario, decise di scrivere non per una jazz band, bensì per un organico costituito da archi; arpa e pianoforte. Il Concerto ha due movimenti, l’Adagio e l’Allegro e tra questi  vi è una lunga e complessa cadenza solistica. Leggendo tra le righe, si può anche pensare che il compositore americano con questo brano abbia cercato di realizzare una simbolica ‘unione’ tra vecchio e nuovo mondo. Nell’Adagio, infatti sono evidenti le influenze del panorama musicale europeo, mentre nell’Allegro (che  nel caso specifico è ricco di elementi ritmici e melodici di tipo ‘americano’ tra cui spicca lo spettacolare ‘glissando’ conclusivo), può rappresentare qualcosa definibile come ‘l’altra faccia della medaglia’.

Il Concerto prosegue con l’esecuzione di Rodeo, suite dal balletto -  quattro episodi – commissionato da Aaron Copland per il Ballets Russe di Montecarlo nel 1942-43. Tanti i temi popolari presenti nel balletto in cui i due tempi centrali fungono da intermezzi lirico-sentimentali ai due scatenati ‘quadri’ esterni la cui verve è esaltata dell’incandescente orchestrazione.

Si prosegue con l’esecuzione la Nutcracker Suite, nella versione che Duke Ellington e Strayhorn hanno tratto da Cajkovskij. Nell’affrontare questa musica con un senso di grande rispetto, Ellington ha finito per salvaguardarne soltanto gli aspetti più formali, mentre lo spirito originale dell’opera risulta rivissuto e reinterpretato in modo assolutamente personale. Tuttavia si tratta di un’opera nuova rispetto all’originale classico, e come tale va giudicata per i suoi intrinseci contenuti musicali, al  di là degli spunti tematici che costituiscono quasi un pretesto per fare  musica, come succede nella più genuina tradizione  jazzistica.

Chiude il concerto il brano ‘originale’:  Suite "Lo schiaccianoci" di Piotr Iljic Čajkovskij, composta  tra il 1891 ed il 1892, per tradurre in balletto la fiaba "Nussknacker und Mausekönig" di Ernst T. A. Hoffmann, nella versione di Alexandre Dumas padre, su sceneggiatura di Marius Petipa, coreografo francese tra i maggiori dell’epoca. Con la sua sagace scrittura orchestrale Čajkovskij inventò delle sonorità speciali che calzano perfettamente sui personaggi della vicenda fiabesca: non è soltanto questione di pura tecnica o di ispirata, geniale scelta di timbri, quanto ricreare con la musica, il  significato profondo del racconto “infantile".

ALESSANDRO CARBONARE
Dal 2003 è il primo clarinetto dell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Per 15 anni ha vissuto in Francia dove ha ricoperto il ruolo di primo clarinetto nell’Orchestre National de l’Opera de Lyon e quindi nell’Orchestre National de France.
I molti premi vinti nei più importanti concorsi internazionali fanno di lui il clarinettista più premiato a livello mondiale. Si è aggiudicato infatti i concorsi internazionali di Ginevra, Praga, Duino, Tolone e Monaco1991 e 1992 e innumerevoli sono i premi nazionali vinti.
Parallelamente all’attività in orchestra, è impegnato in un’importante attività concertistica che lo ha visto debuttare nel 1990 con l’Orchestre de la Suisse Romande ed è proseguita con l’Orchestra Nazionale di Spagna, la Filarmonica di Oslo, i Bayerischer Rudfunk di Monaco, la Wien Sinfonietta, l’Orchestra della radio di Berlino e le orchestra della Rai di Torino, di S. Cecilia.

Nel ruolo di primo clarinetto ha avuto importanti collaborazioni con la Bayerischer Rundfunk di Monaco e nel 2000 con i Berliner Philarmoniker. Si è esibito in tutto il mondo, ma particolarmente degni di nota è nel 2000 il debutto alla Suntory Hall di Tokyo oltre  al recital della Carnegie Hall effettuato nel 1998.

Molto attivo in campo discografico, ha registrato gran parte del repertorio per Harmonia Mundi e JCV Tokyo. Da sempre membro del Quintetto Bibiena, con il quale nel 2003 ha vinto un Premio Abbiati della critica musicale italiana come miglior gruppo da camera dell’anno, viene regolarmente invitato dai più importanti conservatori del mondo a tenere mastersclass. Su invito personale di Claudio Abbado è entrato a far parte dell’Orchestra Mozart. La Deutsche Grammophon sta per pubblicare la registrazione del Concerto per clarinetto di bassetto e orchestra K. 622 di Mozart sotto la direzione di Claudio Abbado.

WAYNE MARSHALL
Protagonista nei concerti della Filarmonica Arturo Toscanini per il terzo anno consecutivo,  Wayne Marshall che è anche pianista ed organista, nasce in Inghilterra da una famiglia originaria dei Caraibi.
Determinante per la sua carriera è stata la sua partecipazione come pianista alla celebre produzione di Porgy and Bess della Glyndebourne Festival Opera diretta da Simon Rattle, alla successiva incisione discografica con la EMI e alla versione televisiva del musical. Da allora si è dedicato sempre  più al pianoforte e alla direzione d’orchestra, diventando in pochi anni uno dei più rinomati interpreti delle musiche di Gershwin, Ellington e Bernstein, nonché di altri autori americani del XX secolo. Oggi è molto richiesto anche come direttore d’orchestra ed è diventato, dalla stagione 2007/8, direttore ospite principale dell’Orchestra Verdi di Milano, carica che ricopre anche nelle principali orchestre britanniche nonché in numerose importanti formazioni di tutto il mondo, tra cui Chicago Symphony, Los Angeles Philharmonic, Berliner Philharmoniker, City of Birmingham Symphony, Wiener Symphoniker, Filarmonica di Rotterdam, Sinfonica della Radio Svedese, Orchestra Nazionale del Belgio, Bamberger Symphoniker, Norddeutscher Rundfunk, Berliner Rundfunk Sinfonieorchester, Hong Kong Philharmonic, Dresdner Philarmonie, Sydney Symphony, Filarmonica di MonteCarlo. Nel 1998 ha debuttato in Italia come direttore al Teatro alla Fenice di Venezia ed in questi ultimi anni la sua presenza in Italia si è notevolmente intensificata, portandolo ad essere ospite regolare della Filarmonica Toscanini, dell’Accademia di Santa Cecilia di Roma, dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai di Torino, dell’Orchestra “Cherubini”, del Maggio Musicale Fiorentino, del San Carlo di Napoli, del Massimo di Palermo, Lirico di Cagliari; nel 2001 ha debuttato al Teatro alla Scala di Milano.

Marshall è un rinomato interprete di musical, genere al quale dedica sempre maggiore attenzione: ha diretto più volte West Side Story alla National Opera di Washington, al Festival di Bregenz e alla Konzerthaus di Vienna dove ha debuttato nel 2000 con Wonderful Town che ha poi riproposto nel 2007 all’Accademia di Santa Cecilia di Roma.

Come pianista ha suonato con gran parte delle orchestre sopra menzionate ma anche con London Symphony, Gewandhaus di Lipsia e le orchestre di Toronto, Dallas, Winnipeg, Vancouver, Lilla, Lione, Australian Chamber Orchestra, Stoccarda, Strasburgo, Radio Monaco; memorabili i suoi concerti con i Berliner Philharmoniker diretti da Simon Rattle e Claudio Abbado.

Titolare dell’organo Marcussen della Bridgewater Hall a Manchester dal 1996, continua a esibirsi come organista e nel 2004 ha inaugurato lo strumento della nuova Disney Hall di Los Angeles con una nuova composizione di James MacMillan per organo e orchestra diretta da Esa-Pekka Salonen, A Scotch Bestiar brano che ha suonato anche ai BBC Promenade Concerts del 2005.

Ha inciso per la Virgin/Emi Classics, Philips, Delos e Blue Note – anche insieme ad artisti quali Simon Rattle, Mariss Jansons e Paavo Järvi -  sia come direttore che come organista e pianista, vincendo i maggiori premi europei (BBC Music Magazine’s Artist of the Year, ECHO, Victoires de la Musique 1998) e nel 2004 ha ricevuto una laurea honoris causa dalla Università di Bornemouth. 
 

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