Al President stasera doppio appuntamento jazz

Alle ore 21.15 il festival propone un doppio concertoall’insegna della batteria jazz

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L’ottava edizione della manifestazione Piacenza Jazz Fest, che si fregia del patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali ed è organizzata dall’Associazione culturale Piacenza Jazz Club,con il sostegno di Fondazione di Piacenza e Vigevano e Regione Emilia-Romagna e con il contributo del Comune di Piacenza e di altre realtà istituzionali e imprenditoriali del territorio, prosegue sabato 26 marzo 2011 con quattro appuntamenti, due serali e due pomeridiani.
Alle ore 21.15 il festival propone un doppio concertoall’insegna della batteria jazz: Al Foster Quartet e The Trio of OZ feat. Omar Hakim & Rachel Z, in programma al teatro “President” di Piacenza (Via Manfredi, 30; biglietteria serale dalle ore 20.00). Sul palco, per il primo set, Al Foster Quartet, il gruppo che oggi vede finalmente il grande batterista nella veste di leader, completato da due fra i migliori giovani jazzisti della scena newyorkese: il tenorsaxofonista Eli Degibri, messosi in luce nel sestetto di Herbie Hancock e l’emergente pianista Adam Birnbaum, che, dopo il diploma alla Juilliard nel 2006 e la collaborazione con Wynton Marsalis, viene premiato a Parigi nell’ambito della “Martial Solal Competition”. Con loro anche il contrabbassista chicagoano Doug Weiss, già a fianco di Lee Konitz e Chris Potter, che forma con il leader una coppia ritmica di grandissimo spessore. A seguire, il secondo set con Omar Hakim, leggendario batterista dei “Weather Report”, di Sting, Miles Davis e David Bowie, che ha scelto come partner musicale la talentuosa pianista Rachel Z, tecnicamente ineccepibile e dal temperamento tenace e graffiante, il cui lavoro con artisti come Wayne Shorter, Steps Ahead e Peter Gabriel le è valso il riconoscimento sulla scena musicale internazionale. Con loro il contrabbassista Solomon Dorsey. Lo spettacolo presenta il virtuosismo e il gusto di questi straordinari musicisti, alle prese con originali arrangiamenti jazz di standard e di hitdel pop e del rock degli ultimi 30 anni, tratti in parte dal nuovissimo album “The Trio of OZ”. Un repertorio che spazia quindi da Duke Ellington ai “Depeche Mode”, da Wayne Shorter a Joni Mitchell, dagli “Stone Temple Pilots” ai “Death Cab for Cutie”, da Sting ai “Coldplay” e Bjork. I brani di questi artisti vengono reinterpretati con fantasia e un profondo senso del ritmo, attraverso quell’improvvisazione creativa che è profondamente radicata nella tradizione del jazz.
 
Al Foster, nato a Richmond, Virginia, nel 1944, è oggi uno dei maggiori batteristi sulla scena. A soli 5 anni si trasferisce con la famiglia a New York. Il padre suona il contrabbasso, ma Al non sembra aver le idee chiare e passa dal piano al sax, fino a quando, nel 1957, dopo aver ascoltato in concerto Max Roach, decide di dedicarsi alla batteria, aiutato dallo zio Ron Jefferson. Accompagna Ted Curson, Illinois Jacquet, Kai Winding e Blue Mitchell (con il quale incide diversi dischi per la “Blue Note”). Successivamente viene scritturato da Miles Davis, che accompagnerà fino al 1975, anno del suo ritiro. Quando il celebre trombettista decide di ritornare sulle scene, richiamerà Foster, che sarà al suo fianco fino al 1984, anno di “You’re Under Arrest”. Dopo Davis, Foster si confermerà batterista duttile e inventivo, incidendo con Horace Silver, Dexter Gordon, Freddie Hubbard, Sonny Rollins e McCoy Tyner.

Omar Hakim,
nato a New York da una famiglia di musicisti, ampiamente acclamato per la sua versatilità, l’espressività del suo groove e l’eccellenza nell’uso delle tecnologie in musica, è uno dei batteristi e dei session men di maggior successo degli ultimi 35 anni. Ha iniziato a suonare la batteria all’età di cinque anni e a dieci si esibiva già pubblicamente con il padre Hasan Hakim, un veterano del trombone, membro delle storiche band di Duke Ellington e Count Basie. In questo periodo Omar ha sviluppato tutte le tecniche tradizionali e di improvvisazione jazz alla batteria e ha consolidato l’unicità del suo stile. L’amicizia di suo padre con John Coltrane ha permesso a Omar di entrare in contatto con Elvin Jones e Art Blakey. All’età di undici anni ha studiato con Clyde Lucas, l’allora batterista e maestro di tecnica della “Count Basie Big Band”. Quest’esperienza sul campo nella tradizione jazz ha portato Mike Maineri a invitarlo ai corsi del Music and Art HS e Marcus Miller a chiamarlo nella band degli “Steps Ahead” nel 1980, anno in cui lo stesso Manieri (allora produttore di Carly Simon) lo ha voluto in tour con la sua band. Da allora Omar ha partecipato alle registrazioni e ai tour della “Gil Evans Big Band”, di David Sanborn, di Patti Labelle e molti altri. Poco dopo inizia la sua lunga collaborazione con il celeberrimo gruppo dei “Weather Report”, con i quali ha registrato tre album e ha suonato fino allo scioglimento della band, nel 1985. Omar ha anche avuto la possibilità di suonare con David Bowie in occasione del suo ritorno alle classifiche americane con Let’s dance, nel 1983. Alla fine degli anni Ottanta, poteva già annoverare collaborazioni con artisti come Miles Davis (Tutu, Music from Siesta), Dire Straits (Brother in Arms, Money for Nothing) e Sting (Dream of the Blue Turtles, e il popolarissimo "Rockumentary" Bring on the Night). Il suo assolo sul brano I burn for you, nel film di Sting, è considerato uno dei più grandi assolo mai documentati nella cinematografia. Inoltre, un potente e virtuosistico exploitdi batteria jazz, nel mezzo dei concerti di una tournée con una rock band, ha sorpreso i fans e li ha visti scattare in piedi entusiasti in ogni tappa del tour. Mentre costruiva questa carriera di grandi successi, nel 1989 ha trovato anche il tempo di produrre e far uscire il suo nuovo album, Rhythm Deep, che l’ha portato alla prima nomination ai Grammy. Negli anni Novanta è stato in tour con Lionel Ritchie e Madonna per otto anni. È stato inoltre co-fondatore della Jazz Super Band "Urban Knights" insieme a Ramsey Lewis, Grover Washington Jr. e il bassista Victor Bailey, esperienza che ha messo in luce le sue doti di compositore e cantante.  Sempre attento ad ampliare i propri orizzonti e fedele alla teoria di Ellington secondo la quale "ci sono solo due tipi di musica: una buona, l’altra cattiva", Omar si è dedicato con successo a diversi generi musicali – come nessun altro batterista prima e dopo di lui – e ha sviluppato una carriera eclettica e rivolta ai più diversi stili, divenendo anche un pioniere nell’ambito della batteria elettronica e nelle tecnologie applicate alle percussioni(era così entusiasta degli sviluppi raggiunti da Roland Musical Instruments Co. development con il “V-Drums” che ne è divenuto il primo testimonial). Richiestissimo per la sua versatilità, i suoi interessi eclettici l’hanno coinvolto in esperienze pop, jazz, rock, fusion e R&B.  Al V-Drums con Madonna e alla batteria con Hank Jones Great Jazz Trio, Omar si è conquistato il giusto nome di maggior innovatore della tecnica del proprio strumento.
 
Nel pomeriggio, alle ore 15.30, Omar Hakim terrà una masterclass al “Milestone”di Piacenza (Via Emilia Parmense, 27), a frequenza libera e gratuita: una straordinaria opportunità per suonare e imparare con un jazzman di fama internazionale.
 
Dopo il concerto al “President”, la serata prosegue con il dopofestival al “Milestone”, sede del Piacenza Jazz Club, che alle ore 23.45 ospiterà il concerto del gruppo Django’s Clan (ingresso libero con tessera Piacenza Jazz Club o Anspi; il primo set avrà inizio alle ore 22.30, il secondo set di dopofestival inizierà alle ore 23.45, seguito da Jazz DJ Set, fino alle ore 02.00). Il Django’s Clan è attivo da dieci anni e rappresenta il top italiano dello swing manouche, un mix di jazz anni ‘30, tradizione gitana e valzer francese, di cui il chitarrista Django Reinhardt ha rappresentato l’eccellenza. Trainato dalla chitarra solista di Carmelo Tartamella e dal violino di Luca Campioni, con Jacopo Delfini ed Enrico Comaschi alle chitarre ritmiche ed Enzo Frassi al contrabbasso, l’ensemble, oltre agli standard manouche, propone anche pezzi originali. Al “Milestone” il gruppo presenterà un cd live registrato l’8 ottobre 2010 al teatro “Bibiena” di Mantova. 
 
Alla musica gyspy-jazz è ispirato anche il concerto a ingresso libero dei Django’s Fingers, in programma alle ore 17.30 al Centro Commerciale “Gotico” di Piacenza, in Via Emilia Parmense 151, ultimo appuntamento della rassegna “Il Jazz al Centro – Aperitivo Swing”, collaterale alla manifestazione Piacenza Jazz Fest e organizzata dal Piacenza Jazz Club, in stretta collaborazione con la direzione del Centro Commerciale “Gotico”. Il gruppo Django’s Fingers intratterrà il pubblico presso la “Piazza del Gusto”, interna alla galleria commerciale; durante il concerto sarà offerto l’aperitivo a tutti i visitatori, per arricchire i momenti musicali con un ulteriore tocco di convivialità.
L’ensemble Django’s Fingers è formato da Athos Bassissi alla fisarmonica, Alessandro Ricci e Corrado Caruana alle chitarre ed Emiliano Bozzi al contrabbasso ed è dichiaratamente ispirato al chitarrista jazz belga Jean "Django" Reinhardt, di etnia sinti. Il progetto Django’s Fingers, infatti, nasce nel 2006 dall’incontro di musicisti di differente estrazione, con l’intento di condividere la passione in comune per lo swing manouchee di far conoscere a un pubblico più vasto la cultura e la tradizione musicale dei nomadi Manouches. Una tradizione in cui la musica più autenticamente gitana, già di per sé frutto della fusione di varie culture, assorbe gli elementi ritmico armonici del jazz americano anni ’30 e del valse musette francese. Grazie alla loro esperienza concertistica, i Django’s Fingers instaurano un’ottima fusione tra i musicisti e nel tempo si consolida uno stile sempre più personale, ricco di contaminazioni, dinamiche e veri e propri dialoghi tra strumenti. Lungo la galleria del Centro Commerciale “Gotico” sarà esposta una parte della mostra fotografica “Fermoimmagine – Scatti dai precedenti Jazz Fest”, che offre una selezione dei migliori scatti dei fotografi ufficiali della manifestazione (Angelo Bardini, Roberto Cifarelli, Danilo Codazzi, Paolo Guglielmetti, Fausto Mazza e Marco Rigamonti). Le immagini proposte bloccano un frammento di creatività o di relax dei tanti artisti intervenuti nelle sette precedenti edizioni del Piacenza Jazz Fest.
 
Piacenza Jazz Fest torna venerdì 1 aprile con il concerto del Trovesi e Coscia Duo, in cartellone al “Teatro Sociale” di Stradella (PV), alle ore 21.00.

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