Volontari Protezione Civile, oggi si chiude il corso

Oggi per una trentina di aderenti la chiusura del primo ciclo di corsi. Dal prossimo week end in campo nuovi partecipanti. Nel complesso sono oltre cento, frazionati in tre sessioni di lezioni, ciascuna delle quali occupa lo spazio di due fine settimana.

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“DAL 1945 A OGGI SPESI PIÙ DI CINQUE MILIONI DI EURO AL GIORNO PER LE CALAMITÀ”

IL DATO EMERSO AL CORSO VOLONTARI DI PROTEZIONE CIVILE. OGGI LA CHIUSURA DEL PRIMO CICLO. IN CAMPO OLTRE CENTO ASPIRANTI OPERATORI. L’ASSESSORE DOSI: “NUMERI IMPORTANTI CHE TESTIMONIANO DIFFUSA SENSIBILITÀ PER IL BENE COMUNE. IN CATTEDRA GRANDI PROFESSIONALITA’ E COMPETENZE”

 

“Dal 1945 a oggi sono stati spesi più di cinque milioni di euro al giorno per fronteggiare le calamità”. Il dato è emerso nel corso della lezione tenuta dal geologo della Provincia Fabrizio Marchi agli aspiranti operatori di protezione civile, dalla scorsa settimana impegnati al polo logistico di via Colombo nelle lezioni propedeutiche all’attività di soccorso ed emergenza. Oggi per una trentina di aderenti la chiusura del primo ciclo di corsi. Dal prossimo week end in campo nuovi partecipanti. Nel complesso sono oltre cento, frazionati in tre sessioni di lezioni, ciascuna delle quali occupa lo spazio di due fine settimana.

Ieri e oggi in cattedra, tra gli altri, i funzionari della Provincia. Oltre a Marchi: Giuseppe Bongiorni e Carlo Magistrali.

Nel corso della seduta odierna si parla di cartografia, dopo una prima digressione storica sulla protezione civile, in cui si è ripercorso il lungo passato dell’organo nazionale che fa capo alla presidenza del consiglio dei ministri. Una storia che si è perfezionata sul campo, affrontando le grandi emergenze nazionali di un secolo, il ‘900, funestato da calamità e tragedie di portata nazionale e internazionale. Si parte con il terremoto di Messina del 1908, dramma di proporzioni immani, con oltre 90mila morti. Da qui al disastro (annunciato) del Vajont del 1963. Ancora: l’alluvione di Firenze del 1966, il sisma del Belice (1968) e quello del Friuli del 1976, il terremoto dell’Irpinia dell’80, il devastante crollo di discariche a servizio di miniere in Val di Stava nel 1985, fino ad arrivare agli episodi più recenti: l’alluvione del Po del 2000 e il problema del dissesto sull’Appennino. Scenari sempre mutevoli, situazioni sempre differenti che hanno segnato l’evoluzione della protezione civile, la cui mission venne intesa dapprima come ricostruzione post-calamità e poi come sinergico coordinamento di istituzioni, enti di soccorso e associazioni per la “previsione, prevenzione e gestione degli eventi straordinari”.

“L’adesione così numerosa ai corsi per volontari – sottolinea l’assessore provinciale Massimiliano Dosi – è testimonianza di grande impegno per il bene comune e di una diffusa sensibilità verso temi come la sicurezza pubblica. I corsi sono una grande opportunità di formazione per i futuri operatori di protezione civile, che possono avvalersi della competenza e professionalità di docenti preparati e di lunga esperienza. Il ciclo di lezioni frontali terminerà con la prova pratica, la maxiesercitazione in programma a Ottone a giugno, in cui la nostra protezione civile mostrerà – in forze – le sue grandi doti  e la sua straordinaria capacità di azione e di intervento in situazioni di rischio ed emergenza”.

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