Antonini in Provincia: “Con il federalismo nessuna nuova tassa” foto

Il presidente della Commissione paritetica per l'attuazione del federalismo fiscale è intervenuto in sala consiliare di palazzo Garibaldi per fare il punto sulla nuova riforma.

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“Il federalismo rappresenta la fine dell’era della spesa pubblica a servizio della politica e l’inizio di una nuova era di responsabilità”. Parola di Luca Antonini, presidente della Commissione paritetica per l’attuazione del federalismo fiscale ospite in sala consiliare di palazzo Garibaldi per fare il punto sulla riforma giunta ormai al “traguardo” e pronta a introdurre grandi cambiamenti già nei bilanci 2012 degli enti pubblici.
 
“Una riforma epocale – l’ha definita il presidente Massimo Trespidi nella sua relazione d’apertura – che, se correttamente interpretata e gestita, potrà consentire: la riduzione di tasse e sprechi, la realizzazione di un virtuoso sistema meritocratico tra gli enti locali, la promozione di virtuose politiche finanziarie e, soprattutto, maggiori e migliori risposte ai cittadini”.
 
L’incontro in Provincia è stato promosso dall’Ente  in collaborazione con il Ce.C.A.P. (Centro di ricerca per il Cambiamento delle Amministrazioni Pubbliche) dell’Università Cattolica e l’ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Piacenza. Alcune novità sulla via del federalismo verranno introdotte già da quest’anno con le prime battute di partenza dei fabbisogni standard (decreto approvato dal consiglio dei ministri il 18 novembre scorso), che sostituiranno il criterio della “spesa storica”.
 
“La società per gli studi di settore Sose – ha spiegato Antonini – ha avviato una ‘radiografia’ del territorio, per identificare per regioni, province, comuni e città metropolitane livello dei servizi e relativi costi. L’obiettivo finale è arrivare alla determinazione del costo medio efficiente dei servizi erogati”. Il criterio del fabbisogno standard, unito al maggiore margine di manovra sulle imposte locali da parte della amministrazioni territoriali (decreti sul fisco di Regioni, Province e Comuni), consentiranno ai cittadini di avere evidenza della destinazione delle proprie imposte. Il Governo centrale potrà così dotarsi di uno strumento oggettivo per individuare amministrazioni virtuose e meno virtuose. Antonini ha sottolineato che con il federalismo “non verrà introdotta alcuna nuova tassa, semplicemente verranno sbloccate quelle attuali”. Un fisco più vicino al cittadino, in sostanza, che porrà fine alla “finanza dei trasferimenti” e permetterà di mettere in luce i casi di inadeguata conduzione andando a penalizzare con l’ineleggibilità fino a dieci anni (lo prevede l’imminente decreto attuativo sul “Fallimento politico”) gli amministratori che si macchiano di bancarotta.
 
Nel caso delle Regioni il Governo potrà addirittura rimuoverne i presidenti e se il partito procederà a ricandidarli perderà il 30 per cento dei finanziamenti pubblici. Il decreto sull’armonizzazione dei bilanci imporrà la trasparenza del documento contabile pre e post elettorale, per un confronto a disposizione di tutti della validità del candidato prescelto e della sua politica. A proposito di contrasto all’illegalità, il fisco locale consentirà un più immediato controllo anche sugli evasori. “In base agli accordi con l’Agenzia delle entrate – ha spiegato il docente – i Comuni che faranno emergere i casi di evasione potranno disporre del 50 per cento del maggior gettito”. Un incentivo a tenere sempre vivo il monitoraggio.
In chiusura Antonini ha sottolineato come il federalismo fiscale, unito alla sussidiarietà e alla valorizzazione di no-profit e terzo settore, possano portare a una ottimizzazione dei costi e a politiche capaci di offrire maggiori risposte ai cittadini, a meno prezzo.
Aspetto rimarcato dallo stesso Trespidi che ha sottolineato come il federalismo non possa ridursi “al trasferimento di poteri dal centro alla periferia, ma – diversamente – rappresenti l’introduzione, epocale, di un principio di responsabilità che riguarda amministratori e società civile, a cui la responsabilità stessa può essere consegnata attraverso il coinvolgimento e la valorizzazione delle forze sociali che il territorio esprime”. 
 
Al termine l’onorevole Angelo Alessandri (LN) ha rimarcato il “coraggio della scelta federalista”, portata avanti anche con “scelte impopolari” – ha detto – ma sempre con la consapevolezza di promuovere una riforma non più procrastinabile”. Il collega Tommaso Foti (Pdl) ha chiesto chiarimenti sulla capacità della riforma di abbracciare le differenti competenze che le varie Regioni affidano alle Province. “La standardizzazione – ha risposto Antonini – riguarda le funzioni fondamentali, per una quota pari a circa l’80 per cento. Il rimanente 20 per cento si è ritenuto essere sufficiente a coprire la differente funzione legislativa”. La Provincia – ha annunciato Trespidi – ha intenzione di dare continuità al percorso di aggiornamento già avviato. Tra settembre e ottobre (periodo di predisposizione dei bilanci preventivi per l’anno seguente) e a febbraio marzo (alle prime battute della riforma in atto) “si sta lavorando – con CeCAP dell’Università Cattolica e ordine dei commercialisti – per offrire nuovi appuntamenti informativi sulle novità introdotte e attese”.

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