L’Antonino d’oro 2011 a don Giorgio Bosini

Il premio al fondatore dell’associazione La Ricerca. I complimenti del sindaco Roberto Reggi

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A un mese dalle celebrazioni per il patrono di Piacenza Sant’Antonino I Canonici del Capitolo della Basilica di Sant’Antonino martire hanno deciso di assegnare a don Giorgio Bosini il premio “Antonino d’Oro 2011”, assegnato alternativamente a un laico e ad un religioso, “come doveroso tributo alla sua persona e all’Associazione “La Ricerca” per tutto il bene compiuto in questi oltre trent’anni di attività”.

A don Bosini sono arrivati i complimenti del sindaco del Comune di Piacenza Roberto Reggi. “Caro don Giorgio, questo premio così importante e prestigioso, caro a tutti i piacentini, è il giusto riconoscimento ai tanti anni di impegno e di lavoro per il bene della nostra comunità, accanto ai più deboli, ai giovani e a coloro che vivono situazioni di bisogno. Il tuo percorso umano, spirituale e sociale – prosegue Reggi – è un itinerario nel quale la nostra città ritrova un esempio prezioso, e per il quale ti è riconoscente. Anche a nome dell’Amministrazione comunale, ti porgo le mie più vive felicitazioni”. I COMPLIMENTI DI TRESPIDI

“ANTONINO D’ORO 2011” A DON GIORGIO BOSINI (Il Comunicato ufficiale)

I Canonici del Capitolo della Basilica di Sant’Antonino martire, sono lieti di annunciare che hanno deciso di assegnare il premio “Antonino d’oro 2011”  al presbitero diocesano don Giorgio Bosini. Nato a Gossolengo (PC) il 2 novembre 1940,  è stato ordinato sacerdote il 22 maggio 1965. Molti e impegnativi gli incarichi che nel tempo gli sono stati affidati. Ricordiamo le nomine a vicario parrocchiale nella comunità  cittadina di Nostra Signora di Lourdes, a vice assistente diocesano ACR (Azione Cattolica Ragazzi) e a Direttore della Caritas Diocesana.  Attualmente ricopre il ruolo di Economo Diocesano, di Presidente dell’Istituto Madonna della Bomba-Scalabrini e svolge il ministero di Cappellano nella Casa Madre delle Figlie di Sant’Anna. Fino allo scorso anno è stato Presidente dell’Associazione “La Ricerca”, della quale ne è stato il fondatore. 

Il conferimento del premio vuole essere un atto di stima e di gratitudine nei confronti di don Giorgio che da quarantasei anni vive con passione, umiltà e fedeltà il ministero sacerdotale, animato da un profondo amore a Dio e a ogni persona, in particolare se segnata dal disagio e dalla fragilità. Con le sue parole e con il suo stile di vita, abbastanza schivo e riservato, ha saputo mostrare, anche a chi non vive nell’ambito ecclesiale, il senso e la bellezza contenute nella vocazione sacerdotale. E tutto questo è un grande dono, in un contesto in cui la figura del prete è spesso esposta, per vari motivi, al rischio di perdere di significato e di credibilità agli occhi di molti, in particolare dei giovani. “La vocazione, ha affermato d. Giorgio in un recente intervista a Radio Vaticana,  non è un giogo. E’ un “sì” che si dice ad una scelta di vita molto bella e se uno si fida della bontà di Dio, quando uno è aperto a questo “sì”, si possono dire anche i “no” a tante cose che magari costano”.

Un riconoscimento che gli viene consegnato nel momento in cui si stanno concludendo le manifestazioni celebrative del trentennale dell’Associazione “La Ricerca”. Una realtà che don Giorgio non ha mai definito come “sua creatura”, ma frutto di un impegno comune iniziato nel 1980, su richiesta del vescovo Enrico Manfredini, in seno alla Caritas diocesana. Insieme a un gruppo di volontari, prendendo come riferimento il modello terapeutico Progetto Uomo di d.Mario Picchi,  d.Giorgio ha raccolto la sfida di dare una risposta al disagio giovanile e alla tossicodipendenza che, in quegli anni, si stavano diffondendo anche nella nostra città e provincia. Nel tempo l’Associazione ha poi sviluppato una serie di servizi alla persona nel tentativo di dare una risposta ai problemi non solo della droga, ma anche – ad esempio –  dell’ anoressia e dell’ alcolismo. Attualmente l’Associazione La Ricerca è una struttura che può contare su una casa di accoglienza e tre comunità terapeutiche (“Emmaus”, “La Vela” e “La Luna Stellata”), ma soprattutto su un’articolata organizzazione che parte dalla prevenzione, ma passa anche attraverso la consulenza, la formazione, la progettazione, l’attività educativa e di animazione. Da non dimenticare poi che don Giorgio ha condiviso fin dall’inizio il cammino di un’altra realtà molto significativa: La Casa d’accoglienza “d.Giuseppe Venturini” per persone malate di AIDS, voluta come opera-segno della carità della nostra chiesa locale a conclusione del XVII Sinodo Diocesano. Suo intento, insieme a quello di tanti altri, è stato quello di mantenere vivo lo scopo di tale realtà, definita dai padri sinodali “come una provocazione per l’intera Chiesa diocesana a camminare sulla via del servizio e della carità operosa”.

La speranza è che quanto don Giorgio ha imparato nel contatto con tanti giovani e famiglie segnate dal disagio, possa diventare patrimonio di tutti. Più volte ha affermato: “Si impara prima di tutto ad ascoltare, a guardare le persone non per come appaiono, ma per quello che sono dentro. Ho imparato l’onestà con me stesso, riconoscendo che il Signore, quando ti fa incontrare i poveri, ti dà un beneficio. Non è un problema in più. A me ha fatto crescere molto sul piano umano e nel rispondere al vero bisogno di ogni persona”. E da ultimo, occorre raccogliere il suo invito a investire nell’educazione, perfettamente in linea con gli orientamenti pastorali Educare alla vita buona del Vangelo elaborati dalla Conferenza Episcopale Italiana (CEI) per i prossimi dieci anni: “Dobbiamo puntare sulla prevenzione, sull’educazione, sulla scuola e sulla famiglia. Lavorare perché un ragazzo stia bene e non aspettare che stia male per intervenire”. Pur conoscendo la sensibilità di don Giorgio, poco propenso all’ esposizione mediatica e a ricevere onorificenze ecclesiali e civili, il Capitolo dei Canonici ha valutato opportuno chiedergli di accettare tale premio,  come doveroso tributo alla sua persona e all’Associazione “La Ricerca” per tutto il bene compiuto in questi oltre trent’anni di attività.  Il premio “Antonino d’oro”, giunto alla 25^ edizione, viene annualmente sponsorizzato e patrocinato dalla  Famiglia Piasinteina. Verrà consegnato personalmente dal vescovo Gianni Ambrosio lunedì 4 luglio p.v. nella Basilica Sant’Antonino a conclusione della solenne celebrazione eucaristica delle ore 11.00.
Per il Capitolo dei Canonici di sant’Antonino
Il Presidente Can. Sac. Giuseppe Basini

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