Pendolari, alleanza Piacenza – Brescia contro le rimozioni

L'associazione Pendolari di Piacenza dà consigli ai "colleghi" bresciani, vittime a loro volta della rimozione delle biciclette. Pubblichiamo la lettera che troviamo nel loro blog 

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L’associazione Pendolari di Piacenza dà consigli ai “colleghi” bresciani, vittime a loro volta della rimozione delle biciclette. Pubblichiamo la lettera che troviamo nel loro blog 

Venerdì scorso diversi giornali (LaStampa.it e GiornaleDiBrescia.it) hanno raccontato con evidente stupore il caso delle biciclette rimosse a Brescia nella zona della stazione.

 
Posto che la mamma degli imbecilli è perennemente incinta, nell’anno del 150° anniversario di Piacenza Primogenita d’Italia rivendichiamo con orgoglio (si fa per dire…) anche il primato dell’ordinanza antibiciclette che da quasi un anno sta fracassando zebedei e portafogli dei pendolari piacentini.
 
La notizia ci ha permesso di fare una riflessione: essendo Piacenza e Brescia amministrate da giunte di opposti schieramenti è evidente che certe scellerate decisioni non hanno colore politico; viste le evidenti analogie tra i due casi auguriamo solamente ai bresciani di trovare interlocutori migliori dei nostri.
 
Grande solidarietà quindi ai pendolari bresciani: li abbiamo contattati con la seguente email, nel caso fossero interessati ad approfondire la nostra esperienza:
 
Salve,
abbiamo letto la notizia delle rimozione delle biciclette tramite la stampa ed abbiamo approfondito sul vostro sito web: siamo rimasti molto colpiti dalla somiglianza tra questa storia e quella che noi, pendolari piacentini, stiamo vivendo da oramai un anno.
 
Tutto è iniziato ad agosto scorso, quando l’Amministrazione decise di dare in gestione ad una coperativa il capannone che fungeva da deposito biciclette nei pressi della stazione: ovviamente da parcheggio gratuito si passava ad un servizio di custodia a pagamento.
 
A nulla sono valse le proteste dei pendolari, le raccolte di firme, le manifestazioni: l’Amministrazione non ha voluto ascoltare nessuna ragione e rimbalzato ogni richiesta di mediazione.
 
Come Associazione Pendolari Piacenza ci siamo quindi fatti promotori di una protesta: abbiamo invitato i pendolari a installare sulla propria bicicletta un cartello che recava lo slogan “Io pendalo ma NON pago” ed invitato a disertare il capannone.
 
Così, visto che il servizio di custodia stentava a decollare, in pronta risposta il Comune ha emanato una serie di ordinanze per il decoro dell’area che prevedevano, fra l’altro, anche la rimozione delle biciclette parcheggiate al di fuori delle rastrelliere (che curiosamente sono state riposizionate allontanandole dagli ingressi della stazione).
 
Qualcuno ha ceduto ed ora gli abbonamenti sottoscritti (obtorto collo) al parcheggio sono circa un centinaio al mese: purtroppo ancora troppo pochi per un deposito che potrebbe contenere (e ne conteneva quando era gratuito) 400 biciclette.
 
Chi si ostina a parcheggiare nei dintorni, ovvero dove l’ordinanza anti-parcheggio non è valida, segnala “strani” episodi di vandalismo ai danni delle biciclette che prima non si erano mai verificati in questa quantità.
 
Come Associazione continuiamo a sostenere la battaglia: critichiamo principalmente una disparità di trattamento ed un accanimento verso i cittadini virtusoi che, anzichè essere premiati, vengono vessati.
 
Infatti mentre molti gli automobilisti che parcheggiano in maniera irregolare nella zona non vengono mai sanzionati chi adotta comportamenti che vanno proprio verso una mobilità sostenibile viene ostacolato.
 

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