Pubblichiamo gli appelli al voto in vista del referendum del 12 e 13 giugno prossimi
Italia Nostra: "Impegnati a far votare gli italiani"
Comunicato stampa di Italia Nostra
ITALIA NOSTRA invita tutti gli italiani a votare per i referendum del 12 e 13 giugno. In gioco ci sono i nostri “beni comuni”, l’acqua e l’ambiente, poiché la scelta sul nucleare incide sul futuro del nostro Paese. Invitiamo tutti gli italiani a votare SI.
E’ superfluo sottolineare la grande importanza che per la causa dell’ambientalismo, rivestono i 3 referendum. Abbiamo sensibilizzato tutti i soci di Italia, i nostri direttivi regionali, le sezioni e tutti i nostri militanti e simpatizzanti di adoperarsi per il sì e perché la partecipazione al voto sia la più alta possibile. La vasta rete nazionale è tutta mobilitata affinché i cittadini votino e votino si.
Italia Nostra, con il suo prestigio e la sua organizzazione diffusa su tutto il territorio, è in grado di dare un contributo significativo a una battaglia che non è soltanto in difesa dell’ambiente, della salute e dei beni comuni, ma anche a tutela del referendum, uno strumento indispensabile di democrazia diretta. Sarebbe una tragedia per l’Italia se il quorum del 50% dei voti + 1 non venisse raggiunto.
Legacoop: "Il 12 e 13 giugno tutti a votare i referendum"
Comunicato stampa di Legacoop Piacenza
Quello di voto è uno dei diritti garantiti dalla nostra Carta Costituzionale e rappresenta la conquista più importante dei padri fondatori della nostra Repubblica. Da sempre il mondo della cooperazione è sensibile alla qualità della vita democratica del nostro paese, che si alimenta attraverso la partecipazione dei cittadini alle scelte delle istituzioni.
In un sistema di democrazia rappresentativa, esiste infatti sempre il pericolo che il cittadino si allontani dalle istituzioni e diventi spettatore passivo e sempre più scettico. I referendum sono uno dei pochi strumenti al di fuori delle elezioni che permettono a tutti di
far sentire la propria voce. Per questo l’appuntamento referendario del 12 e 13 giugno prossimi costituisce un momento importante per il nostro paese e anche per la comunità Piacentina, chiamata ad esprimersi, in aggiunta ai quesiti nazionali sul nucleare, l’acqua pubblica e la giustizia, sul tema del parco della Pertite.
I cittadini che hanno sottoscritto i "quattro referendum" e quello cittadino hanno manifestato una precisa volontà di espressione popolare su questioni importanti e delicate per la vita del paese e di Piacenza, in maniera diretta, libera e democratica.
Pertanto il nostro appello al voto non si rivolge soltanto ai cooperatori, ma ai cittadini che hanno a cuore la salute della nostra democrazia: chiediamo a tutti, indipendentemente dalle proprie convinzioni politiche, di recarsi il 12 e 13 giugno a votare per il referendum, esprimendo in maniera libera la propria opinione e riaffermando il diritto di decidere sulle questioni fondamentali della vita del nostro paese.
Galvani (Anmil): "Votare si al Parco della Pertite"
"Mentre nel nostro paese di lavoro si continua a morire ogni giorno, ieri hanno perso la vita altri 5 lavoratori che portano il totale dei Caduti da inizio 2011 ad un incredibile + 20% sullo stesso periodo dell’anno scorso – argomenta il Presidente Anmil Bruno Galvani – a Piacenza abbiamo domenica e lunedì una opportunità fondamentale per onorare al meglio i nostri Caduti della Pertite che di fatto sono vittime del lavoro: votare si al referendum cittadino e "vincolare" la futura destinazione dell’’ex caserma a parco cittadino, per trasformare quello che nel nostro immaginario rimane un luogo di morte in un luogo di vita e svago, dove andare a passare le nostre domeniche nel verde e nella tranquillità ".
L’appello di CasaPound Piacenza
Referendum: ‘mani sporche’ nelle fontane, blitz CasaPound per il sì ai due quesiti sull’acqua.
Piacenza, 7 giugno – Unghie nere su una mano che dovrebbe essere quella, curata, di un manager, con tanto di camicia dal polsino inamidato e giacca blu. Questa l’immagine rappresentata sui volantini lasciati galleggiare nelle fontane pubbliche di viale Dante, Stradone Farnese e in Piazza Dei Cavalli, per dire ‘no’ alle ‘’mani sporche’’ dei privati sull’acqua.
A lanciare il messaggio è CasaPound Italia, impegnata a favore del sì ai due referendum sull’acqua del 12 e 13 giugno prossimi con una campagna che è solo l’ultimo atto di una battaglia, quella per l’acqua pubblica, che l’associazione porta avanti da anni e che l’ha vista in prima fila sul territorio, con iniziative in tutta Italia: dalle fontane sequestrate in Friuli nel 2010 per dire ‘’le acque sono sociali non capitali’’ alla giornata di mobilitazione regionale a sostegno della gestione pubblica del servizio idrico del novembre scorso a Rieti, dal simbolico tour delle sorgenti naturali in Valdelsa all’ultima iniziativa, quella di Sassari, dove solo pochi giorni fa i militanti di Cpi hanno regalato mille bottigliette d’acqua e distribuito centinaia di volantini per sensibilizzare la popolazione sul referendum. A Piacenza è stato fatto questo e quello.
‘’L’acqua è per definizione un bene pubblico, che, proprio perché appartiene a tutti, deve necessariamente essere sganciato dalle logiche del mercato e del profitto – sottolinea Cpi Piacenza – Svenderla ai privati non solo non rappresenta una soluzione ai problemi di mala gestione, ma è eticamente sbagliato e dunque inaccettabile. Per questo l’invito di CasaPound Italia è a votare due sì convinti a entrambi i quesiti sull’acqua pubblica in occasione del referendum di domenica 12 e lunedì 13 giugno’’.
L’Associazione di Promozione Sociale "CasaPound" è un’associazione regolarmente costituita e riconosciuta. E qui finisce la parte burocratica. CasaPound agisce.
CasaPound utilizza la forza del volontariato per propagandare avanzate visioni sociali. Non è assistenzialismo.
Non tappiamo le falle aperte in un mondo pietrificato e pronto all’implosione. Non cerchiamo di sistemare la vita delle
persone con poche inutili migliorie.
CasaPound urla:
COSTRUIREMO IL MONDO CHE VOGLIAMO!
La vita, così come ci è stata confezionata, la gettiamo volentieri nel cesso.
L’uomo deve essere liberato.
Il mercato uccide l’anima.
Il mercanteggiare e la logica del profitto, travolgono ogni ostacolo si ponga loro di fronte. Facilmente, lavoratori, popoli o microcomunità.
Amore, gioia, sacrificio e diversità. Falciati.
Non siamo disposti a veder morire il nostro popolo in mezzo ad una strada…
Noi ragazzi di Piacenza ci siamo avvicinati a questa realtà perché rappresenta, secondo noi, l unica via d uscita da un mondo di morti viventi. Vogliamo dare il nostro piccolo grande contributo affinché siano garantite le semplici norme di civiltà e sopravvivenza rendendo visibili le nostre proposte di legge come il MUTUO SOCIALE e TEMPO DI ESSERE MADRI .. Noi sosteniamo da sempre la nostra squadra del cuore .. Questo 2 aprile ufficialmente una rosa rossa ha bucato l asfalto e adesso deve crescere e portare avanti con orgoglio quello che è il nostro pensiero per una società pulita ed uno stato sociale dedito a tutte le persone bisognose di vivere non da schiavi del sistema ma da essere umani liberi .. Noi siamo questo e senza questo non possiamo vivere ..
L’appello al voto della Federazione della Sinistra di Piacenza
Il SI’ che vale un NO
Ormai ci siamo, Domenica 13 giugno alle ore 8 finalmente i seggi elettorali apriranno le porte,
pronti ad accogliere tutti coloro che vorranno utilizzare un grande strumento di esercizio della sovranità popolare (sancita peraltro dall’art. 1 della Costituzione): il Referendum.
Questi Referendum non rappresentano però solo l’esercizio della nostra Democrazia, sono qualcosa di più.
Rappresentano un dovere morale che tutti noi abbiamo nei confronti della nostra terra, del nostro territorio, della nostra salute, della nostra vita. Un dovere morale che abbiamo soprattutto nei confronti delle giovani generazioni, già precarie in tutto.
Di grande importanza diventano quindi i nostri cinque sì, non solo per far sentire la nostra voce, ma ancora di più per fare in modo che sia ascoltata.
Due sì perché l’acqua continui ad essere un bene pubblico, un diritto per tutti. Perché non sia privatizzata e non diventi una merce dalla quale ricavare profitto.
Un sì per ribadire il no al nucleare, ma per favorire invece la ricerca e l’utilizzo di energie rinnovabili.
Un sì perché il legittimo impedimento venga abrogato, perché chi è al governo non possa utilizzare questa legge come scusa per non presentarsi ai processi, obbligando i magistrati al loro rinvio. Perché come dice la nostra Costituzione, tutti i cittadini sono uguali davanti la legge, e ancora di più se chi ci governa commette un reato deve risponderne.
Un ultimo sì, questa volta nostrano, per fare in modo che l’area della Pertite diventi un Parco Pubblico. In una città dove la cementificazione è aumentata drasticamente, e dove ancora si continua costruire spesso inutilmente, avere un’area verde come quella della Pertite, peraltro già boscata, sarebbe un sospiro di sollievo in tutti i sensi per tutti noi.
Ora più che mai la nostra opinione è importante, andiamo a votare con cinque sì.
Anna Adorno
Portavoce Federazione della Sinistra
L’appello al voto del sindaco di Piacenza Roberto Reggi
Consultazioni referendarie. L’appello del sindaco Reggi: “Il voto è un diritto e un dovere di tutti”.
Il sindaco Roberto Reggi invita i piacentini ad andare a votare per i referendum: “Le consultazioni di domenica e lunedì – dice – saranno l’occasione per dare prova di quell’esercizio di etica civile che sta alla base delle società democratiche. Il referendum è un diritto previsto espressamente dalla Costituzione e rappresenta un’essenziale e diretta manifestazione di volontà del popolo sovrano”.
Aggiunge il sindaco: “Soprattutto quando sono in gioco beni comuni e diritti fondamentali, costituzionalmente tutelati, la manifestazione del voto è anche un dovere di solidarietà politica e sociale, a cui nessuno, mi auguro, si sottrarrà. Nel suo essere diritto e dovere, il voto costituisce non solo la più alta conquista della modernità, ma il mezzo con cui ognuno di noi può contribuire, nell’ottica di una democrazia compiuta e partecipata, alle scelte fondamentali che investono il nostro Paese e il nostro futuro”.
“Infatti – prosegue il primo cittadino – il diritto al voto è il frutto di un faticoso percorso, ma anche un dovere che necessita ogni giorno di ulteriori e nuove consapevolezze. Il referendum di domenica e lunedì, che nella nostra città si distinguerà per la presenza accanto a quelli nazionali di un quesito, quello sulla Pertite, che riguarda in modo specifico la nostra comunità, rappresenta un importante segnale per riaffermare la nostra coscienza civica. E’ fondamentale l’opportunità di un coinvolgimento diretto, partecipato e vivo, perché ognuno possa esprimere le proprie convinzioni, con responsabilità e senso di appartenenza a una Repubblica che sull’espressione libera del proprio pensiero fonda le sue radici”.
A tale proposito, il sindaco cita queste parole di Carlo Azeglio Ciampi: “È ovvio che l’astensione è legittima, ma io ho votato per la prima volta a 26 anni, perché prima in Italia non era dato, e da allora l’ho sempre fatto perché considero il voto una conquista e un diritto da esercitare”.
“Credo che questo sia un insegnamento prezioso”, conclude il sindaco, aggiungendo: “I quesiti referendari ci coinvolgono direttamente e su questi temi nessuno può sentirsi estraneo, perché riguardano il bene comune. Domenica e lunedì sarà un’occasione per prendere in mano il nostro presente e parte del nostro futuro. Andiamo dunque a votare, evitando che un grande strumento democratico come il referendum possa tradursi in una sterile quanto superficiale rinuncia”.
Errani: "Votare per progredire"
"Votare per progredire": è il titolo del corsivo del presidente della Regione Emilia-Romagna, Vasco Errani, pubblicato oggi sul sito web presidenterrani.it.
Di seguito il testo del corsivo:
“Domenica 12 e lunedì 13 giugno saremo chiamati a esprimerci sui quattro referendum che chiedono il nostro parere su energia, acqua pubblica e giustizia. Più di due milioni di cittadini hanno firmato per far sì che arrivassimo a questo voto, e perché i referendum siano validi è indispensabile che si rechi alle urne oltre il 50 per cento degli elettori italiani.
Sono temi sui quali più volte ho espresso con chiarezza il mio parere pubblicamente, in particolar modo sul ritorno al nucleare. Ma prescindendo dalle opinioni di ciascuno, oggi è il momento di andare al voto, onorando la partecipazione consapevole dei cittadini a questo strumento di democrazia diretta.
Non scordiamoci che per tre decenni, dopo il 1948, la partecipazione attiva dei cittadini al voto politico, amministrativo e ai referendum è stata altissima, e non è un caso che proprio quegli anni abbiano coinciso col massimo sviluppo dell’Italia.
Oggi siamo in un momento cruciale della nostra vita democratica, una fase di forti mutazioni sociali e di crisi economica, un momento in cui a tutti è richiesto un piccolo sforzo in più per far sì che il nostro Paese sia migliore. Quella di domenica e lunedì è un’occasione preziosa per contribuire a questo processo di miglioramento: non buttiamola via”.
Fli: "Votare no al referendum sull’acqua"
Da mesi tiene banco un’agguerrita campagna di disinformazione in merito alla liberalizzazione del servizio idrico. Il culmine di questa campagna si è manifestato con la deposizione presso la Corte di Cassazione di 500 mila firme con le quali si è chiesto, ed ottenuto, un referendum abrogativo che avrà luogo i prossimi 12/13 giugno.
Ancora una volta, purtroppo, in Italia si perde l’occasione per discutere, approfondire e conocere e si preferisce macchiare di antiberlusconismo una riforma che potrebbe avere un enorme potenziale e che trova risconti nelle principali democrazie europee guidate da veri governi di centrodestra. Va infatti anche detto che l’Italia del governo Berlusconi-Bossi-Scilipoti non ha lo stesso coraggio dei governi Sarkozy in Francia e Merkel in Germania.
In ogni caso da mesi, anche in provincia di Piacenza, ha avuto inizio una campagna di disinformazione circa il testo della riforma: si fa parola di “privatizzazione dell’acqua” facendo ricorso ad un’evidente demagogia. Non vi è alcuna privatizzazione di un bene pubblico come l’acqua, semmai vi è la proposta di liberalizzare la fornitura del servizio locale, che è cosa ben diversa. Ma forse proprio sulla consapevolezza di questa differenza sostanziale e terminologica si fonda l’attività di tutti coloro i quali remano contro ad ogni tipo di riforma in questo paese.
Il testo della riforma, infatti, ribadisce pedantemente che la proprietà del bene rimarrà pubblica ma che verranno riformate le modalità di affidamento del servizio. La finalità sottesa ad essa è quella di ridurre le diffuse sacche di inefficienza che caratterizzano un settore così fondamentale per la qualità della vita dei cittadini italiani: si pensi alle varie province afflitte da carenza d’offerta, problemi di depurazione, sprechi di prodotto, ecc. Non si capisce perchè ciò che vale per ogni bene pubblico non possa valere per l’acqua: il mercato libero aumenterebbe la concorrenza e nel medio periodo potrebbe portare ad una sensibile e probabile riduzione dei costi della fornitura. Inoltre il decreto non impedisce che società a partecipazione pubblica possano partecipare alle gare per la fornitura dei servizi.
Una delle principali accuse che gli avversari della riforma adducono è il basso costo offerto oggi dal sistema statalizzato; è pacifico che l’attuale tariffa sia bassa ma ciò è evidentemente dovuto a due fattori la cui presenza non può essere ignorata per ragioni di buona fede ed onestà intellettuale. La gestione pubblica della fornitura di servizi offre prezzi relativamente bassi grazie all’assenza di investimenti (con il progressivo aumento di sprechi e la costante diminuzione della qualità del servizio) e grazie al fatto che il differenziale viene coperto, trattandosi di denaro pubblico, facendo ricorso a Pantalone: alla fiscalità pubblica. Le basse tariffe offerte dall’attuale sistema si rivelano dunque un’illusione che nasconde una triste verità.
Prevedendo la gara pubblica come criterio primario per l’affidamento del servizio di smaltimento dei rifiuti, del trasporto locale e del servizio idrico, il decreto Ronchi ha avviato un percorso positivo verso il ridimensionamento del “capitalismo municipale” (auspicato anche da Gianfranco Fini nella famosa direzione nazionale del Pdl il 22 aprile 2010) e dei fenomeni deteriori che l’hanno accompagnato: le nomine partitiche nei CdA e le assunzioni clientelari, una gestione amministrativa poco orientata all’utente, gli scarsi investimenti nelle reti e negli impianti. Gare pubbliche aperte e trasparenti per l’affidamento della gestione, soggetto al controllo della giustizia amministrativa e contabile, sono la migliore garanzia possibile per gli utenti.
Ci chiediamo quanti tra i proponenti abbiano letto il testo della legge Ronchi. Esso è un testo equilibrato di recepimento delle norme europee, che prevede la messa a gara tra pubblico e privato dei servizi pubblici locali, inclusi ovviamente quelli idrici, senza neppure escludere, peró, che la gestione resti appannaggio diretto dei Comuni. Tra l’altro nella legge vi e’ una norma che, a scanso di ogni equivoco, specifica che l’acqua resta un bene demaniale. La vittoria dei sì porrebbe fine alla liberalizzazione di tutti i servizi pubblici locali, non solo di quelli idrici, ripristinando il monopolio statale e il festival delle nomine partitocratiche. Forse che qualcuno rimpiange la SIP e recrimina sulla concorrenza nella telefonia cellulare?
Futuro e Libertà dà quindi come indicazione quella di votare no ai referendum sull’acqua. Ma in generale, a prescindere da come la si pensi sui vari quesiti, invitiamo tutti ad andare a votare per i referendum.
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