Oggi tocca ancora al Gerva. Piace, un futuro incerto

Nessuna novità in merito al futuro e nessun segnale di vita dal giorno dell’iscrizione da parte della società di via Gorra, il tempo ora stringe. Il borsino degli allenatori e le voci di mercato

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"E’ un mondo difficile, è vita intensa, felicità a momenti e futuro incerto" diceva l’irresistibile ritornello di un tormentone del grande Tonino Carotone che ben si adatta all’attuale momento del Piacenza calcio. Nessuna novità in merito al futuro e nessun segnale di vita dal giorno dell’iscrizione da parte della società di via Gorra, che venerdì ha voluto precisare che la ragione di tale immobilismo è da ricercare nella fatto che la squadra sia ancora in vendita, e che di conseguenza le prime mosse spettino di diritto all’eventuale prossimo acquirente.

Non è quindi l’attesa dell’esito dell’inchiesta della procura federale sul calcioscommesse, e la possibilità che il Piace sia penalizzato per la responsabilità oggettiva (probabile) o addirittura ripescato al posto dell’Atalanta (paradossale), a condizionare i movimenti e le strategie della società biancorossa. D’altra parte su questo versante le novità non sono certo positive, almeno per quanto riguarda la tempistica: l’esigenza di verificare i vari elementi emersi durante il primo giro di interrogatori e la complessità del problema, una sorta di cancro cresciuto a dismisura nel mondo del pallone nostrano, comporteranno quasi certamente un allungamento dei tempi dei verdetti, che potrebbero arrivare solo ad agosto iniziato. Domani sarà nuovamente il turno dell’ex biancorosso Carlo Gervasoni, già sentito da Palazzi nemmeno dieci giorni fa e uomo chiave dell’inchiesta.

Al di là dei legittimi desiderata dell’attuale proprietà, a cui va dato atto di avere evitato la scomparsa della squadra biancorossa (destino toccato invece a diverse compagne di sventura quali Lucchese e Salernitana), i tempi cominciano a scarseggiare. Gli appassionati di calcio ricorderanno con piacere e un filo di nostalgia l’impresa della Danimarca agli Europei del 1992, quando la nazionale scandinava trionfò a sorpresa dopo essere stata invitata all’ultimo momento, al posto della Jugoslavia dilaniata dalla guerra: i giocatori erano stati richiamati quando erano già in vacanza, e avevano dovuto fare la borsa in fretta e furia, come accade agli appassionati di calcetto di ogni età. Esempio suggestivo, ma non necessariamente modello da seguire. Le altre squadre stanno cominciando i ritiri, o per lo meno hanno programmato il raduno e in alcuni casi le prime amichevoli. Il campionato di Lega Pro inizierà il 5 settembre: la fine di luglio è la dead line, la data che non può essere superata nella programmazione della prossima stagione.

A livello societario la novità sarebbe rappresentata dall’interesse di un imprenditore romano, che avrebbe incontrato Riccardi nei giorni scorsi. Si tratterebbe della seconda manifestazione di interesse, dopo quella del gruppo o cordata bresciana che si era fatta avanti un paio di settimane fa. Se si esclude ovviamente la disponibilità di Stefano Gatti, che affiancherà Garilli senza rivestire ruoli ufficiali in società: in un’intervista a Cronaca, l’imprenditore piacentino si è duramente sfogato per il disinteresse generale del mondo produttivo locale nei confronti del Piacenza.

Venendo al calcio giocato è ancora vacante la panchina liberata da Armando Madonna dopo il triste epilogo della scorsa stagione. Svanita l’ipotesi Stroppa, accasatosi al Sudtirol, rimangono in piedi le candidature di Piovani, Rastelli, Buso e Michele Serena, a cui è stato affiancato il nome di Sergio Volpi, fresco di patentino, che dovrebbe però iniziare la sua carriera da allenatore con una formazione giovanile. Il borsino: Piovani 35%, Rastelli 20%, Buso 20%, Serena 10%, Volpi 5%, altri 10%. Mercato: tutto fermo in entrata, in uscita è da segnalare l’interesse del Sassuolo per l’esterno sinistro Marco Calderoni, rientrato alla base dopo una stagione positiva ad Ascoli (dove è appena arrivato l’ex biancorosso Sbaffo).

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