Dighe, Rabboni risponde a Pozzi: "Polemica inutile, limiti imposti da Bruxelles"

Così risponde l’assessore regionale all’Agricoltura Tiberio Rabboni alle dichiarazioni di dell’assessore provinciale Filippo Pozzi. La controreplica: "Nessun intento polemico, ma massima volontà di collaborazione".

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 “Il bando regionale che cofinanzia la realizzazione di invasi irrigui interaziendali prevede un minimo di venti aziende, ma questo numero è stato imposto da Bruxelles. Dispiace che Pozzi, amministratore provinciale solitamente misurato, non abbia resistito alla tentazione di una polemica verso la Regione, polemica in verità inutile quanto infondata”. Così risponde l’assessore regionale all’Agricoltura Tiberio Rabboni alle dichiarazioni di dell’assessore provinciale Filippo Pozzi.
“Pozzi avrebbe voluto un numero inferiore di aziende – spiega Rabboni – e accusa la Regione di voler favorire la Romagna, dove le aziende sono mediamente più piccole di quelle piacentine. Ma la realtà é un’altra, come gli abbiamo spiegato: le 20 aziende sono state richieste dall’Unione Europea nel 2009, quando il provvedimento é stato inserito su nostra richiesta nel Piano di sviluppo rurale regionale, e all’epoca furono tutti d’accordo: associazioni agricole e Province”.
“Modificare ora quel numero – continua Rabboni – richiederebbe una nuova negoziazione ed approvazione del Piano da parte di Bruxelles, e dunque il rischio di molti mesi ancora di attesa. Per questo si é deciso di confermare quanto già previsto”.
“Una polemica inutile ed infondata – dice Rabboni – La Regione quando vuole darsi delle priorità, lo fa alla luce del sole, discutendo e
concordando con le associazioni agricole e con le Province. E’ inaccettabile che si costruiscano sul nulla polemiche, e soprattutto che si voglia alimentare la contrapposizione tra province e territori. Lo scorso anno i bandi regionali per il cofinanziamento degli impianti di trasformazione e commercializzazione e quello per i progetti di filiera hanno assegnato alle aziende del territorio piacentino oltre 34 milioni di euro di finanziamento pubblico, un vero record regionale. Se qualcuno fuori da Piacenza avesse ragionato come fa oggi l’assessore provinciale – conclude – si sarebbe detto che le regole erano concepite per favorire questa provincia a scapito delle altre. Invece le regole erano uguali per tutti. La differenza l’hanno fatta i progetti imprenditoriali”.

La controreplica di Pozzi: "Possibile portare a dieci i consorziati richiesti nel bando"

"Nessuno ha mai detto che quello sugli invasi interaziendali fosse un bando costruito ad arte da parte della Regione per mettere in difficoltà la provincia di Piacenza a vantaggio di altre, il dato di fatto è però quello che il criterio di ammissibilità delle 20 aziende – sul quale abbiamo espresso le nostre perplessità nei modi e nei tempi opportuni – di partenza non ci aiuta. L’ assessore Rabboni sa bene che il principale motivo per il quale l’Unione Europea ha fissato quel "tetto" di numero di aziende sta nella loro volontà di differenziare quest’ultimo bando (che infatti fa parte delle misure straordinarie dell’Health Check della politica agricola) da quello "rituale" della misura 121 che aiuta l’ammodernamento strutturale della singola azienda; bene, secondo noi si sarebbe comunque raggiunto questo obiettivo portando a 10, e non a 20, il numero di aziende da consorziarsi”.

L’assessore provinciale Filippo Pozzi controreplica al collega in Regione Tibero Rabboni a qualche giorno dall’annuncio dei 10 milioni di euro messi a disposizione da Bologna per la realizzazione di invasi irrigui interaziendali. “Ricordo inoltre all’ assessore Rabboni – prosegue Pozzi – che si è chiuso, da pochi giorni, un comitato di sorveglianza che, alla presenza del funzionario della Commissione Europea, ha dato il via alla nuova, sesta, versione del PSR regionale; all’attenzione di questo tavolo, che tra le altre cose ha approvato le nuove rimodulazioni dei PRIP provinciali, poteva essere inserito un approfondimento sul tema degli invasi interaziendali”.

“Come è accaduto sui progetti di filiera (le cui finalità abbiamo condiviso con la Regione) certamente anche sugli invasi interaziendali gli operatori piacentini, nonostante tutto, sapranno presentare progetti di qualità. Resto un assessore "misurato" che evita accuratamente le polemiche sterili proprio perché tengo a continuare un rapporto con la Regione che possa essere costruttivo e franco; l’assessore Rabboni colga questo mio spunto come ulteriore stimolo a farsi interprete delle esigenze delle Province (che la regione ha meritatamente valorizzato permettendo loro, attraverso i PRIP, di meglio modulare il PSR) nei confronti dell’Europa, cosciente del fatto che i criteri che ci arrivano "dall’alto" rispondono meglio alle esigenze dei nostri agricoltori solo se vengono "declinati" sulle esigenze dei territori. In questo intendimento confido nell’importante ruolo di rappresentanza e di proposta che l’assessore, e la Regione Emilia-Romagna, possono svolgere".

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