Confagricoltura: “Indispensabile la proroga per i fabbricati rurali”

Il prossimo 30 settembre scade il termine per presentare istanza per il riconoscimento della ruralità dei fabbricati agricoli, riconducibili, in altre parole, alle categorie A/6 R (per le abitazioni) e D/10 (per i fabbricati strumentali): solo queste due classificazioni catastali assicurano al fabbricato l’esenzione dall’ICI e dalle altre imposte. Confagricoltura dissente.

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Il prossimo 30 settembre scade il termine per presentare istanza per il riconoscimento della ruralità dei fabbricati agricoli, riconducibili, in altre parole, alle categorie A/6 R (per le abitazioni) e D/10 (per i fabbricati strumentali). Il termine è stato stabilito dal cosiddetto Decreto Sviluppo approvato a luglio che, riportando in luce la controversa questione, ha rimandato l’attuazione pratica del procedimento ad un successivo decreto.

Secondo le ultime volontà dei legislatori, solo queste due classificazioni catastali assicurano al fabbricato l’esenzione dall’ICI e dalle altre imposte. Confagricoltura dissente. “Si chiede l’impossibile a tutti coloro che vogliono rispettare la norma – afferma il Presidente di Confagricoltura Piacenza, Enrico Chiesa che precisa – la modulistica necessaria alla presentazione dell’istanza è stata definita nel decreto del 14/09/2011, pubblicato sulla G.U. del 21 settembre e resa disponibile sul sito dell’Agenzia del Territorio soltanto il 22 settembre. La scadenza a tutt’oggi appare tassativa: infatti, una circolare interpretativa dell’Agenzia stessa ammette, tutt’al più, la possibilità di effettuare una sorta di “prenotazione” via Internet entro il 30 settembre, con lo slittamento di soli 15 giorni per la trasmissione della documentazione completa”.

Va rilevato – sottolinea l’Associazione degli imprenditori agricoli –  che la documentazione richiesta è piuttosto complessa, che permangono ancora diversi dubbi interpretativi sui requisiti occorrenti al mantenimento della ruralità dei fabbricati e che essa prevede anche la trasmissione di un’autocertificazione di asseverazione di quanto dichiarato. E’ ovvio che dichiarazioni inesatte, ancorché del tutto involontarie, sottoporrebbero il contribuente a procedure sanzionatorie gravissime. Si rileva inoltre che la tempistica sopra illustrata contrasta con quanto stabilito dallo Statuto del Contribuente. “Riteniamo – prosegue Chiesa – che quanto richiesto, per tempi e documentazione, debba indurre con urgenza a stabilire una ragionevole proroga di almeno di sei mesi alla scadenza attuale.  In mancanza di un differimento dei termini, è facile prevedere che molti contribuenti non saranno in condizioni di presentare la propria istanza, o la presenteranno incompleta, o inesatta, con la conseguente apertura di numerosi contenziosi, il che non servirebbe certo a sanare i conti pubblici, né gioverebbe ai rapporti fra i cittadini e le istituzioni. Proprio per questo – conclude Chiesa – in queste ore ci stiamo appellando a tutte le forze politiche, mediante un’azione capillare e collettiva a tutti i livelli, affinché la nostra richiesta vada a buon fine”.

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