Montale, i residenti: “Via Emilia resti chiusa”

Parola dei residenti di Montale, che hanno raccolto 293 firme a sostegno della chiusura della via Emilia e contro la revisione del progetto. Alcuni rappresentanti, Paola Filios, Cinzia Daturi, Maurizio Massini e Cristiano Groppi, si sono presentati in Comune per consegnare la petizione al sindaco, poco dopo la conferenza stampa dedicata al Psc. 

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“La via Emilia al Montale deve restare chiusa. Il provvedimento dell’amministrazione comunale ha portato, per noi residenti, ad un aumento della qualità della vita. La frazione è perfettamente raggiungibile, e i commercianti che si lamentano erano in crisi anche da prima”. Parola dei residenti di Montale, che hanno raccolto 293 firme a sostegno della chiusura della via Emilia e contro la revisione del progetto. Alcuni rappresentanti, Paola Filios, Cinzia Daturi, Maurizio Massini e Cristiano Groppi, si sono presentati in Comune per consegnare la petizione al sindaco, poco dopo la conferenza stampa dedicata al Psc. 

“Siamo consapevoli che la nuova viabilità ha comportato disagi per alcuni, ma per noi residenti la qualità della vita è migliorata in modo determinante – sottolinea Paola Filios -, c’è meno traffico e meno smog. Per sostenere questa decisione sono state raccolte 293 firme. I bambini del Montale hanno voluto scrivere una lettera al sindaco, perché pur non potendo firmare, perché troppo piccoli, hanno voluto ugualmente esprimere il loro apprezzamento”. 

“La frazione del Montale è perfettamente raggiungibile, non ci sono ostacoli – aggiunge Cinzia Daturi -, alcuni dei negozianti che ora si lamentano, erano in difficoltà anche prima dell’apertura della tangenzialina. La titolare di uno dei bar della frazione mi ha detto che il numero di scontrini battuti non è cambiato, quindi …”. 

Il testo della petizione dice che “i sottoscrittori si prefiggono di tutelare e/o migliorare i luoghi in cui vivono nel quartiere Montale. In particolare, la presente raccolta firme intende richiedere la “non revisione del progetto attuato dall’amministrazione comunale”. I sottoscrittori ritengono condivisibili le problematiche di alcuni negozianti, ma il “bene comune” non può e non deve essere sottomesso al “bene privato”. 

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