Teleducato Piacenza, Muzzarelli in Regione: "Scongiurata la chiusura"

Soddisfatto per la risposta il piacentino Pollastri, che invitato l’esecutivo regionale a tenere monitorata la situazione affinché ci sia una prospettiva per l’emittente.

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Scongiurata la chiusura della Redazione di Teleducato di Piacenza grazie all’accordo firmato in Regione lunedì scorso, l’assessore alle attività produttive, Gian Carlo Muzzarelli, in risposta ad una interrogazione presentata per il question time da Andrea Pollastri (Pdl) e Stefano Cavalli (Lega Nord) per chiarimenti sulla situazione, ha riferito oggi in aula i contenuti del documento che – ha detto – consente un “fase di respiro” di 12 mesi, rinnovabili per ulteriori 12, in un momento delicato per la vita economica e sociale del Paese.

Il pericolo di chiusura della redazione piacentina dell’emittente – ha sottolineato Andrea Pollastri – ha suscitato da più parti dimostrazioni di solidarietà, nel timore che l’evento potesse arrecare un problema nel pluralismo dell’informazione, oltre che per le ricadute occupazionali. Per questo ci siamo attivati anticipando questa interrogazione presentata a metà settembre chiedendo che l’assessore riferisca in una sede ufficiale quanto si sta facendo per scongiurare questa evenienza. Muzzarelli ha ricordato che appena è emersa la crisi dell’emittente televisiva Teleducato, la Regione ha immediatamente attivato un Tavolo di crisi (cui hanno partecipato la proprietà, le province di parma e Piacenza, l’Unione parmense degli industriali, Fnsi, Aser e il fiduziario di redazione di Teleducato Piacenza) che ha portato all’accordo che prevede un contratto di solidarietà al 50% (di cui un 45% a carico della redazione di Piacenza e 5% a carico di quella di Parma). La ‘solidarietà’ coinvolge 4 redattori in ogni redazione per una durata di 12 mesi rinnovabili per ulteriori 12. La riduzione dell’orario avverrà in modalità verticale. Restano dunque aperte entrambe le redazioni di Parma e Piacenza.

Tra le ragioni della crisi, di cui tra l’altro si parla nell’accordo, – ha sottolineato Muzzarelli –  ci sono i cambiamenti nelle modalità di produzione che si sono imposti con l’avvento del digitale terrestre, il calo di fatturato pubblicitario legato alla crisi economica del Paese e la progressiva riduzione dei contributi governativi degli ultimi anni, aggravata dal sensibile ritardo nell’erogazione degli stessi. E a questo proposito l’assessore ha richiamato l’importanza di un impegno congiunto sul tema dei contributi pubblici statali necessari per sostenere la pluralità dell’informazione che – ha detto – credo sia interesse di tutti.

Soddisfatto per la risposta Pollastri, che invitato l’esecutivo regionale a tenere monitorata la situazione affinché ci sia una prospettiva per l’emittente. Sotto il profilo politico – ha poi aggiunto il consigliere – è da raccogliere la sollecitazione dell’assessore perché ci sia attenzione alle piccole emittenti locali che hanno una grande importanza per l’informazione televisiva.

Il consigliere regionale PD di Piacenza Marco Carini, che da inizio settembre, si è battuto per una positiva soluzione della crisi esprime soddisfazione per l’accordo raggiunto.

"Grazie alla disponibilità dell’Assessore Muzzarelli – afferma Carini – e alla responsabilità delle parti è stato possibile raggiungere un accordo che assicurerà ai giornalisti una fase di respiro in un momento delicato della vita economica, sociale ed imprenditoriale del Paese. Nonostante l’immobilismo del Governo e l’indifferenza verso le difficoltà delle emittenti locali espressa dal Ministro dello Sviluppo Economico Paolo Romani, l’interessamento dalla Regione Emilia-Romagna ha contribuito a scongiurare la chiusura della redazione di Piacenza. Si manterranno quindi dei posti di lavoro e rimarrà in piedi una voce importante per il pluralismo informativo della nostra provincia.

"Ringrazio infine il collega Pollastri, la cui interrogazione, arrivata purtroppo fuori tempo massimo e ad accordo raggiunto, ci ha dato la possibilità di riascoltare in aula la notizia dell’accordo raggiunto. Sapendolo interessato alla salvaguardia dell’occupazione – conclude Carini – gli chiedo di fare pressione a questo proposito sul suo stesso partito: il governo nazionale vada a casa e smetta con le politiche che stanno mettendo in ginocchio il paese e gli enti locali."

 

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