Tumori, “ci si ammala di più ma si muore di meno”           

In occasione della giornata nazionale della ricerca sul cancro Andrea Bianchi e Luigi Cavanna hanno presentato alla stampa i dati sulla ricerca oncologica a Piacenza. Nel 2011 aumentano i pazienti: più 8 per cento. “Da qualche anno non c’è più separazione tra assistere i pazienti, fare ricerca ed aggiornarsi"

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Ci si ammala di più ma si muore di meno. In occasione della giornata nazionale della ricerca sul cancro Andrea Bianchi, direttore generale Ausl Piacenza, Luigi Cavanna, direttore del dipartimento di Oncoematologia e Daniele Vallisa, direttore del dipartimento di Ematologia hanno presentato alla stampa i dati sulla ricerca oncologica a Piacenza.

Rispetto al 2010 nei primi mesi del 2011 i pazienti ricoverati in oncologia sono aumentati dell’8%, arrivando a 1633 ricoveri in day hospital e a 998 in degenza. “I dati piacentini rispecchiano la tendenza nazionale, dove ad aumento del numero di casi c’è una diminuzione del numero di morti – ha sottolineato Cavanna – La crescita di pazienti nel nostro ospedale è dovuta anche al fatto che sempre più piacentini rimangono in città per farsi curare”.

La diminuzione del numero di vittime è stata possibile grazie al costante sviluppo della ricerca. I protocolli di ricerca attivi al dipartimento di oncologia sono oltre 70, la maggior parte dedicati ai tumori più frequenti come quello ai polmoni e alla mammella. Solo nel 2011 tre di queste ricerche sono giunte a termine e i risultati sono stati pubblicati sulle più importanti riviste internazionali.

“Da qualche anno non c’è più separazione tra assistere i pazienti, fare ricerca ed aggiornarsi: i tre compiti sono un tutt’uno nella pratica ospedaliera” ha commentato Bianchi. A dimostrazione dell’ottimo lavoro svolto dallo staff del dottor Cavanna nel 2008 l’ospedale di Piacenza è stato inserito nei 16 centri di eccellenza oncologica in Italia.

Il rinnovato slancio dato alla ricerca ha convinto molti giovani dottori a venire a Piacenza; nel dipartimento di oncologia il 60% dei professioni ha infatti meno di 40 anni. “Lo sviluppo del nostro dipartimento è stato possibile grazie a due fattori principali: l’aumento degli investimenti da parte dell’azienda e il costante aiuto delle associazioni di volontariato, delle istituzioni e di tutti i cittadini” ha concluso Cavanna.

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