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Economix: l’Italia dei gerontocrati e degli incompetenti

Secondo il politologo francese Lazar l’Italia è un Paese con un grande potenziale e con grandi talenti pronti a mettersi al servizio del Paese. Ma devono essere giovani, perché il nostro, spiega, è un Paese di gerontocrati.

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Marc Lazar (http://www.ceri-sciencespo.com/cherlist/lazar.php), politologo francese, oltre a ricoprire la carica di professore di Storia e Sociologia politica presso la prestigiosa università parigina “Sciences Po”(www.sciencespo.fr), presiede la School of government della “Luiss – Guido Carli” di Roma (www.luiss.it).

 

Esperto di politica italiana, si può senz’altro ritenere uno dei più attenti osservatori delle faccende politiche del nostro Paese.

 

L’articolo che ho in mente di sottoporre all’attenzione dei nostri lettori in chiusura d’anno, non è prettamente di economia. Il particolare momento storico che stiamo vivendo, mi suggerisce di iniziare l’articolo dando la parola al professor Lazar, per fare un sintetico bilancio delle vicende che interessano il nostro Paese.

 

Iniziamo con una affermazione che Lazar ha rilasciato in un’intervista a Vittorio Zincone del Corriere della Sera: i partiti francesi non avrebbero mai accettato l’imposizione di una strategia politica di ristrettezze e sacrifici da parte di un governo tecnico.

 

Il “Lazar pensiero” continua con una logica poco praticata dalle nostre parti, che prevede, che i governanti debbano spiegare ai propri governati i motivi delle strategie che si intendono adottare, secondo una sorta di “pedagogia permanente”, e soprattutto spiegare loro in quale direzione si intende andare. Detta in altre parole: la politica deve tornare a prendere decisioni.

 

Secondo Lazar l’Italia è un Paese con un grande potenziale (su questo punto è d’accordo anche l’attuale Ministro Passera), e con grandi talenti pronti a mettersi al servizio del Paese. Ma devono essere giovani, perché il nostro, continua il professore, è un Paese di gerontocrati.

 

E su questo punto non possiamo che essere tutti d’accordo, l’Italia ha bisogno di uno svecchiamento, che riguarda tutti i settori della società, partendo proprio dalla politica.

 

Avrei però bisogno di una precisazione su questo punto: a che età si è considerati “vecchi” ? Chi scrive ha 47 anni. Domanda: posso ancora ambire a ricoprire qualche ruolo, qualche posizione lavorativa di prestigio, giusto per mettere a disposizione le competenze e l’esperienza acquisite ad una qualche organizzazione, o devo cominciare a pensare di tirare i remi in barca e preoccuparmi ad organizzare il mio pensionamento ? Quale pensionamento poi ? Concordo sul fatto che occorre dare più spazio ai trentenni, ma nella mia modesta esperienza posso senz’altro affermare, senza timori di smentite, che proprio a questa età comincio a sentirmi professionalmente maturo ed in grado di affrontare, professionalmente parlando, situazioni e sfide che a 30 anni, con maggiori energie a disposizione, per carità, non avrei assolutamente potuto affrontare. A meno che l’esperienza non è più considerata un valore aggiunto.

 

Il problema, affrontato da Paolo Casicci e Alberto Fiorillo, nel libro “Scurriculum, Viaggio nell’Italia della demeritocrazia” (ed. Aliberti), è, appunto, un altro: la demeritocrazia; ovvero la presenza di un numero spropositato di incarichi di responsabilità affidati a persone che non hanno le competenze adeguate. Un male che ha contribuito in maniera sostanziale alla determinazione della crisi che stiamo attraversando.

 

D’accordo ad uno svecchiamento, i trentenni vanno bene, dobbiamo investire su di loro, ma lasciamo almeno che si facciano un po’ le ossa.

 

Preoccupiamoci soprattutto di assegnare incarichi di responsabilità a persone che hanno, appunto, competenze ed esperienza per poter occupare un determinato ruolo con professionalità.

 

Vorrei concludere l’articolo in modo divertente, con un sorriso, sulla bocca; amaro non lo nego, ma pur sempre un sorriso.

 

Nel libro di Casicci e Fiorillo sopra citato, viene riportata una conversazione tra un manager di un’Asl ed un politico, entrambi pugliesi. I due si incontrano per caso presso il pronto soccorso di un Ospedale. Il manager chiede al politico come mai si trova al pronto soccorso. Il politico gli risponde che un suo parente ha avuto un incidente in auto. Il manager gli risponde di stare tranquillo perché quel giorno è presente il primario. Allorché il politico gli risponde: “ è per questo che sono preoccupato, l’ho nominato io …

 

Buon anno a tutti.

 

Andrea Lodi (economix@piacenzasera.it)

 

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