“Fratelli d’Italia”, al Farnese la collettiva di Hell, Berta e Valenti

Piacenza, primogenita d’Italia, con questo evento chiude i festeggiamenti per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia. La mostra, curata da Marta Barbieri, è realizzata con il patrocinio del Comune di Piacenza.

Venerdì 30 dicembre alle ore 18 Placentia Arte presenta, presso la Cappella Ducale di Palazzo Farnese, la mostra collettiva di Silvia Hell, Filippo Berta e Davide Valenti dal titolo: “Fratelli d’Italia”. Piacenza, primogenita d’Italia, con questo evento chiude i festeggiamenti per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia. La mostra, curata da Marta Barbieri, è realizzata con il patrocinio del Comune di Piacenza.

“Si tratta di lavori particolarmente originali – ha spiegato l’assessore alla cultura Paolo Dosi – con i quali giovani artisti sono riusciti a reinterpretare in modo non canonico un momento storico del nostro passato decisivo perchè fondante della nostra Nazione”.

Orari: da lunedì a domenica 9 -13.
Venerdi Sabato Domenica 9-13 / 15-18
1 Gennaio e 6 Gennaio il museo rimarrà chiuso

Homo homini lupus. Una landa desolata ai confini del mondo popolata da famelici lupi che si contendono una bandiera, lacerandola fino a ridurla a brandelli. Quello che si stanno disputando è un inconfutabile simbolo di appartenenza, che reca inevitabilmente con sé il concetto di limite, di confine e conseguentemente di imposizione. La bandiera nello specifico è quella italiana, ma il video di Filippo Berta assurge a metafora universale della condizione umana in cui l’istinto di sopravvivenza e sopraffazione pulsa nascosto sotto coltri di convenzioni.

A questo scenario postatomico poco rassicurante che ci costringe a fronteggiare un’Italia dilaniata, dove i lupi da tutta Europa corrono a dividersela, si contrappone la scultura di Silvia Hell, coesa, lucente e senza macchia, in cui l’artista ha dato forma tridimensionale alle variazioni del territorio italiano dal 1861 ad oggi. Italia solida ci racconta tutti i passi che la nazione ha compiuto per conquistare questa stabilità territoriale, in una compattazione e organicità che riflette comunque l’iter di un paese irrequieto.

Fra queste due opere antitetiche e complementari un fascio di spaghetti cinto da un nastro di cuoio, memore di quello littorio: l’unità d’Italia è stata un’imposizione? Insinuando il dubbio che questo autoritarismo non sia mai tramontato, Tradizione di Davide Valenti si amalgama ai due lavori precedenti, richiamando quell’immagine che ci è tanto familiare di un’Italia circolare e gattopardesca, in cui tutto cambia per rimanere com’è.

Marta Barbieri

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