Lirica, stasera Salomè al Municipale

La Fondazione Teatri Piacenza il 4 e 5 febbraio presenta la Salome di Richard Strauss, una produzione della Fondazione Teatro Comunale e Auditorium di Bolzano

La Fondazione Teatri Piacenza il 4 e 5 febbraio presenta la Salome di Richard Strauss, una produzione della Fondazione Teatro Comunale e Auditorium di Bolzano, un nuovo allestimento per la regia di Manfred Schweigkofler e la bacchetta da Niksa Bareza che dirigerà l’Orchestra Haydn di Bolzano e Trento e l’Orchestra Regionale dell’Emilia Romagna che saranno posizionate sul palcoscenico dietro ai cantanti.
 
Torna dopo due anni al Municipale di Piacenza un’opera di Richard Strauss. Sulla scia del successo di critica e di pubblico ottenuto dall’Elektra presentata nella stagione lirica 2009-2010, il 4 febbraio alle 20,30 e il 5 febbraio alle 15.30 debutterà l’ attesissima Salome di Richard Strauss, tratta dall’omonimo poema di Oscar Wilde. 
 
Ultimata dall’autore nel 1905, dopo tre anni di lavoro, Salome inaugurò un periodo di modernismo musicale raggruppando al suo interno gli elementi culturali caratteristici del primo Novecento: erotismo, edonismo, esotismo ed estetismo. Fu immediatamente condannata dai critici conservatori per l’idea della sua decadenza morale, ma fu al tempo stesso lodata dagli ascoltatori più sensibili alle avanguardie. 
Forse nemmeno Richard Strauss si rese conto della grande rivoluzione che introdusse nel teatro musicale internazionale con “Salomè”, andata in scena per la prima volta al teatro di Dresda nel 1905. Dopo la première la critica non fu unanime nel giudizio. Stando all`aneddotica sembra addirittura che l`imperatore Guglielmo II avesse espresso un giudizio negativo, ma Strauss gli rispose spiritosamente: “Con questo danno mi sono potuto costruire la villa a Garmisch”, oggi sede del centro di ricerca interamente dedicato allo studio del compositore bavarese.
D`altra parte l`innovativa forma di riferimento, un atto unico che, senza soluzione di continuità, trascina l`azione in un flusso melodico continuo con molte concessioni ad un esotismo che l`opera tedesca vedeva con sospetto, non parlava a favore di questo capolavoro. Inoltre un soggetto evangelico che si basa su una storia fatta di tradimenti, erotismo all`eccesso e omicidi in scena, era al di là di quello che la sensibilità del tempo poteva tollerare sul palcoscenico. D’altra parte in Europa, alle affettazioni e ai perbenismi della cultura romantica stavano subentrando concezioni improntate al realismo e al verismo capaci di denunciare le ipocrisie della società borghese e di approfondire realtà intime come l’inconscio: basti ricordare che cinque anni prima della messa in scena dell’opera Freud pubblicò i suoi primi studi. 
In ogni caso il linguaggio di Strauss non va necessariamente verso toni lugubri, mostrando l`eleganza e la fantasia del compositore maturo. Dunque, se il soggetto riconosce, attraverso l`originale di Oscar Wilde, qualche tratto espressionista, la scrittura musicale è invece rarefatta, piena di delicatezze e ricca di ogni sfumatura.
A 107 anni dalla prima, l’opera ritorna per la seconda volta al Municipale di Piacenza (la prima fu l’8 e l’11 marzo 1984 con la regia di Pier Luigi Pizzi e Sylvia Anderson nel ruolo della protagonista) in una produzione che, grazie alla presenza di alcuni cantanti di fama come la piacentina Anna Maria Chiuri insieme a Scott MacAllister, Cristina Baggio e Samuel You (nel cast della prima) e alla regia di Manfred Schweigkofler già regista della precedente Elektra.
La storia di Salome corrisponde ad una vicenda della più recente e squallida attualità – dice il regista Schweigkofler- dove sono protagonisti un vecchio sovrano potente, ricco e lussurioso, una moglie insoddisfatta e trascurata e una ragazza minorenne a cui il sovrano promette qualsiasi cosa. Pur di possederla è disposto a cedere anche la metà del proprio potere e delle proprie ricchezze, mettendo a repentaglio con la sua smisuratezza non solo il suo matrimonio ma anche lo Stato. Così s’innesca la tragedia che superando la vicenda biblica finisce per illustrare la pura cronaca quotidiana. Nel mondo dominato dalla corruzione, si leva una debole voce che esorta un cambio di coscienza e una conversione morale, ma il moralizzatore pagherà con la sua vita. 
L’ opera fu definita da Debussy “Une création en couleurs rythmiques” e Strauss- afferma il direttore d’orchestra Bareza- utilizzò tutti gli ultimi sviluppi dell’orchestrazione, riuscendo a realizzare nuove colorazioni strumentali avvalendosi di un’orchestra di ben oltre cento elementi. Nonostante i cantanti siano sostenuti da un’orchestra di tale portata, la musica non è mai grossolana o pesante, ma al contrario è sempre estremamente raffinata. Musicalmente Salome rappresenta un grande monumento tra Tristan e Wozzeck o Lulù, con una strumentazione che, come disse Romain Rolland, “è semplicemente un incanto”.
Data l’ampiezza della compagine orchestrale, così come prevede la partitura, saranno impegnate due orchestre, la Haydn di Bolzano e Trento e la Regionale dell’Emilia Romagna, che in questa occasione vedremo collocate sul palcoscenico dietro i cantanti per ragioni di amalgama tra voci e orchestra, ma nello stesso tempo offrendo nuove e interessanti soluzioni sceniche.
Interpreti dell’opera saranno: Scott MacAllister e Peter Svensson nel ruolo di Herodes, Anna Maria Chiuri nel ruolo di Herodias, Cristina Baggio e Cassandra McConnel in quello di Salome, Samuel Youn e Johmi Steinberg nel ruolo di Jochanaan, Harrie van der Plas nel ruolo di Narraboth e Jelena Bodrazic in quello del Paggio.
 
 

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di PiacenzaSera, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.