Matrimoni, nel 2011 richieste di annullamento raddoppiate

Sono 45 le coppie piacentine che nel 2011 hanno chiesto l’annullamento del matrimonio al Tribunale Ecclesiastico Regionale Emiliano, quasi il doppio rispetto all’anno precedente quando erano state 25. 162 le cause entrate complessivamente lo scorso anno. I dati illustrati nel corso dell’apertura dell’anno giudiziario.

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Sono 45 le coppie piacentine che nel 2011 hanno chiesto l’annullamento del matrimonio al Tribunale Ecclesiastico Regionale Emiliano, quasi il doppio rispetto all’anno precedente. Nel 2010 le cause entrate erano state infatti 25. I dati sono stati illustrati nel corso dell’apertura dell’anno giudiziario del Tribunale Ecclesiastico Regionale Emiliano. Il Tribunale ha sede a Modena e tratta solo le cause di nullità del matrimonio nel primo grado, per le diocesi di Modena-Nonantola, Carpi, Reggio Emilia-Guastalla, Parma, Fidenza e Piacenza-Bobbio. Per l’appello, se necessario, si va a Bologna, al Tribunale Ecclesiastico Regionale Felsineo.

162 le cause entrate nel 2011: 10 da Carpi, 4 da Fidenza, 47 da Modena, 45 da Piacenza, 22 da Parma e 34 da Reggio Emilia. Le cause trattate a Modena complessivamente sono state 299 (erano 321); 154 quelle definite con sentenza (contro le 173 del 2010): di esse 148 le affermative e 6 le negative. Sospese o abbandonate otto cause, quelle pendenti a fine anno erano 137.

“Complessità delle cause e litigiosità delle parti – ha spiegato mons.Vittorino Tazzioli, Vicario Giudiziale – sono in costante aumento, con percorsi che arrivano anche a tre anni”. Una “estrema conflittualità” che “si discosta spesso dalla ricerca della verità”. Per quanto riguarda le motivazioni delle sentenze di nullità, le ragioni più ricorrenti restano l’esclusione dell’ indissolubilità del matrimonio (70 casi) e della prole (78), seguite da quelle che mons.Tazzioli definisce le “malattie della volontà”, ovvero il difetto nella discrezione del giudizio e l’incapacità psichica di assumere gli oneri del matrimonio. “C’é – ha commentato – un’incapacità diffusa di assumere impegni e responsabilità”.

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