“Memorie di Adriano”, l’omaggio a Celentano apre il Jazz Fest

Spetta allo spettacolo “Memorie di Adriano - Canzoni del Clan di Adriano Celentano”, prodotto dall’Ater - Associazione Teatrale Emilia Romagna, aprire domenica 26 febbraio 2012 la nona edizione della manifestazione “Piacenza Jazz Fest”

Più informazioni su

Spetta allo spettacolo “Memorie di Adriano – Canzoni del Clan di Adriano Celentano”, prodotto dall’Ater – Associazione Teatrale Emilia Romagna, aprire domenica 26 febbraio 2012 la nona edizione della manifestazione “Piacenza Jazz Fest”,  presso lo spazio “Le Rotative” di Piacenza (Via Benedettine, 66; biglietteria serale dalle ore 17.30).

Ecco le canzoni eseguite: 

– Ventiquattromila baci
– Una carezza in un pugno
– Storia d’amore
– Pregherò
– Una storia come questa
– Il problema più importante
– Canzone
– Sotto le lenzuola
– Il ragazzo della Via Gluck
– Stai lontana da me
– Azzurro
– L’albero di trenta piani

Il festival, ideato e organizzato dall’Associazione culturale “Piacenza Jazz Club”, si fregia del patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e si configura come uno degli eventi più rappresentativi della città e che più orientano l’attività culturale piacentina verso una dimensione di respiro nazionale. Fondamentali per la sua realizzazione sono il sostegno della Fondazione di Piacenza e Vigevano, della Regione Emilia-Romagna, del Comune e della Provincia di Piacenza e l’adesione di alcune realtà istituzionali e imprenditoriali del territorio.

“Piacenza Jazz Fest” per il concerto inaugurale schiera sul palco un ensemble d’eccezione: Peppe Servillo (voce), Javier Girotto (sax), Fabrizio Bosso (tromba), Rita Marcotulli (pianoforte), Furio Di Castri (contrabbasso) e Mattia Barbieri (batteria).

Dopo il progetto “Zapping”, dedicato a Frank Zappa e l’omaggio a Domenico Modugno “Uomini in Frac”, Peppe Servillo e Furio Di Castri tornano con un nuovo spettacolo dedicato al molleggiato per eccellenza: con “Memorie di Adriano – Canzoni del clan di Adriano Celentano”, portano sul palco le canzoni di un’Italia tornata giovane, pronta a guardare altrove e a se stessa, anche nelle canzoni; canzoni tenere e urlate, danzate e sussurrate, scritte da autori vari e arrangiate dai migliori, per essere cantate da tutti, allora come oggi, per appartenenza e desiderio, per curiosità e gusto di una memoria sempre viva e sorprendente. “Zapping” e “Uomini in Frac” potevano sembrare solo due occasioni per rimescolare le esperienze artistiche di alcuni dei migliori musicisti italiani, un pretesto per esprimere la loro amicizia e la loro poetica, rileggendo in modo trasversale musiche che non appartenevano loro completamente; ma dopo il successo del progetto su Modugno e dopo cinque anni di viaggi e quasi un centinaio di concerti in tutta Europa, gli artisti sono stati coinvolti in un’esperienza ricca e profonda, tanto da pensare che fosse arrivato il momento di raccogliere una nuova sfida.

Nasce così l’esplorazione di un altro grande personaggio della musica italiana, Adriano Celentano, cresciuto in un periodo di grandi trasformazioni culturali e sociali. Celentano ha coltivato un terreno compositivo ampio e fertile, manifestando sempre un profondo senso di impegno civile, a volte anche in modi un po’ criptici. Oltre a essere stato un grande interprete e compositore, “il molleggiato” è stato il catalizzatore di un piccolo gruppo di artisti che ha tracciato un’impronta profonda nella storia della musica italiana: il suo “Clan” ha adattato il rock di Elvis Presley e il soul di Wilson Pickett e Ben King al sound italiano e ha prodotto sia canzoni impegnate e riflessive, sia canzoni leggere e di disimpegno. Al suo interno si muovevano personaggi come Don Backy e Ricky Gianco e con loro muoveva i primi passi quello che sarebbe diventato uno dei più incredibili artisti della storia della musica in Italia, Demetrio Stratos. Il Clan era una grande fucina di artisti e ha sicuramente aperto una nuova strada per la canzone italiana. Gli artisti hanno scelto Celentano «per ritrovare le canzoni che cantavamo da ragazzi guidando le nostre prime automobili o intorno ai falò sulla spiaggia, canzoni che hanno fatto anche la “nostra” storia e che non abbiamo mai dimenticato». Una carezza in un pugno, Storia d’amore, Azzurro, Stai lontana da me, Sognando, Sei rimasta sola, Sotto le lenzuola e tante altre ancora sono tutte canzoni che non appartengono al repertorio di un jazzista, ma proprio in questo consiste la vera sfida, che gli artisti affrontano a ogni performance con quel senso di rispetto, disillusione e ironia che si è rivelato la vera magia del loro incontro.

Peppe Servillo, frontman del gruppo, è un artista poliedrico, capace di adattarsi di volta in volta alle forme di espressione artistica più varie: storica voce degli “Avion Travel”, è anche un teatrante e un attore impegnato; la sua mimica e il suo “viso di gomma” ne fanno uno dei volti più interessanti della cultura italiana.

Nato in provincia di Alessandria, si trasferisce a Caserta, dove fin da giovane coltiva da autodidatta la passione per la musica. Dotato di originale talento, riesce ad affermarsi grazie all’incontro fortunato con alcuni brillanti strumentisti della zona, con i quali nel 1980 forma la “Piccola Orchestra Avion Travel” (poi denominata più semplicemente “Avion Travel”). Tanti gli album pubblicati dal gruppo, tra i quali ricordiamo Bellosguardo (1992), che rappresenta, di fatto, il manifesto musicale della band, Vivo di canzoni (1998), Cirano (1999), Storie d’amore (2000), Selezione 1990-2000 (pubblicato in Francia nel 2001), Poco mossi gli altri bacini (2003), in cui Peppe Servillo duetta con Elisa e Caterina Caselli. Il crescente successo del gruppo porta alla realizzazione di un “Best Of” per il mercato internazionale: l’album Per come ti amo, pubblicato in Francia nel 2004 e nel 2005 in Belgio e Olanda con il titolo Selezione, rappresenta un viaggio musicale attraverso gli ultimi dieci anni della carriera musicale del gruppo. Nel 2007 esce l’album Danson Metropoli – Canzoni di Paolo Conte, che include undici fra i maggiori successi del cantautore astigiano, che nel brano Elisir duetta con lo stesso Servillo e Gianna Nannini. L’album, per il quale Paolo Conte ha scritto il brano Il Giudizio di Paride, segna il debutto della nuova formazione degli “Avion Travel”, che da piccola orchestra si trasformano in quartetto: Peppe Servillo alla voce, Fausto Mesolella alla chitarra, Mimì Ciaramella alla batteria e Vittorio Remino al basso. Nel 2009, con l’album L’amico magico, gli “Avion Travel” rendono omaggio a Nino Rota, uno dei più grandi compositori del ‘900 (che Federico Fellini amava definire appunto “l’amico magico”).

Servillo con il suo gruppo ha all’attivo numerosi tour, non solo in Italia e in Europa, ma anche oltreoceano: al “Southwest Festival” di Austin (Texas), così come in alcuni rinomati club, tra cui il “Joe’s Pub” di New York, durante la primavera del 2005. Non mancano le partecipazioni al “Festival di Sanremo”: nel 1987 il gruppo vince la “Sezione Rock”; nel 1998 la “Piccola Orchestra” si presenta nella “Sezione Big” con la canzone Dormi e sogna, Premio della Critica e della Giuria di Qualità come “Migliore Musica” e “Migliore Arrangiamento” (da lì nasce la collaborazione con Peppe Vessicchio, con il quale Servillo compone Sogno, interpretata poi da Andrea Bocelli); nel 2000 gli “Avion Travel” vincono a sorpresa la manifestazione con il brano Sentimento, aggiudicandosi ancora una volta il Premio Speciale della Critica e della Giuria di Qualità.

Il successo di Servillo in campo musicale non ostacola il suo desiderio di aprirsi a un altro tipo di esperienze artistiche; nel 1999 passa così alla sceneggiatura del cortometraggio “Tipota”, diretto dall’amico Fabrizio Bentivoglio, al quale partecipa anche come attore, al fianco di Valeria Golino. Recita in seguito nel drammatico “Domenica” (2001) di Wilma Labate, dove interpreta il ruolo di un commissario. Nel 2001 Servillo con la sua formazione campana collabora con il teatro “GiocoVita” di Piacenza a un’opera che racconta la storia di Verdi bambino. Recita quindi in “La felicità non costa niente” (2003) di Mimmo Calopresti e nella trasposizione cinematografica di “Don Chisciotte de la Mancia Quijote” (2006) diretta da Mimmo Paladino, dove interpreta il protagonista. Nel 2007, a fianco del fratello Toni, interpreta la parte di Gerry Como nel film “Lascia perdere, Johnny!” di Fabrizio Bentivoglio. Nel 2010 Paola Randi lo inserisce nel cast del film “Into Paradiso”, dove Servillo duetta con Gianfelice Imparato, dimostrando nuovamente una versatilità prodigiosa. Nello stesso anno prende parte anche al progetto musicale “Passione di John Turturro”, omaggio meticoloso alla carica emotiva della canzone napoletana. Segue poi il film TV “Mannaggia alla miseria” (2010) di Lina Wertmüller, con Gabriella Pession e Sergio Assisi.

“Piacenza Jazz Fest” proseguirà giovedì 1° marzo, al Cinema “Iris” di Piacenza, con la performance multimediale Azzali – Cella – Sereno – Mezzadri “Koyaanisqatsi – Life out of balance”, in programma alle ore 21.15 e organizzata in collaborazione con “Concorto Film Festival”.

Più informazioni su

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di PiacenzaSera, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.