Quaresima, processione col vescovo: “Cristo è la nostra riconciliazione con Dio” foto

Con il rito delle Ceneri è iniziato il tempo di Quaresima. Come ogni anno la celebrazione delle Ceneri è stata accompagnata dalla tradizionale processione per le vie del centro storico di Piacenza presieduta dal vescovo Ambrosio che ha officiato il rito in Cattedrale

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Con il rito delle Ceneri è iniziato il tempo di Quaresima. “Li amò fino alla fine” è il tema che guiderà quest’anno l’itinerario diocesano verso la Pasqua, realizzato dall’Ufficio Catechistico in collaborazione con i vari Uffici pastorali.

Come ogni anno la celebrazione delle Ceneri è stata accompagnata dalla tradizionale processione per le vie del centro storico di Piacenza. Dopo la celebrazione della Parola presieduta dal vescovo Gianni Ambrosio nella basilica di San Francesco, la processione penitenziale ha percorso via XX Settembre per concludersi in Cattedrale con il rito delle Ceneri.

Nel corso della celebrazione si è tenuto anche il rito dell’iscrizione del nome nel “Libro della vita” per i cinque catecumeni adulti che si preparano a ricevere a Pasqua il sacramento del Battesimo. Si tratta di tre donne e due uomini.

L’omelia del vescovo Ambrosio

Carissimi confratelli, carissimi fedeli 

1. Iniziamo con l’austero rito della imposizioni delle ceneri il cammino quaresimale verso la luce della Pasqua. Questo tempo di grazia ci sollecita ad una sincera revisione della nostra vita. L’idolatria, la chiusura egoistica, la meschinità, la sopraffazione, l’ingordigia, l’ingiustizia sono tentazioni che incombono sempre nella nostra vita personale e collettiva. Abbiamo tutti bisogno di vedere il volto di Dio, di gioire della sua tenerezza, di sperimentare la sua dedizione per noi. Così possiamo scoprire il nostro vero volto, quello di figli di Dio. Arriviamo a comprendere noi stessi solo a partire da Dio, nostro Padre. La relazione filiale con Dio sostiene la nostra umanità e rende buona la nostra vita, infondendo speranza al nostro cuore. È il primato di Dio che dobbiamo recuperare nel nostro mondo e nella nostra vita di cristiani: attraverso la riscoperta del cammino catecumenale, viviamo il nostro battesimo con rinnovata gioia, come reale esperienza di incontro con Cristo che ci è venuto incontro con la sua grazia e ci ha donato l’esistenza nuova in Lui, nello Spirito Santo.

2. L’antico gesto della imposizione delle ceneri sul nostro capo fa risplendere davanti a noi, con una intensità particolare, la verità della nostra vita.

La prima dimensione di questa verità è proclamata dal segno così eloquente delle ceneri e dalle parole dell’antica ammonizione biblica: “ricordati che sei polvere e in polvere ritornerai”  (Gn 3,19). La Quaresima ricupera la nostra memoria perduta e ricorda a tutti noi la caducità, la precarietà, la inesorabile fine della vita terrena: siamo polvere e in polvere ritorneremo.

Ma il messaggio quaresimale non finisce qui. La liturgia odierna ci avverte della necessità di ricordare un’altra fondamentale dimensione della verità della nostra vita cristiana, anch’essa dimenticata. La morte non è solo un fatto naturale, ma è un evento che ci fa prendere coscienza che vita tutta è mistero, dalla nascita alla morte. La Quaresima ci aiuta a entrare in questo mistero di vita e di morte, accompagnati da Cristo morto e risorto. Il Figlio di Dio ha accettato la morte come partecipazione solidale e piena alla sorte dell’uomo sulla terra, una sorte che sin dall’inizio è misteriosamente congiunta col peccato: la disubbidienza a Dio ha portato con sé la morte dello spirito umano. Il Signore Gesù va verso la morte, l’accetta in segno di ubbidienza a Dio e restituisce all’uomo il dono della vita, la vita secondo lo Spirito Santo.

3. “Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo trattò da peccato in nostro favore”, afferma con un’espressione molto densa l’apostolo Paolo rivolgendosi ai cristiani di Corinto. In questo modo Cristo – trattato da peccato in nostro favore – è la nostra riconciliazione con Dio, il nostro perdono presso Dio, la nostra definitiva alleanza con lui. Accogliamo la riconciliazione, il perdono, l’alleanza che Cristo ci dona addossandosi il nostro peccato e vincendo così la morte nell’essenza stessa del suo mistero: “lasciatevi riconciliare con Dio”, così Paolo scongiura i cristiani di Corinto perché accolgano la grazia della vita nuova in Cristo che conduce alla salvezza.

Se il segno delle ceneri ci ricorda che siamo polvere, nello stesso tempo ci apre alla vita nuova di Cristo, liberata dal peccato: “convertiti e credi al Vangelo”, lasciati riconciliare con Dio, vivi in unione a Cristo morto e risorto. 

4. La pagina del Vangelo ci indica tre pratiche che segnano e orientano il nostro cammino di conversione del cuore per arrivare a vivere la relazione buona e giusta con Dio. Si tratta infatti di vivere e di agire non davanti agli uomini, ma davanti a Dio che vede nel segreto: egli è il nostro Padre e noi siamo i suoi figli. Da questa relazione buona e giusta dei figli con il Padre deriva la verità della nostra vita e la bontà delle nostre scelte. La pratica dell’elemosina, della preghiera e del digiuno ci allontana da ogni forma di idolatria e di egoismo e ci rende veramente solidali con i fratelli, bisognosi di Dio, di speranza, di lavoro, di pane in questi tempi di crisi. 

Affidiamo alla Vergine Santa, prima discepola di Gesù e Madre della Chiesa, il nostro cammino di grazia e di conversione verso la Pasqua di Risurrezione del Signore Gesù. Amen

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