L’Espresso: “Il mistero dell’attentato contro Germanà, fedelissimo di Borsellino”

Dopo la strage di via D’Amelio, Cosa Nostra cercò di uccidere un super poliziotto di cui il giudice si fidava molto, Calogero Germanà, attuale questore di Piacenza. La vicenda raccontata dal settimanale

Due mesi dopo la strage di via D’Amelio, Cosa Nostra cercò di uccidere un super poliziotto di cui il giudice si fidava molto, Calogero Germanà, attuale questore di Piacenza. Lui si salvò gettandosi in mare mentre gli sparavano. Oggi i pm si chiedono se quell’attentato aveva a che fare con la trattativa fra Stato e cosche. Lo sostiene “L’Espresso” nell’articolo a firma Umberto Lucentini (leggi qui il testo integrale dell’articolo).

Nell’inchiesta della Procura di Palermo sulla trattativa tra pezzi infedeli dello Stato e la mafia – sostiene l’Espresso – entra la vicenda dell’attentato fallito, nel 1992, contro Rino Germanà, un poliziotto che aveva lavorato per anni con Paolo Borsellino.

Secondo quanto racconta il settimanale, proprio in quella terribile estate del ’92 il magistrato antimafia aveva cercato inutilmente di richiamare Germanà al suo fianco, poco prima di essere ucciso in via D’Amelio. Borsellino fu ammazzato il 19 luglio e l’attentato a Germanà avvenne il 14 settembre a Mazara del Vallo, dove era stato appena trasferito.

Per chiarire i retroscena dei mesi che precedettero e seguirono le stragi di Giovanni Falcone e di Borsellino, il procuratore aggiunto Antonio Ingroia e il sostituto Nino Di Matteo pochi giorni fa hanno interrogato Germanà.

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