Accorpamento centrali operative 118, Trespidi: “Piacenza non farà da apripista”

Il presidente della Provincia convoca a Palazzo Garibaldi il direttore generale Ausl Bianchi. Stop al progetto a livello territoriale: "In futuro servirà il massimo coinvolgimento"

“Piacenza non farà da apripista del progetto regionale di accorpamento delle centrali operative del 118. Se l’intenzione della Regione è procedere in quella direzione non sarà il territorio piacentino ad avviare, primo in Emilia, la sperimentazione della nuova gestione del servizio, che contestiamo perché reputiamo essere inadeguata rispetto alle esigenze del nostro territorio e, soprattutto, un passo indietro rispetto all’attuale servizio di qualità, affidato alla competenza di settore pubblico, volontari e operatori formati e preparati”.

Ad annunciarlo è il presidente della Provincia e presidente della conferenza socio sanitaria Massimo Trespidi che, dopo la ferma presa di posizione dell’altro giorno contro la paventata riorganizzazione del servizio, ha convocato oggi a palazzo Garibaldi il direttore generale dell’Ausl Andrea Bianchi, al quale Trespidi ha chiesto di “fermare il progetto della centrale operativa unica del 118 Piacenza-Parma”. Nei giorni scorsi il presidente aveva incontrato vari soggetti coinvolti nel servizio call center di gestione delle emergenze e con la sua presa di posizione dell’altro giorno aveva voluto portare a sintesi le perplessità giunte dagli “addetti ai lavori” e dagli amministratori del territorio, rappresentandole alla Regione e alla stessa Azienda sanitaria locale.

 

“Non faremo da cavia – commenta il presidente Trespidi – per un accorpamento che reputiamo impoverisca l’eccellenza dell’attuale servizio, a spese del volontariato e delle nostre risorse umane e della stessa qualità del servizio. La centrale operativa del 118, attualmente, si avvale di grandi competenze e professionalità e di un virtuoso sistema basato sulla collaborazione tra pubblico e privato. Non si vede ragione per cui un simile patrimonio, costruito negli anni anche facendo fronte a investimenti importanti da parte del pubblico, debba essere smantellato, per sperimentare accorpamenti che – laddove sono partiti – hanno creato disagi e risibili, se non nulli, contenimenti di costi”. “Reputiamo che lo stop che siamo riusciti a opporre a questa iniziativa della Regione sia un risultato importante a cui siamo pervenuti grazie all’ascolto di tutti i soggetti chiamati in causa da questa paventata riorganizzazione. Sull’argomento la Regione sappia che la nostra posizione è di totale e assoluto scetticismo. A livello territoriale servirà un supplemento di impegno per garantire il massimo coinvolgimento di amministratori, volontariato e del mondo dell’associazionismo”.

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