Divieto salumi nelle scuole, Coldiretti Piacenza sfida la Regione

E’ recente la delibera della Regione Emilia Romagna attraverso la quale, con linee guida per le mense scolastiche, ha sconsigliato agli istituti scolastici di dare ai piccoli alunni coppa, pancetta, salame e altri salumi tipici della nostra regione.

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Dopo la recente delibera della Regione Emilia Romagna che attraverso le “linee guida per l’offerta di alimenti e bevande salutari nelle scuole”, sconsiglia il consumo di salumi nelle scuole, Coldiretti Piacenza ha interpellato la dottoressa Monica Maj. E’ recente la delibera della Regione Emilia Romagna attraverso la quale, con linee guida per le mense scolastiche, ha sconsigliato agli istituti scolastici di dare ai piccoli alunni coppa, pancetta, salame e altri salumi tipici della nostra regione.
 
“Non mi sembra corretto, sottolinea il presidente di Coldiretti Piacenza Luigi Bisi, che nella patria della buona cucina e dei salumi dop, la nostra regione dia questi “consigli”. L’Emilia Romagna che difende e promuove i propri prodotti tipici ovunque non si ricorda di farlo a scuola? E’ proprio da lì che inizia l’educazione alimentare, la conoscenza dei prodotti locali e degli alimenti a chilometri zero. E lo sappiamo bene, prosegue Bisi,  noi che da oltre dieci anni portiamo il percorso di Educazione alla Campagna Amica nelle scuole…. E’ dalle prime classi che dobbiamo diffondere il valore dei prodotti locali se vogliamo che in futuro ci siano consumatori consapevoli nelle scelte delle produzioni locali”.
 
“Siamo l’unica provincia d’Europa ad avere 3 salumi dop, ribadisce il presidente di Coldiretti,  e i nostri allevatori con sacrifici e fatica continuano a migliorare la qualità delle carni per valorizzare i nostri patrimoni; proprio per questo riteniamo che anche la nostra Regione debba fare la propria parte in questa direzione e sconsigliare il consumo non è proprio la direzione corretta…”
 
Coldiretti Piacenza per dare fondamento a quanto da sempre sostenuto ha interpellato la dottoressa Monica Maj, esperta nutrizionista.
 
“I salumi, ha sottolineato la Maj, nelle loro varie tipologie fanno parte della tradizione millenaria dell’alimentazione delle popolazioni dell’area mediterranea, pur con le differenziazioni regionali che ne sono derivate. Il loro inserimento anche nelle razioni attuali, particolarmente attente ad un corretto apporto di principi alimentari, va visto alla luce delle composizioni che oggi questi alimenti hanno. L’evoluzione nell’apporto e nelle caratteristiche dei grassi è stata in questi ultimi anni particolarmente rilevante pure nel rispetto della caratterizzante tipicità”.
 
“Oggi, prosegue la Maj, abbiamo salumi meno grassi, con frazione lipidica più  ricca di acidi grassi utili (polinsaturi), a minor tenore in colesterolo e che fra altro può essere arricchita in fattori protettivi come CLA, vitamine antiossidanti, estratti aromatici, ecc..”
 
I salumi di maggiore interesse come salame, mortadella, prosciutto crudo, coppa per citarne alcuni, si confermano alimenti interessanti per diversi aspetti comuni:
 
–  per l’apporto in proteine di elevata qualità biologica e di elevatissima digeribilità, frutto del processo più o meno lungo di stagionatura;
 
– per la qualità dei lipidi (che ha a lungo penalizzato e continua ingiustamente a penalizzare questi alimenti): i dati attuali indicano che la composizione in acidi grassi ed il rapporto tra le diverse classi di acidi grassi non si discostano da quelle che sono le raccomandazioni nutrizionali.
 
“Va comunque sottolineato, ribadisce la nutrizionista,  che nei salumi il problema “lipidi” è stato spesso impostato in maniera nutrizionalmente non corretta, in quanto ogni alimento va valutato nel contesto della dieta globale giornaliera ed è questa (e non il singolo alimento) che deve rispondere a precisi requisiti nutrizionali. Un altro aspetto da tenere presente riguarda le caratteristiche organolettiche che sono un requisito fondamentale della qualità nutrizionale e che, nel caso dei salumi, sono in larga parte legate alla componente lipidica, sia come quantità che come qualità.”
 
“Pertanto concludono con voce unanime il presidente Bisi e la dottoressa Maj è la dose che fa il veleno… continuiamo quindi a consumare, nelle giuste dosi,  i nostri salumi dop perché rappresentano tradizione, storia, corretta alimentazione e valorizzazione del territorio”.

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