Lavoratori Gls, continua lo scontro tra Cobas e confederali

Botta e risposta tra Si Cobas e Cgil in merito alla situazione dei lavoratori della coop Forza 4, in forze ai magazzini Gls. I Cobas accusano i confederali di usare "metodi degli anni del fascismo". La Cgil risponde di essere pronta a "rivolgersi ai propri legali". 

Botta e risposta tra Si Cobas e Cgil in merito alla situazione dei lavoratori della coop Forza 4, in forze ai magazzini Gls. I Cobas accusano i confederali di usare “metodi degli anni del fascismo”. La Cgil risponde di essere pronta a “rivolgersi ai propri legali”. 

Gli operai  dei magazzini GLS danno la sveglia a CGIL-CISL-UIL  – comunicato stampa di SI Cobas

 
Ieri i lavoratori in lotta alla GLS di Piacenza, in presidio permanente dal 15 marzo (giorno in cui è partita la serrata padronale), erano stati convocati per comunicazioni dalla Cooperativa “Forza 4”, di cui sono “soci-lavoratori”, per le ore 16 di oggi presso i magazzini.
Da quando la lotta è cominciata i lavoratori, che si sono costituiti in sindacato avanzando una loro piattaforma, si sono scontrati con l’attività discriminatoria ed antisindacale di committenza e cooperativa.
Nessuna comunicazione, da quando è partita la serrata, è stata mai data loro. A più riprese gli operai  hanno messo in campo iniziative di lotta e di protesta verso la GLS e le istituzioni locali, per rompere il silenzio e la passività di chi, a vario titolo, ha delle responsabilità in merito alla vicenda, sensibilizzando anche la cittadinanza con due manifestazioni nel centro di Piacenza.
I sindacati confederali, artefici di un “accordo di emersione” con la cooperativa Forza 4 e di un “accordo tombale” -leggi accordo truffa- che in cambio di mille euro in 7 rate mette una pietra sopra al pregresso mai versato agli operai (decine di migliaia di euro a testa), hanno deciso di farsi vivi.
Come? Attraverso GLS e cooperativa.
Oggi gli operai, tutti presenti al presidio, hanno rifiutato di fare un’assemblea dentro i magazzini con committenza, coop. Forza 4 e CGIL-CISL-UIL, dicendo che se  ci doveva essere un’assemblea sindacale questa doveva avvenire in presenza di rappresentanti del loro sindacato. Degli oltre 60 operai in lotta, la triplice, messa tutta assieme, non rappresenta nemmeno un solo lavoratore. GLS, cooperativa e confederali non hanno accettato la richiesta degli operai e così, quest’ultimi, sono rimasti in presidio decidendo di mandare quattro loro delegati a sentire cosa avessero da dire. Il messaggio corale dato ai delegati è stato: “lasciate il SI-COBAS ed iscrivetevi a CGIL-CISL-UIL altrimenti non si torna a lavorare”.
Una magnifica rappresentazione della concertazione antioperaia che fa cadere la maschera ai furfanti e che la dice lunga sul perverso “sistema delle cooperative”, fatto di connivenze ed intrallazzi, che passa sopra alle teste e alla volontà dei lavoratori, visti solo come limoni da spremere. Una santa alleanza, che in barba alle pseudo libertà democratiche, rimanda ai metodi e alle pratiche delle corporazioni degli anni del fascismo e che dimostra che questa gente ha a cuore solo i loro meschini interessi e non certo quelli degli operai. 
Hanno ricevuto la loro risposta e la loro meritata razione di fischi e cori poco omaggianti quando hanno abbandonato i magazzini con la coda tra le gambe con l’unico risultato di aver fatto aumentare la rabbia di chi sta lottando contro i soprusi e lo sfruttamento a cui è quotidianamente sottoposto. Pensavano di estorcere il consenso al loro diktat ed invece hanno ricevuto una sonora lezione e dovranno aspettarsi altre risposte da chi, con grandissima dignità -evidentemente carente in casa confederale- lotta per migliorare la propria esistenza e per conquistarsi un po’ di giustizia. Il sindacato è dei lavoratori, fatto da lavoratori e per i lavoratori.
Una semplicità dura ad essere recepita da burocrati con la pancia piena e pronti a violare la volontà e la dignità di coloro che, teoricamente, vorrebbero rappresentare.
La mobilitazione continua e più agguerrita di prima. 

In merito alla “versione” resa nota dal sindacato Si.Cobas dell’assemblea svolta con i lavoratori della Cooperativa Forza 4, il segretario generale della Cgil di Piacenza Paolo Lanna dichiara quanto segue:

 
Abbiamo letto con rammarico quello che sembra un comunicato stampa a firma SI COBAS riguardante l’assemblea tenuta da CGIL CISL UIL ieri presso il deposito GLS per i lavoratori di Forza 4, nel quale vengono riportate accuse e falsità che sono gravissime e del tutto infondate e pretestuose.
Le decine di lavoratori iscritti al nostro sindacato hanno partecipato all’assemblea (in tutto erano presenti circa una quarantina di persone su una sessantina di addetti), svoltasi, ovviamente, senza nessun dirigente di GLS o di Forza 4. I lavoratori hanno espresso forte preoccupazione per il loro posto di lavoro, chiedendo di poter riprendere l’attività quanto prima.
Il mandato ricevuto dai lavoratori in assemblea, dunque, è questo: interrompere i blocchi e garantire la normale attività aziendale. 
Un mandato che punta a tutelare i loro diritti – a partire dalla trattativa in corso sugli inquadramenti degli operatori del magazzino – e a difendere il livello occupazionale. In  questo contesto i lavoratori rischiano di trovarsi tra l’incudine e il martello: da un lato l’azienda che minaccia in maniera censurabile e strumentale la chiusura dei depositi, dall’altro i blocchi dell’attività attuati solo da una parte dei loro colleghi che di fatto impediscono il lavoro. 
Appare chiara la volontà da parte di Si.Cobas di mischiare le carte in tavola alla luce della delicata situazione occupazionale con 120 persone che rischiano seriamente di perdere il posto di lavoro.
 
Il lessico e la cultura espressi nel comunicato sono lontani anni luce dalla nostra idea di democrazia, e ancora una volta ci troviamo sommersi da bugie meschine ed infamanti. A questo gioco diciamo basta, e viste le falsità diffuse in queste ore ci riserviamo di attivare i nostri avvocati per ripristinare verità e difendere l’immagine nostra e della parte assolutamente maggioritaria dei lavoratori.

Intervento di Marina Molinari, segretario provinciale Cisl Piacenza