Liberazione, Cravedi (Anpi): “Etica dei partigiani esempio per la politica” foto

Diverse centinaia i piacentini che hanno voluto essere presenti questa mattina in piazza Cavalli per le celebrazioni del 25 aprile. "L’etica dei partigiani - ha detto Cravedi - sia di insegnamento per la politica di oggi ridotta a bottega di affari". Sul palco anche Reggi e Trespidi. Il FOTOSERVIZIO

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Diverse centinaia i piacentini che hanno voluto essere presenti questa mattina in piazza Cavalli per le celebrazioni del 25 aprile. Dopo la partenza del corteo in piazzale Genova e la consegna della corona di fiori al monumento ai caduti della resistenza sullo stradone Farnese, la celebrazione si è trasferita in piazzetta Mercanti per i discorsi della autorità.

Ad aprire le commemorazioni il discorso del presidente provinciale dell’Anpi Mario Cravedi. “Oggi manca un giovane che 67 anni fa comunicò a tutta la città la liberazione” ha commentato Cravedi ricordando il “Moro”, il partigiano che il 25 aprile del ’45 aveva suonato la campana di palazzo Gotico per segnalare la fine della guerra, scomparso pochi mesi fa . “Sono questi uomini – prosegue il presidente provinciale dell’Anpi, riferendosi anche a Dino Laudi, il medico-partigiano morto sulle nostre montagne e ieri premiato con la medaglia d’oro al valore militare dal presidente Giorgio Napolitano – che ci danno la forza per dire che le cose in questo Paese non vanno bene. La politica deve tornare ad essere politica e non bottega d’affari. L’etica della della Resistenza sia d’insegnamento alla politica di oggi”. Tra i temi toccati da Cravedi anche quello del lavoro: “Il lavoro non si trova licenziando la gente o facendo saltare la garanzie fondamentali. Il lavoro è un diritto e non un privilegio. L’attività lavorativa da forza, speranza e il coraggio di guardare negli occhi tua moglie e i tuoi figli”.

Le celebrazioni sono proseguite con i discorsi del sindaco di Piacenza Roberto Reggi e del presidente della Provincia Massimo Trespidi (in allegato a fondo pagina i discorsi completi). “E’ il mio ultimo discorso per il 25 aprile ed è anche l’occasione più difficile per farlo – dice Reggi – L’Italia di oggi è un Paese provato, con un motore politico incapace di rinnovamento. Dobbiamo riagguantare il filo della nostra memoria per uscire da questa crisi politica ed economica”. A seguire il discorso di Trespidi, che dopo aver ricordato come “la resistenza non fu espressione di interesse di parte ma l’irruzione nella storia d’Italia di tante persone comune”, ha sottolineato come “resistere oggi vuol dire andare contro una cultura che riduce tutto al nichilismo, al relativismo morale e che impedisce all’uomo di cercare il significato vero della realtà”.

In conclusione della cerimonia tre studenti piacentini, Gianluca Peracchi (Liceo Gioia), Antonia Petrosino e Alessandra Rosoni (Ist. Tecnico Romagnosi), hanno raccontato l’esperienza fatta durante il recente “Viaggio della Memoria”, durante il quale hanno potuto visitare alcuni campi di sterminio. “L’atmosfera di morte è ancora tangibile – ha raccontato Gianluca Peracchi – Il campo di Dachau sembra racchiuso in una bolla impercettibile di nulla”. Parole ribadite anche dalle due giovani studentesse del Gioia che hanno spiegato come “la nostra generazione sia l’ultima che può raccogliere testimonianze dirette. Dobbiamo perciò impegnarci affinché questo ricordo rimanga sempre presente”. A fondo pagina il VIDEO del corteo

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Il discorso di Reggi

Il discorso di Trespidi

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