“Quattro passi nel tempo” con Piacenza Bene Comune

Piacenza è una delle città più ricche di storia d’Italia. Beni artistici, sculture, chiese e soprattutto palazzi. Piacenza Bene Comune, la lista civica che sostiene il candidato Pier Angelo Solenghi alle prossime elezioni amministrative, vuole raccontarvi la storia e la cultura della vostra città. Della nostra città.

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A passeggio con Piacenza Bene Comune tra storia e cultura – comunicato stampa della lista a sostegno della candidatura a sindaco di Pier Angelo Solenghi
 
Piacenza è una delle città più ricche di storia d’Italia. Beni artistici, sculture, chiese e soprattutto palazzi. Piacenza Bene Comune, la lista civica che sostiene il candidato Pier Angelo Solenghi alle prossime elezioni amministrative, vuole raccontarvi la storia e la cultura della vostra città. Della nostra città.
 
Oggi alcuni candidati della lista civica Piacenza Bene Comune ha illustrato l’iniziativa che ha organizzato per domenica 15 aprile “Quattro passi nel tempo. Scorci di Piacenza dal Medioevo al Novecento”. A presentare la manifestazione, accanto al candidato Pier Angelo Solenghi, il capolista Giuseppe Miserotti e i candidati Rossella Groppi, Pietro Chiappelloni e Carlo Marini. «Quello che vogliamo proporre ai cittadini – ha sottolineato Solenghi prima di lasciare la parola alla sua squadra – è un mini tour alla scoperta, ma sarebbe meglio parlare di riscoperta, degli scorci di Piacenza che vediamo ogni giorno, ma qualche volta non conosciamo».
 
In una classifica “pro capite”, la nostra, è una delle prime in Italia. Si comincia con il Palazzo Gotico, del 1281, che ospitava il potentissimo Comune e la Società dei Mercanti, una delle più alte espressioni dell’architettura civile del Medioevo, e si arriva fin quasi ai giorni nostri, attraverso la fioritura del Quattrocento, la reggia dei Farnese nel Cinquecento e l’esplosione dei cantieri nel secondo Seicento e in tutto il Settecento. Un’edilizia prevalentemente privata, ma con notevoli esempi pubblici, soprattutto nei tempi più recenti. Visitando alcuni dei monumenti salienti della Piacenza religiosa, secolare e regolare, come San Savino, il Duomo, Sant’Antonino, San Francesco, la “Piacenza città di palazzi” prorompe, offrendo alcuni campioni degni di nota lungo le strade che li connettono.
 
Da questa breve passeggiata che esplora una piccola, benché importante, parte del centro storico, si può avere un’idea della ricchezza di questo patrimonio e trarne il desiderio di conoscerlo meglio.
 
«Il problema – ha quindi aggiunto Giuseppe Miserotti – è di radici e di conoscenze. I piacentini non conoscono la loro storia e per amare la propria città bisogna conoscere la propria storia».
 
L’invito, quindi, è di prendersi una giornata e dedicarla al Bene Comune Piacenza. Per imparare a conoscere meglio la città e iniziare a guardarla veramente, perché, amare Piacenza, «è il primo passo – come ha sottolineato Carlo Marini – per salvare la nostra identità dai troppi “delitti urbani” che in questi ultimi anni stanno deturpandone il volto a cominciare da Borgo Faxhall fino ad arrivare al polo logistico».
 
«Il ritrovo è fissato per domenica 15 aprile alle 15 ai Giardini Merluzzo di fronte alla chiesa di San Savino – ha quindi aggiunto Rossella Groppi – Il percorso proseguirà verso via Legnano, il Duomo, via XX Settembre, piazza Cavalli, via Cavour, Palazzo Farnese per concludersi di fronte al liceo classico Melchiorre Gioia. In questo viaggio nella storia non saremo soli, nostri compagni di viaggio saranno Domenico Ferrari Cesena e Valentina Pareti».
 
Nell’occasione la lista civica Piacenza Bene Comune ha presentato alcuni punti del programma dedicato alla cultura. «Cominciamo con una definizione – ha esordito Pietro Chiappelloni – La cultura è un bene comune non esclusivo. La fruizione della cultura da parte di alcuni non determina l’esclusione di altri. La cultura è disponibile per tutti. Anzi, è un bene che cresce quanto più viene consumato. Non solo. La cultura “è una materia prima”, come titolava il Sole 24 in un numero speciale de La Domenica. Ma, prima di tutto, la cultura è uno strumento di crescita, crescita personale e crescita collettiva. E’ uno strumento per l’integrazione, quindi di sicurezza. Anche tralasciando l’aspetto economico, potrebbe e dovrebbe già bastare questo per dire che la cultura è fondamentale per una nazione e per una città. Ciononostante, in Italia la cultura è il primo settore a subire tagli. Questo non ha senso. Noi vogliamo andare in controtendenza e rimettere la cultura al suo posto di Bene Comune. Come? Con un programma pieno di idee da quelle a costo zero o quasi ma di utilità grandissima, fino ad arrivare ai grandi eventi. Oggi ne citeremo solo alcune di queste proposte, rimandando la presentazione delle altre alle prossime iniziative».
 
Iniziative come “Come dove quando”: un calendario degli eventi in rete a Piacenza, coordinati e consultabili sempre. Per sapere cosa c’è, per il cittadino ma anche per chi organizza, per evitare giorni con eventi simili in contemporanea e altri giorni senza niente da fare. E come “Venite a trovarci!”, una fattivo supporto al turismo con iniziative, materiali, card, pacchetti e percorsi per i turisti di fuori ma anche di Piacenza

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