Fotovoltaico in area protetta nel piacentino, Meo (Sel – Verdi) interroga la Regione

La realizzazione di tre impianti fotovoltaici a terra nei territori dei comuni di Podenzano e Vigolzone nell’area dell’ex cava di ghiaia Cascina del bosco è oggetto di un’interpellanza della consigliera regionale

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La realizzazione di tre impianti fotovoltaici a terra per una potenza complessiva di 7 Mw nei territori dei comuni piacentini di Podenzano e Vigolzone nell’area dell’ex cava di ghiaia denominata Cascina del bosco è oggetto di un’interpellanza della consigliera regionale Gabriella Meo (Sel-Verdi).

Il 31 agosto 2011 – informa la consigliera – è stata depositata presso il Servizio Ambiente ed Energia della Provincia di Piacenza la documentazione relativa al procedimento di Via volontaria e di autorizzazione unica per i 3 impianti, la cui titolarità fa capo a tre diverse società, “riconducibili ad una unica compagine proprietaria”. Gli impianti – precisa – andranno ad occupare una superficie di quasi 40 ettari all’interno del polo estrattivo, interessando un’area prossima al corso del torrente Nure e al confine con il sito Sic/Zps “Conoide del Nure e Bosco di Fornace vecchia”, caratterizzato per essere uno dei più importanti corridoi ecologici primari della rete ecologica provinciale e a ridosso del bosco di Fornace vecchia. Una zona che rientrerebbe nel progetto di tutela, recupero e valorizzazione del torrente previsto dal Piano territoriale di coordinamento provinciale (Ptcp).

Meo fa presente che la delibera dell’Assemblea legislativa per la “Prima individuazione delle aree e dei siti per l’installazione di impianti di produzione di energia elettrica mediante l’utilizzo della fonte energetica rinnovabile solare fotovoltaica” (n. 28 del 6 dicembre 2010) stabilisce, tra l’altro, che sono considerate idonee all’installazione di impianti fotovoltaici con moduli ubicati al suolo, aree in zona agricola qualora l’impianto occupi una superficie non superiore al 10% delle particelle catastali contigue nella disponibilità del richiedente. Pertanto, considerato che la l’ex cava di ghiaia interessata dal progetto è attualmente dismessa e i lavori di tombamento dello scavo e ripristino dell’originale destinazione agricola sono in fase di completamento, l’esponente di Sel-Verdi vuole sapere se la Regione ritenga, vista la situazione di fatto che si è venuta concretamente a realizzare con il ripristino, che uno o più eventuali impianti fotovoltaici a terra non possano occupare una superficie superiore al citato 10%.

Meo chiede anche alla Regione se ritenga, nel caso in argomento e visto il contesto naturale in cui è inserita l’ex cava, che sarebbe stato più opportuno indirizzare il ripristino della stessa verso una sua rinaturalizzazione tramite la realizzazione di rimboschimenti o zone umide.

Da ultimo, nell’interpellanza si chiede conto di quanti e quali impianti fotovoltaici a terra di potenza superiore a 1 Mw siano attualmente in produzione in Emilia-Romagna.

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