Terremoto, giornata di scosse e di lutto nazionale foto

Una nuova forte scossa di terremoto è stata registrata chiaramente intorno alle 21.20 di ieri sera. Fortunatamente non ha provocato feriti, ma lo sciame sismico è proseguito con oltre trenta scosse nella notte e in mattinata. A Piacenza bandiere a mezz’asta e un minuto di silenzio nelle scuole.

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UN MINUTO DI SILENZIO NELLE SCUOLE PIACENTINE – Bandiere a mezz’asta e un minuto di silenzio nelle scuole. Anche a Piacenza si è celebrato il lutto nazionale in ricordo delle vittime del terremoto emiliano. Le bandiere di palazzo Mercanti sono state abbasate a mezz’asta in segno di lutto, mentre nelle scuole è stato osservato un minuto di silenzio (nelle foto gli alunni delle 4A della scuola Giordani)

REBECCHI (ANPAS): “IN AUMENTO LE CRISI D’ANSIA” – “Più che feriti, le nuove scosse stanno provocando continui attacchi d’ansia”. Così Paolo Rebecchi, coordinatore dell’Anpas provinciale, i merito alle nuove scosse di terremoto che ieri notte hanno colpito l’Emilia. “La situazione peggiora – spiega Rebecchi – la gente ha paura e le crisi d’ansia aumentano”. Sono una decina gli operatori piacentini dell’Anpas che ogni giorno arrivano nel modenese per aiutare i soccorsi locali. “Questa notte la sede della Pubblica Assistenza di San Felice è diventata inagibile – prosegue Rebecchi – perciò hanno chiesto un maggiore supporto alle Anpas della regione”. Vista la gravità della situazione, Paolo Rebecchi ha invitato i cittadini ad “evitare le iniziative private ma affidarsi agli enti incaricati dei soccorsi. La situazione d’emergenza durerà infatti a lungo ed è meglio dilazionare gli aiuti anche per il futuro”.

NUOVE SCOSSE  – Fortunatamente la nuova forte scossa che si è verificata domenica sera alle 21,20 nel modenese non ha provocato feriti. Lo sciame sismico è proseguito con oltre trenta scosse nella notte, poi, due di magnitudo 3.2, a distanza di un minuto l’una dall’altra, intorno all’1,40. Nel complesso questa notte sono stati registrati oltre trenta eventi sismici, tutti con epicentro fra Mantova e Modena. Oggi è la giornata di lutto nazionale proclamata per le vittime del sisma. Una nuova scossa di magnitudo 3.9 è stata registrata alle 8.55, poi un’altra da 3.4 alle 9.04 e da 3.2 alle 9.21.  

AGGIORNAMENTO ORE 21.40 – Una nuova forte scossa di terremoto è stata registrata chiaramente intorno alle 21.20. La magnitudo, secondo l’Ingv, è di 5,1. L’epicentro è a Novi di Modena ad una profondità di 9,2 km. La scossa, durata alcuni secondi, è stata avvertita in tutto il nord Italia, nitidamente in Veneto e in Lombardia, ed anche nel piacentino. Il terremoto ha provocato il crollo del campanile della chiesa di Novi, già lesionato nelle scorse settimane.

LE SCUOLE EMILIANE DANNEGGIATE – Terremoto, 219 le scuole statali danneggiate dal sisma, 50 le scuole dell’infanzia, 4 studentati universitari e 5 centri di formazione professionale. Sono 50 mila gli studenti coinvolti nelle province di Ferrara, Modena, Bologna e Reggio Emilia. L’assessore Bianchi: “La priorità è garantire la conclusione dell’anno scolastico con scrutini ed esami, poi partire al più presto con la ricostruzione per far tornare i nostri ragazzi sui banchi regolarmente a settembre”.

Bologna – Sono almeno 219 in Emilia-Romagna le scuole statali lesionate dal sisma, totalmente (121) o parzialmente inagibili (94). A queste si devono aggiungere 50 scuole paritarie dell’infanzia in cui si sono già accertati danni e altre 52 in cui le verifiche sono ancora in corso. Complessivamente sono circa 50 mila gli studenti coinvolti. Danneggiate anche alcune sedi universitarie, soprattutto Ferrara, dove sono stati evacuati 4 studentati. Inagibili anche 5 centri di formazione professionale. Sono i numeri emersi dalla conferenza stampa tenuta questa mattina in Regione dall’assessore regionale alla Scuola Patrizio Bianchi e dal vice direttore dell’Ufficio Scolastico regionale Stefano Versari. L’incontro con i giornalisti è stato sospeso alle ore 12 per un minuto di silenzio in ricordo delle vittime del terremoto.

“La situazione purtroppo è in continua evoluzione, dopo la prima scossa gli edifici scolastici danneggiati erano 69, dopo il sisma del 29 maggio siamo arrivati a 219, e le verifiche sono ancora in corso dopo l’evento di ieri sera, quando alcune strutture dichiarate parzialmente agibili potrebbero essere diventate inagibili – ha spiegato l’assessore Patrizio Bianchi – Abbiamo messo in campo 12 squadre di esperti delle 4 università emiliano-romagnole che insieme ai tecnici della Protezione Civile nazionale e regionale stanno verificando gli edifici, per valutare se possono essere recuperati o se devono essere ricostruiti. Abbiamo coinvolto gli atenei per individuare le soluzioni più innovative per la ricostruzione. I nuovi edifici non solo dovranno tenere conto della sicurezza sismica ma anche della sostenibilità ambientale. Ma al momento la nostra priorità è individuare i locali dove svolgere gli scrutini e gli esami, vogliamo garantire ai ragazzi una conclusione adeguata dell’anno scolastico”.

“Insieme agli assessori provinciali alla Scuola stiamo individuando le sedi possibili per scrutini ed esami – ha detto Stefano Versari – Cercheremo di spostarli nelle scuole vicine, dove ciò non sarà possibile stiamo valutando di utilizzare container messi a disposizione dalla Protezione civile. Siamo in attesa dell’ordinanza ministeriale per le zone terremotate e per le zone limitrofe al cratere sismico. Ci occorrono delle indicazioni specifiche, come è successo per il terremoto dell’Aquila, anche se il caso emiliano presenta delle caratteristiche diverse, come appunto il perdurare dei fenomeni sismici”.

“La scuola è centrale nella nostra comunità – ha aggiunto l’assessore Patrizio Bianchi – noi, tutti insieme, il 17 settembre vogliamo i nostri figli sui banchi. Stiamo verificando con gli esperti la possibilità di realizzare le nostre nuove scuole, non con strutture provvisorie, ma con edifici di alta qualità e con tempi ridotti di realizzazione. Se ne è parlato ieri nell’incontro con i commissari europei Tajani e Hahn, è importante sostenere la progettualità di green schools e costruzioni antisismiche”. /BM


Lunedì giornata di lutto nazionale
–  Un minuto di silenzio in tutti i luoghi di lavoro e bandiere sindacali listate a lutto come segno di cordoglio per le persone decedute: è questa la prima indicazione delle tre organizzazioni sindacali, decisa per il 4 giugno, giornata di lutto nazionale per il sisma. Contemporaneamente è annullata la mobilitazione per la manifestazione unitaria di protesta prevista a Roma il 2 di giugno. La manifestazione nazionale promossa da CGIL, CISL e UIL viene quindi rinviata a sabato 16 giugno perché le ragioni dell’iniziativa su fisco, crescita e lavoro rimangono reali ed urgenti.

Oltre a queste iniziative simboliche con cui il sindacato vuole partecipare al dolore della popolazione, vi sono iniziative concrete che saranno sostenute nei prossimi giorni nel territorio piacentino. In tutta la provincia è già in corso la raccolta fondi avviata con l’accordo nazionale intercorso tra CGIL CISL e UIL e Confindustria. In analogia con gli interventi svolti in precedenti occasioni, le parti sociali hanno deciso di favorire la raccolta in azienda di contributi volontari da parte dei singoli lavoratori tramite la trattenuta dalla busta paga dell’equivalente di un’ora di lavoro, al quale fa seguito un contributo equivalente per la medesima finalità della parte datoriale. Sono in fase di perfezionamento ulteriori accordi con le altre associazioni datoriali e di categoria in modo di ampliare al massimo la partecipazione del mondo del lavoro piacentino a questa iniziativa. Intanto, il modulo per devolvere un’ora di lavoro in favore delle vittime del sisma e per la ricostruzione è già disponibile sui portali internet di Cgil Piacenza (www.cgilpiacenza.it) e Cisl Piacenza (www.cislpiacenza.it). I lavoratori del settore pubblico e i pensionati – impossibilitati per ragioni burocratiche a donare l’equivamente di un’ora di lavoro – potranno versare un loro libero contributo attraverso una sottoscrizione che ogni categoria con i propri delegati sindacali avrà cura di diffondere e proporre nei luoghi di lavoro e di aggregazione.

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