Il conto salato della siccità. A Piacenza perdite per 66 milioni

Ammonta a oltre 1 miliardo di euro, pari a una perdita di oltre il 35% dell’intera produzione, la stima dei danni che la siccità ha provocato all’agricoltura emiliano-romagnola. Il dato emerge da una rilevazione realizzata dalle singole Province. A Piacenza perdite per oltre 66milioni di euro

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Ammonta a oltre 1 miliardo di euro, pari a una perdita di oltre il 35% dell’intera produzione, la stima dei danni che la siccità ha provocato all’agricoltura emiliano-romagnola. Il dato emerge da una rilevazione realizzata dalle singole Province, secondo la quale i comparti più colpiti, con perdite superiori al 50 %, sono quelli del mais da granella, delle foraggere e delle piante industriali (pomodoro da industria, barbabietole, girasole), ma con perdite rilevanti anche per ortofrutta e viticoltura. Dati pesanti che colpiscono anche il territorio piacentino, nel quale si stimano perdite pari ad oltre 66 milioni e 400mila euro euro, il 31% sulla produzione lorda vendibile. Tra le colture nelle quali si segnalano le maggiori perdite, il mais industriale, le piante industriali e le foraggere.

“Si tratta per il momento solo di una stima – commenta l’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni – ma la dimensione del danno e’ comunque senza precedenti. Un danno insostenibile per tantissime imprese e, per il settore, una battuta d’arresto difficilmente recuperabile nel breve periodo, con conseguenze negative sull’agroindustria regionale, sull’indotto e sull’intera economia emiliano-romagnola. Per queste ragioni chiediamo al Governo un intervento di sostegno tempestivo ed adeguato.”

“Non possiamo assolutamente considerare adeguato – aggiunge l’assessore emiliano-romagnolo – ad esempio l’indennizzo di 2,5 milioni di euro, pari al 3,7% degli oltre 70 milioni di danni rilevati, riconosciuto recentemente dal Fondo di Solidarietà Nazionale alle strutture agricole della Romagna danneggiate dal “nevone” del febbraio scorso. Questa volta non possiamo accontentarci di indennizzi poco piu’ che simbolici”.

Ma non solo. La grave siccità di questa estate deve diventare l’occasione, secondo Rabboni, per affrontare – Governo e Regioni insieme – le due grandi debolezze che amplificano i danni del cambiamento climatico in atto: l’eccessiva onerosità delle assicurazioni che ne ostacola la diffusione tra gli agricoltori e l’insufficiente sviluppo nei territori e nelle imprese agricole delle possibilità di irrigazione strutturale. Su quest’ultimo aspetto in Emilia-Romagna gli interventi in corso sono diversi: dalla realizzazione di invasi interaziendali con risorse del Psr, al riutilizzo delle ex cave, ai progetti di sviluppo e modernizzazione della rete che porteranno nuova irrigazione su 23.000 ettari del distretto del Canale Emiliano-Romagnolo, alla ristrutturazione di una parte di impianti ferraresi ed emiliani esistenti per ridurne le perdite, alla diffusione di “irrinet” sistema per ottimizzare l’irrigazione.

“Anche su questo chiediamo al Governo di sostenere il superamento delle criticità con decisioni e risorse , a partire dal finanziamento di un nuovo blocco di progetti irrigui elaborati dai nostri Consorzi di Bonifica, l’adeguamento della normativa sulle acque reflue per un loro impiego irriguo, l’uso irriguo ed equo delle acque già stoccate negli invasi esistenti e un costo accessibile per le assicurazioni antisiccita’”.

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